Capitolo 1

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Sospiro.

Il rumore dei miei pensieri, oggi, è assordante.
Son più forti e fastidiosi del rumore di questo vecchio treno regionale sui binari.
Gorizia-Milano, oramai è di routine.
In questi ultimi tempi vivo constantemente con la valigia pronta, zaino in spalla, mp3, il mio solito libro e un peso sul petto.
Dovrebbe essere il periodo più fertile e felice della mia vita, eppure cosi non è.

Sospiro, ancora.

Vorrei non ricadere nei soliti giri di pensieri che mi portano a sentirmi bruciare la gola, gli occhi, il cuore.
Dopo 'Amici' non so più chi sono realmente. E' uscita una parte di me che per anni ho nascosto e soffocato sotto la maschera che mi avevano costruito, che mi ero imposta di indossare.
La nordica fredda e menefreghista, l'artista dall'animo oscuro, la Tijana inaffettiva e distaccata.
Per contro, in questi mesi è venuta fuori la Tijana fragile, insicura, intimorita, bambina e donna. Una parte di me che avevo riservato solo a me stessa dopo la mia ultima relazione. Una relazione tossica, malata, di quelle che ti logorano dentro fino ad urlare 'basta!' con tutta l'esasperazione e la disperazione che un'anima possa provare.
E' il pegno da pagare quando decidi di donarti completamente senza riserve e difese.
Sospiro e svito il tappo della bottiglietta d'acqua.
Bevo a sorsi piccoli, respiro profondamente dalle narici, sento il petto scoppiarmi.
Decido di prendere il telefono e mi faccio un giro su Instagram, poi su Twitter.
23 Luglio e una data da dimenticare.
Cogliona Tish, cogliona.
Io e il tempismo di merda.
E' tutto intasato di auguri per Alberto, oggi compie 22 anni.

**

"Hai programmi per il 23 Luglio?''
" Alberto siamo solo al 20 dicembre, cosa posso mai sapere se il 23 luglio sono impegnata o meno?" scuoto la testa ridendo, mentre lui continua a fare su e giù per tutta la camera dell'hotel.
"Beh, allora visto che non hai niente in programma il 23 Luglio sarai a Messina, con me. A festeggiare il mio 22esimo compleanno" smette per un attimo di camminare e sia lodato il cielo, mi ha fatto venire il mal di mare.
"Stiamo diventando presuntuosi, chi ti dice che mi va di esser lì con te? Non me lo affronto il traghetto se si muove come te in questa stanza, mi vengono i conati" lo provoco ridendo.
Si avvicina al bordo del letto su cui sono seduta, mi prende il mento tra le dita accarezzandolo delicatamente.
"Me lo dice questo" sussurra quasi sulle mie labbra mentre io mi sporgo leggermente per baciarlo.
Sorride e si allontana.
"Sei un fottuto stronzo"

**

Sento il corpo andare in fiamme, tutto oggi mi ricorda che sarei dovuta esser lì.
Con lui ci sono Umberto, Valentina, Mowgly e Vincenzo.

Ma non ci sono io.

Vaffanculo.
Sento lo stomaco bollire e la parte più impulsiva e immatura di me prende il sopravvento.
Apro il mio profilo Instagram e scorro le foto fino a trovare quelle mie con Alberto.
Le elimino, tutte. Elimino anche il video del nostro duetto, quello dell'Ave o Maria.
Si, piena di grazia. Quella che io non ho.
Vado nell'archivio e decido di rimettere 3 foto con Luca, almeno lui lo merita.
Lo penso, ma non lo penso.
Non posso sostituire una persona con un'altra e so perfettamente che la bambinata che ho appena fatto si ritorcerà contro di me tra 2 secondi.
Non a caso faccio un giro su Twitter e la metà se ne è già accorta.
Sbuffo e decido di chiudere tutto, per oggi ne ho avuto abbastanza.
Sono quasi a Milano, prendo il mio borsone e mi posiziono davanti alla porta in attesa che il treno si fermi.

