Capitolo 6

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Sono 10 minuti che fisso l'acqua della doccia scorrere sui vetri.

Ho passato l'ennesima notte in bianco, senza chiudere occhio.
Tutta la notte a fissare le tende muoversi cullate dal vento, senza muovere alcun muscolo.
Anche ora, son paralizzata da pensieri e mani fragili, da stomaco vuoto e cuore pieno, da testa spaesata e gambe indecise.
E' che non riesco a dimenticare ciò che ho provato ieri sera, proprio non ci riesco.
Ho una sola immagine che mi tartassa la mente.
E non credevo di poter reagire in quel modo, non credevo di poter stare così male di fronte alla sua figura.
La cosa che più mi fa paura è aver capito il peso che ha nella mia vita, da sempre.
Il potere che ha di farmi sentire all'inferno ed un secondo dopo in paradiso.
Come ne esco? Come ne esco Alberto?
Come mi abituo alla tua assenza?
Io che son così attaccata ai miei spazi, io che amo rifugiarmi in me stessa e nella mia musica, ora son costretta a far i conti proprio con i miei spazi vuoti.

Quelli che ti cederei.

Te li cederei tutti.

Ti cederei anche i baci che non ti ho dato mentre discutevamo, perché troppo orgogliosa per farlo. Anche se tu ti inalberavi e mi fissavi, quasi in attesa di un mio passo che non arrivava mai.
Eri sempre tu a baciarmi per primo.
Ti cederei le carezze a cui, spesso e volentieri, mi sono sottratta, perché lo sai bene che son fatta così.
Ti cederei i miei sguardi che sfuggivano ai tuoi, perché l'effetto che mi fai è sempre stato troppo forte da riuscire a reggerlo con lo sguardo.
Ti cederei le parole che non ho avuto il coraggio di dirti, quelle che ho represso e che ora mi divorano l'anima giorno per giorno.
Quelle che meritavi perché sei bello come nessuno lo è agli occhi miei.

Ma non l'ho fatto.

Non ti ho ceduto e donato mai completamente me stessa, ti ho sempre vietato di vedermi completamente spoglia e priva di ogni maschera o muro.
Ed è il più grande rimorso che ho.
Era con te che dovevo lasciarmi andare, era con te che dovevo imparare ad amare anche con le parole, con i baci, con le carezze.
Ed ora un bacio in più te lo darei, anche due, facciamo tre.
E' troppo tardi Albe?
E' proprio questo che mi fa paura. Il tempismo. Il mio, il tuo.
Ci troviamo a lottare e a desiderarci da lontano, a sfiorarci senza mai toccarci, con le anime vicine e i corpi lontani chilometri, con la pelle che brucia e il cuore spento.
Che mi basterebbe un tuo soffio per riaccenderlo.

"Tish ma la vuoi aprire questa porta?"
Sobbalzo.
Ero così immersa nei pensieri che non ho sentito i pugni di mio fratello sulla porta.
La apro.
Mi guarda in silenzio mentre sono in accappatoio, con l'acqua della doccia ancora aperta, le lacrime sul viso, gli asciugamani ancora asciutti.
"Tish"
La sua voce è sottile, delicata.
Mi prende per mano e mi porta con sé sul bordo del letto prima di sedersi e di farmi sedere in braccio a lui.
Mi accoccolo tra le sue braccia poggiando la testa sulla sua spalla.
Mi stringe, in silenzio, mentre mi lascia qualche bacio sulla fronte.
Mi culla piano, nella speranza di placare i miei singhiozzi che riempiono questa stanza e non me, io son troppo a pezzi con nessun collante a reggermi a parte la rabbia e le mancanze.
"Son stanco di vederti così, è uno strazio anche per me. Ieri hai toccato il fondo Tijana, il fondo.
Io non sono più disposto a vedere mia sorella ridotta così, mi fai soffrire, non hai idea di quanto mi faccia stare male averti tra le mie braccia in queste condizioni.
Perciò ti avverto, o reagisci o agisco io.
E sai che son uno che si fa i cazzi suoi, lo faccio da sempre.
Ma non posso star fermo e guardarti mentre ti annienti" mi prende il viso tra le mani costringendomi a guardarlo mentre mi dice queste cose.
So che è incazzato, ma il suo tono rimane tranquillo.
Dolce, proprio come le sue mani e le sue dita che cercano di acchiappare le lacrime che mi bagnano le guance.
"Non lo dico spesso, anzi non ce lo diciamo mai, ma sai quanto ti amo e che farei di tutto per vederti star bene.
Te lo ripeto da bambino che sei il regalo più grande che mi abbiano fatto mamma e papà e ora smettila di piangere che poi piango io e invece devo essere concentrato a prendermi cura di te"
Mi fa sorridere e mi fa ridere, perché mi rimanda alla sorpresa che ho ricevuto al serale di Amici.
"Che grandissimo throwback" gli dico mentre gli stampo un bacio sulla guancia.
Di tutta risposta ricevo un cuscino in faccia.
"Ora dopo aver sprecato litri di acqua vuoi andare a lavarti oppure hai deciso di far svenire tutti stasera?" gli rifilo un 'che stronzo' prima di chiudermi in bagno.
Poi ci ripenso e riapro la porta.
"Boris?" lo cerco non vedendolo sul letto.
"Che succede?" apre lievemente la tenda e si sporge per guardarmi, è al balcone a fumare una sigaretta.
"Волим те"





L'ossimoro del respiro mancatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora