Louis

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Il Natale per Louis era sinonimo di compleanno.

Può sembrare stupido come una persona possa trovare particolarmente insopportabile l'idea del compleanno, però se ti senti addosso una responsabilità immensa, crescere diventa una tortura. Louis da piccolo non si era mai aspettato grandi cose, era cresciuto sapendo la verità, era consapevole di avere un padre irresponsabile, privo di dignità , eppure lui non lo aveva cercato, ne per scoprire che faccia avesse ne per incontrarlo e riempirlo di parolacce. Louis, aveva preso in considerazione il fatto che, anche solo spendere un secondo per pensare a suo padre gli avrebbe dato quell'importanza che non si meritava, così era vissuto con un cognome che non era il suo ma si era adeguato anzi, aveva apprezzato molto il fatto che Mark si fosse preso le responsabilità che altri non avevano fatto, Louis era cresciuto in una famiglia che non era la propria ma non si era mai permesso di lamentarsi, sapeva che non poteva pretendere chissà che cosa da un uomo che non era geneticamente legato a lui per cui Louis si era fatto andare bene qualsiasi cosa. Si era addossato molte colpe, a volte aveva pure creduto che se la madre si fosse trovata a ventinove anni con un divorzio ed un figlio era colpa sua.
si fatica a capire cosa può starci dentro ad una persona, a volte è più facile sorridere che piangere, se sorridi nessuno si interessa a te, quindi Louis sorrideva sempre , dispensava allegria a tutti senza nemmeno rendersene conto.

Louis era stato un ottimo figlio, un bravo fratello, un ottimo dipendente eppure Louis non si ricordava nulla di quelle frasi. Allora Louis si era corto che la vita è solo un enorme balla, bugie su bugie, si era persino tatuato "the rouge" sulle caviglie come promemoria che qualsiasi mossa avrebbe fatto, tutto era solo una grossissima menzogna. Poi però, era arrivato Harry che lo aveva salvato, forse si erano salvati entrambi.

<Lou, cosa facciamo per il tuo compleanno?> Eleanor lo aveva chiesto con la sola intenzione di spezzare quell'imbarazzante silenzio eppure Harry adesso voleva strozzarla, lui sapeva che Louis avrebbe dato di matto, che ricordargli il compleanno era come girare il coltello nella piaga. Raramente Louis aveva festeggiato quel giorno, da piccolo, quando ancora la purezza lo avvolgeva, festeggiava per il semplice motivo che quella giornata sembrava che tutti si ricordassero di Louis Tomlinson, a dodici anni festeggiare a casa gli era sembrato infantile e aveva optato per una festicciola con gli amici, a sedici aveva deciso di smettere perche celebrare il giorno in cui la madre lo aveva messo al mondo tra dolore e pianti e il padre che se l'era data a gambe levate non erano di sicuro dei buoni pretesti per festeggiare. Harry sapeva quando male quel dannato 24 dicembre causasse a Louis, e l'odio che provava verso Eleanor non fece che accrescersi .

<non festeggerò un emerito cazzo!> Louis era sbottato, da tre giorni a questa parte si era reso conto dell'imminenza di quella data, era come se urlasse "sei solo uno sbaglio, nessuno ti ha mai realmente voluto".

<El, lascia stare!> Harry era scattato come una molla, era inutile nascondere il fastidio che gli causava, era inutile fingere di farsi piacere qualcuno che detestava,perciò aveva scelto di renderglielo chiaro e lampante.

Il pomeriggio di quella stessa giornata, Harry aveva trovato Louis rannicchiato sul retro della casa a piangere e gli era montata dentro una rabbia e un dolore così forte che avrebbe voluto incendiare con lo sguardo chiunque.

<amore> si era inginocchiato vicino al corpo di Louis e se l'era trascinato contro il suo

<hey, Lou...tesoro, la gente è solo troppo stupida, troppo ignorante per apprezzarti, guarda dove sei arrivato, guarda cosa sei diventato, sei il mio uomo ed io ti amo e ti voglio cosi come sei nella mia vita, le tue sorelle ti adorano, fuori milioni di ragazze ti amano, Lou tu sei meraviglioso> Louis piangeva, era scosso da forti singhiozzi che gli facevano tremare il corpo.

<non festeggeremo nessun compleanno!> e ad Harry andava più che bene, voleva solo che Louis stesse fottutamente bene, che si sentisse giusto, voluto ed amato.

<Lou, io ti faccio sentire amato?voluto?> Harry era stato sincero, si era sempre preoccupato che forse sbagliasse il modo di come dimostrare quanto forti erano i suoi sentimenti per Louis.

<Haz, tu sei la mia casa, io con te mi sento bene, perfetto amore mio> si erano baciati, stretti in un abbraccio bisognoso e poi Louis sembrava aver smesso proprio di piangere.

Quel pomeriggio Harry aveva fatto sentire Eleanor di troppo, e gli aveva chiaramente detto "va a farti un giro, io e Louis abbiamo bisogno di spazio". Cattivo, insensibile persino, ma ad Harry non importava, lui voleva l'intimità di casa sua con il suo ragazzo e non voleva la figura di Eleanor ad incombere su di loro.

<Louis, adesso passiamo una giornata tutta a modo nostro> e Louis lo guardava perplesso, non era la prima volta che Harry si inventava molte assurdità per tirarlo su di morale, ma Louis non poteva nascondere che era il modo eccentrico di Harry ad averlo fatto innamorare, Harry è questo, è casa, è amore, è serenità, è uomo ,è bambino ,è amico,è suo.

<stupiscimi riccio> sapeva che se provocava Harry, il ragazzino nascosto dentro quel corpo diafano dell'Harry uomo, veniva fuori in modo prorompente.

<mi stai sfidando Lou?> malizia, quella era pura e genuina malizia, pura perchè Louis in quei smeraldi verdi ci vedeva tanta purezza, semplicità e genuinità.

<fatti sotto Harold> ed Harry era scoppiato a ridere, quando Louis chiama Harold per nome gli esplodeva nel cervello una quantità di testosterone assurda. La libido saliva alle stelle e Louis ed Harry tra la cucina, il salotto e tutte le altre superfici di quella casa si amarono in modo travolgente.

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