"Tish!" mi stringe forte e per un secondo torno a febbraio.
"Alvis" ricambio con la stessa forza mentre lui mi lascia un bacio tra i capelli.
Mi prende il borsone e mi rivolge uno sguardo strano, a metà tra 'lo so che ti passa per quella cazzo di testa' e il 'so come sei e sto zitto'.
"Mi serviva una distrazione in questi giorni se te lo stai chiedendo, non sono a Milano per lavoro" dico di getto e quasi pentendomene un istante dopo.
"Lo sai che non mi permetto di parlarne o di chiederti di più, perché so come sei e ho paura della tua ira serba" mi guarda sogghignando mentre gli do un pugno sulla spalla.
"Ma sai anche che sono pronto ad ascoltarti qualora tu ne abbia bisogno" questa volta mi guarda, ma con gli occhi carichi di premura e dolcezza.
Annuisco mentre entro in macchina e mi metto la cintura di sicurezza.
"Hai fame? Se vuoi ci fermiamo al Mc drive e prendiamo qualcosa da portare a casa oppure dimmi tu"
"Mc drive va bene" dico distrattamente mentre collego il mio telefono al suo stereo facendo partire 'Buttati' di Epicoco.
"Grazie Tish, magari ci penserò" ride e rido anch'io.
Tutto il resto del viaggio è abbastanza silenzioso, la musica riempie la macchina e mi sveglio dal coma temporaneo solo quando Alvis mi apre lo sportello per farmi scendere.
Lo guardo assente anche quando sistema la tavola per cenare, sono totalmente in trans, la mia mente continua a lavorare senza sosta e non riesco neanche a distinguere il flusso dei miei pensieri.
"Ho bisogno di un oki, mi scoppia la testa" dico massaggiandomi le tempie.
"Sindrome premestruale?" armeggia con una scatola poggiando sul tavolo la bustina ed un bicchiere d'acqua.
"No" dico secca aprendola.
"Tish devi mangiare prima" questa volta il suo tono è autoritario, poggia le mani sul tavolo guardandomi con fermezza.
"Non ho fame" dico portandomi la bustina alla bocca, ma vengo fermata prima che il contenuto la raggiunga dal braccio di Alvis. Mi toglie l'oki dalle mani e mi guarda, in attesa di una mia mossa.
"Non ne posso più" lo dico, ad alta voce, con il cuore pesante e la voce esasperata.
Mi allontano dal suo contatto e prendo dalla mia borsa il pacchetto delle sigarette.
Ne prendo una e me l'accendo.
Inspiro lentamente chiudendo gli occhi, cerco di riversare tutto il fuoco che ho dentro, ma in questo caso neanche tutta l'acqua contenuta in un oceano potrebbe spegnerlo.
"Tish" mi richiama Alvis.
E' ancora lì, fermo.
"Questa cosa la devi risolvere, non puoi continuare così. Ti stai autodistruggendo. Guardati, è da quando sei arrivata che sei assente, ti guardo, ti parlo, provo a farti ridere ma tu non ci sei. Mi sembra di essere tornato a Febbraio, quando eri distrutta e venivi a rifugiarti in camera mia per non vederlo e non sentire la sua voce. Stai scappando, ancora."
Si avvicina e mi allontano.
Chiudo gli occhi e respiro per non mandarlo a fanculo.
"Scappare? E da cosa esattamente?" volevo ma no, il mio tono è un vaffanculo sommesso.
"Da ciò che provi o non provi, non so, sono confuso. Tu lo sei, è difficile capirci qualcosa quando si tratta di te" si gratta sotto il mento, non vuole dire di più, non si azzarda.
"Già, non mi è nuova" rido sarcasticamente.
Mi accascio a terra poggiando la testa sul muro.
"E'che vorrei andare avanti, pensare alla mia carriera, ma lui è sempre presente. Ma non lo merita Alvis, io ho le mie buone colpe, ma lui ha risolto in fretta vendendosi ad un giornaletto da quattro soldi. Sapeva che con me non ci sarebbero stati gossip, mentre lui a quanto pare ne è felice. Sapeva che avrei letto, che ci avrebbero sputato su, riso e deriso, ma se ne è fregato. Se ne è fregato di tutto, di me, di lui, della nostra storia. Mi viene da pensare che tutto ciò che abbiamo vissuto avesse un solo fine" lo dico, ma mi brucia la lingua.
"Non è credibile ciò che dici e poi Tish, ricordati della tua crisi" mi ammonisce.
"Alvis porca puttana sono tornata a Gorizia dopo mesi, ho rivisto una persona che ho amato, che mi ha fatto star male come Dio solo sa, anzi non lo sa manco lui. Ero frastornata e colpita, avevo bisogno di tempo, di riprendere la mia vita al di fuori di quelle quattro mura. Ma no, aspettare è troppo per qualcuno, evidentemente non era abbastanza, io non ero abbastanza. Ci ha messo poco a mandare tutto a puttane" sputo queste parole con tutto il rancore che riservo nello stomaco.
Le sputo e poi piango.
Piango e poi mi incazzo peggio.
Mi porto le mani sul viso, lo stringo forte a tal punto da graffiarmi leggermente le guance.
" Gli hai fatto gli auguri per il compleanno?" quasi lo sussura, mentre si siede qui, accanto a me sul pavimento.
"No"
E' un 'no' rotto, spezzato, incerto.
Che cazzo me ne faccio di un messaggio, di un "tanti auguri e passa una merda di giornata senza di me".

L'ossimoro del respiro mancatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora