Chapter 19 - Burn Down With Me

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"Stai fermo Robert, ti ho detto di stare fermo o ti farai male da solo! ".

Con le braccia intrecciate alle sue per cercare di fermarlo, aveva iniziato a dimenarsi come un pazzo, come se fosse in preda ad una crisi compulsiva. La bocca era storta dalla rabbia, gli occhi sbarrati come se fosse disorientato. Si muoveva a scatti, come se non controllasse i movimenti, era rallentato. La fronte sudata, il cuore a mille. Cercavo di avvinghiarmi a lui per farlo stare calmo, sentivo il suo cuore esplodere sotto le mie braccia.

"No, non capisci... Devo.. Devo prenderle Katherine, devo prenderle.".

Sentivo il panico e l'ansia nella sua voce, sofferente, era incastrato tra le mie braccia e ansimante. Era tremendamente difficile contenerlo essendo così muscoloso, stavo facendo una doppia fatica.

"Robert, Cristo ti prego smettila di dimenarti e guardami! ".

Urlavo in preda all'isteria, cercando di poggiargli i palmi sul viso, ma robert non si calmava. Si agitava a dismisura sempre di più. La maglietta ormai zuppa, la fronte corrugata, le occhiaie violacee evidenti, la barba spigolosa come se fosse stata lasciata lì senza premura.

Vidi la disperazione sul suo volto.
Mi guardava implorando aiuto con gli occhi di un cucciolo smarrito. Non disse niente, ma glielo si leggeva in faccia quanto avesse bisogno di un aiuto.
Riuscì a poggiargli le dita sulle guance, a malapena solcate, sentendo le mie dita rigate dalle lacrime, stava piangendo in silenzio. Mi faceva tanta tenerezza, e non avrebbe dovuto.

Come quando la vittima è dispiaciuta della penitenza del carnefice. Mi aveva fatto passare le pene dell'inferno, eppure mi si attorcigliava lo stomaco a vederlo soffrire in quel modo.
Incastrò i miei occhi ai suoi. Erano più sfumati che mai, lucidi, le iridi nere come la pece e le vene rosse pronte a scoppiare. Gli pizzicavano, ogni tanto li strizzava in maniera maniacale.

"Solo un pochino Katherine ti supplico, solo una".

Aveva il volto tirato, gli occhi imploranti, che bruciavano. Ansimava ad un centimetro dalla mia faccia, i nostri corpi appiccicati, la stretta ancora ferma sulle braccia.

"No Robert, guardami cazzo, guardami!" feci più pesante la stretta sulle sue guance, lo costrinsi a fissarmi.

Gli tirai su il volto, di nuovo, perché continuava ad abbassarlo in continuazione. Due occhi completamente spenti, arresi forse, a qualcosa di molto più forte. Stava per dirmi qualcosa ma gli misi un dito sulle labbra per non farlo parlare. Rimasi li, tenendogli il viso tra le mani.

Piansi, piansi tantissimo.
Senza dire una parola, silenziosamente, mentre ammiravo il mio sequestratore dritto negli occhi,il quale a sua volta, piangeva anche lui senza emettere un suono.

"Robert concentrati! Puoi combatterla, so che puoi! Lo hai già fatto una volta, puoi distruggerla. Non farti controllare la mente Robert, non ascoltarla... ".

Più che un incoraggiamento, le mie erano preghiere di disperazione.

Se lui fosse crollato, sarebbe tornato il vecchio mostro a prenderlo. E ne avevo tanta paura. Così tanta che mentre gli parlavo mi tremavano le labbra, e lottai contro me stessa per non piangere straziatamente.

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