Capitolo 7

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Entrai al Vipra come sempre: come se non me ne fregasse niente e come se ci fossi arrivato per sbaglio.
Ma per sbaglio non c'ero mai arrivato; all'inizio speravo di vedere lei, i suoi occhi così spenti, egoisticamente, mi facevano sentire meno solo, le sue labbra mi attiravano come le falene vengono attirate dalla luce:in maniera fatale. Eppure lei , così fragile della femme fatale, aveva un po' tutto e un po' niente. Successivamente avevo invece memorizzato i suoi turni, non pensare Spettatore che io sia uno stalker e che fossi ossessionato da lei,o meglio, sono ossessionato da lei, ma solo perché nell'esatto momento in cui la vidi me ne innamorai perdutamente. Cosa può fare un uomo davanti a un simile sentimento?
Nulla. Quindi passavo le mie serate lì, non che fosse un brutto posto anzi, il mio solito tavolino mi attendeva sulla sinistra, in fondo, in modo tale da poter avere sempre un'ottima visuale, sul locale e su lei ovviamente.
"John scusami posso parlarti un momento? " dissi quella sera, una sera come le altre apparentemente, eppure una serata che mi dava coraggio per chiedere una cosa che mai avrei osato chiedere.
"Dimmi tutto, dopotutto sei il mio miglior cliente "  rispose con un sorriso genuino,
"Al posto del solito, sarebbe possibile avere una bottiglia di vino?"
"Tutto qua? Questo volevi chiedermi? Ovvio che è possibile, quale desideri?"
"Ecco, ci sarebbe un'altra la cosa, la bottiglia sceglila te, prendi quello che vuoi non mi importa del costo, ma sarebbe possibile berla con Amaya? da solo sarebbe sprecata" e avrei giurato Spettatore di sentire la mia voce piegarsi verso la fine, temendo la risposta.
"Ovviamente non posso proprio decidere io, però posso fartela portare da lei e nel caso in cui lei ti dicesse di si, a me andrebbe bene"
"Gentilissimo come sempre John"
" È sempre un piacere amico"
E fu così che quella sera lei arrivò, bella come sempre, nel suo solito tubino nero, con un ottimo vino bianco e con tutto il mio coraggio le dissi:
"Per piacere, sarebbe sprecata per essere bevuta da una sola persona, resta, ti prego".
La stavo supplicando con gli occhi, con le mie parole, con il mio corpo, sporto in avanti verso di lei, ti prego resta con me, solo un'ora.
E forse perché vidi John farle un cenno, forse perché era il suo lavoro eppure lei si sedette e disse:
"Ma certo che resto, chi sprecherebbe questo ben di Dio?"
Rise e io mi sentí più leggero.

Nel segno del capricornoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora