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*24 hours later*
"Ma che colpa ho io di tutto questo" una lacrima mi rigò il viso, perché nonostante ci provassi, non riuscivo a darmi una spiegazione a ciò che succedeva.
Mi aveva legato le mani dietro la sedia, così forte che sentii i polsi bruciare.Respiravo ansimante. Mi stava prendendo il panico. Non sapevo cosa fare, non potevo scappare.
Come siamo arrivati al punto di non ritorno, se fino all'altro giorno eravamo abbracciati sotto al cielo? Lo avevo detto all'inizio, che una volta assaggiato il paradiso mi avrebbero spedito a calci in culo giù all inferno.
E che sarebbe stato una questione di giorni, prima che la sua vera natura avesse fatto qualcosa di incosciente e pericoloso. C'era da aspettarselo da uno come lui, ma devo ammettere che, dopo tanti anni di interrottore spento, qualcosa di simile alla paura iniziò a riaffiorare tra i miei ricordi. E fu una sensazione stranissima, come se non appena aver imparato a nuotare, qualcuno volesse spingermi sott'acqua per farmi affogare di nuovo.
*24 ore prima. *
Quando mi svegliai, fui sorpresa di non ritrovarmi distesa sul prato sotto i raggi pungenti del sole.
Ero sul letto morbido di Robert, il corpo ancora nudo, gli occhi impastati di sonno, e le braccia che stranamente tiravano più del solito, come se qualcuno le tenesse. Aprí gli occhi di soprassalto, perché volevo alzarmi scansandomini capelli da davanti al viso, e non ci riuscì, perché le mie braccia non seguivano i miei movimenti.
Ebbi un sussulto. Dove cazzo erano le mie braccia e perché non riuscivano a tornare giù insieme al resto del corpo. Dopo circa 5 secondi di panico, mi resi conto che se tiravo le braccia in avanti, loro non si spostavano di un millimetro. Anzi, se le tiravo in avanti, era l intero letto a spostarsi. Ma come è possibile?Stando rivolta supina, lanciai un occhiata alla spalliera del letto, dove nella parte più alta, erano legati i miei polsi da delle corde che sembravano di ferro.
Tentai di dimenarmi per uscire da quella presa micidiale, ma il nodo era troppo stretto per me, e non ci riuscì. Iniziai ad urlare, ed urlai l'unico nome di cui ero certa avrebbe potuto darmi una risposta.Robert.
Arrivò con il suo fare calmo in camera, già vestito di tutto punto, i capelli sistemati e ingelatinati, e una faccia rilassatissima.
"Che cazzo mi sta a significare questa cosa?Mi sleghi immediatamente!"
"Bambina, ancora non ha imparato chi detta le regole qui vero? Non posso farlo dolcezza, mi dispiace."
Il suo tono era talmente calmo da mettermi i brividi, e non curante della situazione non mi rivolgeva nemmeno uno sguardo, era troppo preso ad allacciarsi il bottone sul polsino della sua camicia bianca.
" Robert... La p-prego, d-devo tornare a casa. Non è divertente. Mi fanno male le braccia".
Continuavo a strattonarmi con la speranza che una corda cedesse, speranze vane le mie.
Il signor Downey rideva sotto i baffi ad ogni scatto in avanti del letto, rideva perché sapeva che non sarei riuscita ad uscire."Che fa, balbetta adesso? La sto mettendo in difficoltà?" La calma con cui faceva le cose era paurosa.
"N-non so di cosa stia parlando, la prego signore non ce la faccio più".
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《Obsession🔥》
Mystery / Thriller"Mi chiamo Katherine, o Kath per gli amici intimi. Per i miei clienti sono semplicemente" la rossa". Ho venticinque anni, e sono una prostituta. Intrattengo gli uomini con quello che so fare meglio:scopare. Quando Mr. Downey chiese di me la prima...