Capitolo XVII

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"Vieni spesso qui?" domandó Alessandro ascoltando il distretto di fabbriche cigolare incessantemente sotto i capricci della brezza estiva.
"Ogni volta che mi soffermo a pensare qualcosa di importante" disse lei osservando l'albero di fichi a cui si stavano avvicinando.
"Ah quindi ritieni che io sia importante" ridacchió lui.
Julia arrossì lievemente e cercò di cambiare discorso, mentre camminavano verso il centro del giardino abbandonato fuori città.

Il cielo era terso, tirava un fievole vento caldo, era tutto esattamente come lei lo aveva lasciato la volta precedente, in cui stava pensando inconsciamente alla persona che ora aveva affianco.

Le stelle illuminavano quell'improbabile radura verde in un bosco di palazzi, era forse l'unico posto da cui si potevano ancora vedere bene. L'illuminazione urbana era assente e gli astri celesti provvedevano ad animare i movimenti degli alberi che si agitavano col vento, i movimenti dell'erba e i movimenti delle labbra dei due ragazzi, che illuminavano tutto il resto con i loro discorsi.

"Ti piacciono le stelle?" chiese lei.
"Si, ma nessuno le guarda mai. Quando ero piccolo cercavo sempre di contarle dal mio letto, attraverso la finestra, ma finivo sempre per addomentarmi" confessó lui lasciando affiorare dolci ricordi alla mente.
Lei sorrise e continuó senza staccare lo sguardo dal cielo:"Mia madre mi diceva che ognuno di noi quando muore diventa una stella".
"Forse è per questo che sono infinite" incalzó, iniziando anche lui a guardare il cielo.
"Ognuno di noi sarà una stella, mi diceva. E quando io morirò potrai avermi sempre accanto, ti basterà guardare quella stellina lì vicino alla luna, si chiamerà Elisa" disse lei con la voce ormai rotta da una lacrima che le solcava la guancia, mentre indicava una piccola stella accanto alla luna piena.

Alessandro si sentì colpito dalla scena e sentì crescere una commozione dentro di lui. Aveva ormai capito che quell'Elisa non c'era più e guardò tristemente Julia protendere le braccia verso il cielo, come se volesse afferrare le mani di sua madre.

"Sai" esordì lei dopo qualche secondo, "Io credo che le stelle siano proprio come le persone: non alzi mai lo sguardo verso il cielo perché tanto sai che ogni notte saranno sempre lì". Si interruppe cercando di trattenere un singhiozzo e continuó sommessamente:"Ma prima o poi le stelle si spengono e sarà troppo tardi per cercarle ancora con lo sguardo".

Lacrime amare le solcavano il viso, non si era mai sentita così debole dal giorno della morte di sua madre. Non aveva mai parlato a nessuno di lei e né tantomeno aveva mai pianto davanti a qualcuno. Non sapeva nulla di quel ragazzo che aveva accanto, eppure per la prima volta si era sentita se stessa, in un modo che nemmeno lei sapeva d'essere.
Il silenzio accompagnò per qualche lungo secondo le lacrime che rigavano il volto di Julia, si sentiva una stupida in quel momento.
Come se volesse spezzarlo senza parlare, Alessandro la abbracciò improvvisamente.
Le sue braccia erano esili eppure riuscivano a farla sentire protetta, al sicuro. Sentì un tepore piacevole circondarla e smise repentinamente di piangere, quasi come se sua madre le avesse mandato quell'abbraccio.

Passarono alcuni secondi, forse un minuto, forse un'eternità.
Julia poggió la testa sul suo petto e riuscì a sentire il battito del ragazzo accelerare all'unisono con il suo.
Il tempo si era fermato, scorreva allo scoccare dei battiti dei loro cuori, perché un abbraccio è un luogo senza tempo.
E così tutt'intorno continuavano a frusciare gli alberi, a cigolare le fabbriche, ad illuminare le stelle, diventando il contorno di un'emozione che vivrà eternamente in un ricordo.
Lui, così solo, silenzioso.
Lei, così loquace, così profonda.
Due sconosciuti di cui ormai non esisteva più nulla, se non un paio di braccia aggrovigliate.

"Scusami" sussurrò lui imbarazzato non appena si sciolsero dall'abbraccio.
"Grazie" replicò invece lei arrossendo, mentre si asciugava l'ultima lacrima.
Julia lo guardò negli occhi, così neri, così profondi. Stavolta il suo sguardo era luminoso come una stella, stavolta era caduta nella sua profondità.

"Non volevo vederti piangere" ammise lui guardando un punto indefinito del prato. "Non mi piace quando le persone piangono" si giustificó arrossendo.

Alessandro non chiese più nulla riguardo quell'argomento così dolente, entrambi cercarono di far virare la conversazione su altro.

Era ormai mezza notte e ci sarebbe voluto del tempo per tornare in città, così i due si incamminarono verso la via di ritorno. I loro passi erano accompagnati da parole imbarazzate e languidi sguardi gettati casualmente, distolti troppo velocemente per via di un casto senso di vergogna che solo le persone innamorate conoscono.

"A volte mi sento un po' insicuro di me stesso" ammise lui, non aveva parlato molto di sé durante la serata.
"Come se non potessi riuscire ad avere ciò che voglio come fanno tutti" incalzó guardandosi timidamente la punta delle converse nere.
"Non si può avere tutto nella vita, come io una madre oltre a un padre. A volte è qualcosa che non puoi comandare, decidere cosa darti e cosa toglierti. Ma posso giurarti che se vuoi qualcosa dalla tua vita ardentemente l'avrai, ne sono certa. Se uno zoppo volesse vincere una maratona lo farebbe senza ascoltare le parole di nessuno" rispose lei sorridendo.
"Vorrei proprio vedere la vita con i tuoi occhi verdi, Julia" disse dolcemente guardandola.
"Ed io vedermi con i tuoi occhi neri" rispose lei rallentando il passo, nascondendo il viso dietro una ciocca di capelli per celare il rossore delle guance.
"Forse vedresti molto più di ciò che vedi allo specchio" le sussurrò prima di velocizzare il passo.

Quella sera Julia pensó a lungo distesa nel letto. Pensó così tanto da non toccare libro.
Allo stesso modo Alessandro, così tanto da non ascoltare nemmeno una canzone.

Spazio autrice
"Caro Lettore, il momento tanto atteso è arrivato. Cosa mai ha spinto Alessandro a voler compiere una serie di atti così estroversi nei confronti di Julia? A lei sembra non dispiacere questa cosa. Forse nel prossimo capitolo si creeranno ulteriori interrogativi... "

JuliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora