Chapter 13 - You Belong To Me

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A Robert sudavano le mani. Era agitato. Voleva chiamarmi a tutti i costi. Sapeva che in quella giornata aveva alzato la cornetta già troppe volte senza ricevere risposta ma non si sarebbe dato pace finché non avessi risposto al cellulare.
"Cristo, fa che risponda.."

Io, dall'altra parte, sentii il telefono vibrare e lo presi per leggere il nome.
Era sempre lui. La ventesima volta che chiamava solo in quella giornata. Ma cosa diamine voleva?
Guardai Tip, non sapevo cosa fare.
Tip era incazzato dall'ultima volta in cui ero stata dal signor Downey nonostante mi avesse detto esplicitamente di non farlo. Ma la mia testa come sempre aveva agito al posto mio, noncurante del fatto che forse quella poteva essere una scusa per farmi qualcosa, e mi servi da lezione perché capii la violenza che poteva raggiungere quell'uomo. Come quando durante un'investigazione, scopri che l'assassino è la persona meno so spettabile di tutte.
Era comprensibile che Tip fosse ancora arrabbiato con me, non lo biasimavo. Aveva paura per me, e nonostante non volessi ammetterlo, un po' ne avevo anche io. L'idea che potesse accadermi qualcosa lo mandava fuori di testa, per questo si agitava tanto.

"Senti che cazzo ha da dirti o continuerà fino a domattina. Forza!"
Accettai la chiamata.

"Pronto?"

"Kath. Finalmente mi ha risposto. L'ho cercata tutto il giorno" sentì la voce un po' ansimante ma sollevata.

"Non posso rispondere quando mi pare e piace solo perché è lei a chiamare. Sto lavorando, signor Downey".

"Capisco perfettamente" disse in tono professionale.
Guardai Tip con aria interrogativa, e ci fu un silenzio tombale di 10 secondi.

"Deve dirmi qualcosa,signore?"

"No, miss Bales. Volevo solo sentirla.Ha una voce così sexy... mi manca poterla sentire da vicino."

"Ne abbiamo già parlato, non posso. Mi dispiace ma-"

Sentì ansimare affannosamente.
"Non voglio sentire un no come risposta, la aspetto stasera."

"Non p-..." sentì solo il bip della chiamata staccata.

"Ma che cazz...".
"Mi ha attaccato in faccia" dissi mettendo giù la cornetta con aria interrogativa.
Il mio capo era sconvolto quanto me.
"Hollywood. Basta una volta sullo schermo e pensano che tutto gli sia dovuto. La fama gli brucia il cervello, te lo dico io. Prepotenti del cazzo... Tu, signorina, non osare muoverti da qui stasera."

"No Tip, non voglio vederlo..."
Non era vero, volevo davvero rivederlo di nuovo ma santo cielo stava diniziando a diventare morboso, e non potevo proprio permettermelo.
"E poi stasera c'è lo streap di Cinthya. Qualcuno deve far accomodare i signori sui divani. Chissà, magari mi scappa la mancia extra".
Tip mi battè il cinque e entrambi sorridemmo, come se fossimo parte di una gang.

"Questa è la mia ragazza. Adesso porta il culo fuori da qui che ho un sacco di scartoffie da firmare".

Uscì dalla porta e mi diressi verso i piani superiori.

Ore 23.30.

Il bordello era pieno zeppo. C'erano clienti in ogni angolo. Il palco era pronto per il pole streap, mentre io ero vestita con un baby doll succinto in raso nero e una specie di vestaglia sopra in raso praticamente nulla, polsini di pelo alle mani, calze a rete e collare di pelle nero. La sobrietà, quella che mi accompagnava sempre.

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