Amaya era lì, nella sua casa.
Aveva affittato un piccolo monolocale appena fuori dal centro della città, un edificio vecchio stile, di mattoni, pieno di spifferi.Il proprietario le aveva fatto un buon prezzo,lei aveva accettato subito, aveva bisogno di un posto suo. Aveva bisogno di un posto sicuro,che potesse chiamare Casa, un posto in cui riporre gli ultimi sogni.
La particolarità di quel monolocale era che rifletteva sempre il suo stato d'animo; bastava entrare per rendersene conto: giri la maniglia, la porta cigola, le tue narici inspirano:profumo di fiori di cotone, un'immagine attraversa la tua mente: pulito.
Questo accadeva quando Amaya era felice, si circondava di colori e profumi e tu spettatore ti saresti sentito a casa. Solo lei ti faceva sentire in quel modo, come se davvero appartenessi a qualcosa, come se vivere ne valesse davvero la pena, come se tu fossi la sua cosa più importante. Lei era così, ti guardava e tu diventavi un caleidoscopio: colori sconosciuti attraversavano la tua anima e finalmente eri a casa.
Un mistero questo suo dono, ma comunque torniamo alla casa.
Quando Amaya era triste, il mondo si piegava, era inspiegabile eppure tutto sembrava andare male, la vita rallentava, scivolava imperterrita come uno scarafaggio intrappolato nella polvere che con calma ma insorabile si trascina verso il suo destino, consapevole del fatto che prima o poi sarebbe stato mangiato. La casa era uguale, coperte in disordine, cuscini per terra, un dito di polvere, il frigo vuoto e lei lì: coricata come una bambina, con le ginocchia strette al petto, le guance ancora bagnate, la finestra aperta e la televisione spenta. Nemmeno una candela a illuminare il suo viso, nessuno doveva vederla così, si diceva. Nessuno doveva associare a lei un' immagine del genere.
Spettatore, se chiudi gli occhi puoi sentirla: una melodia la accompagna, una marcia funebre, una melodia tetra che mai si separava da lei. Viveva così Amaya, all'ombra si se stessa.
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Nel segno del capricorno
General FictionDicono che la vita non ti dia nulla che tu non sappia sopportare. Amaya sapeva che questo, però, non era vero; alcune volte alle persone viene dato un peso troppo grande. Amaya sapeva che i detti servono solo per le persone deboli,coloro i quali si...