Capitolo XVI

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L'odore dei libri, un aroma inconfondibile.
Il silenzio di mille pensieri, un piacere inebriante.

Julia era immersa nelle parole de "Il ritratto di Dorian Gray", mentre un raggio di luce che trapelava dal finestrone dell'atrio della biblioteca le illuminava lo sguardo.
Era seduta ad un grosso tavolo che in inverno si riempiva di persone intente a leggere ogni tipo di libro, facendo volare i propri pensieri come moscerini su una tavolata di pietanze.
Ma quel simposio così popoloso si andava a diradare durante le stagioni calde, fino a sparire durante l'estate. L'unica superstite era proprio Juilia, che in estate inoltrata sedeva ancora a quella lunga tavolata di sapere e solitudine, imperando a capotavola come un nobile vedovo nella sua sala da pranzo.

Erano circa le sei del pomeriggio, nella sala aleggiava un silenzio così intenso da risultare quasi assordante, mentre al di fuori imperversavano i suoni urbani, le voci dei ragazzi, la spensieratezza.

Se una persona mi piace molto, non dico mai il suo nome ad altri: sarebbe come cederne una parte.” lesse queste parole impresse sulla carta.
Un nome le sfiorò prepotentemente i pensieri. Quel ragazzo che tanto la incuriosiva la tentava piacevolmente, fino a renderlo un tormento. Ogni cosa ormai la costringeva a ricondurre i suoi pensieri verso di lui, era diventato un'inevitabile distazione.

Julia non riusciva a capacitarsi del fatto che lei, ragazza indipendente e solitaria, potesse ridursi a pensare quasi devotamente ad una sola persona in ogni momento della giornata.
Ogni paio d'occhi era divenuto disuguale al suo, ogni passo, movenza. Lui era diventato un bellissimo girasole in un roseto appassito.
Constató poi che forse Oscar Wilde non aveva tutti i torti affermando tali parole, dato che della sua passione per Alessandro non aveva proferito parola nemmeno a Francesca. Forse perché non sapeva nemmeno lei come appellare le sue emozioni.
E intanto lo teneva tutto per sé, anche il solo pronunciare quel nome sarebbe stato come gettare una parte di lui in aria.

Mentre era assorta nei suoi pensieri arrossiva leggermente, aveva lo sguardo perso in un punto indefinito di quelle ordinate falangi di parole guerriere, tanto rapita che chiunque avrebbe detto che era particolarmente presa da quella lettura, piuttosto che da qualcuno.

"Quel Dorian doveva essere proprio bello per passare tutte le giornate a dipingerlo, non trovi?" irruppe una voce nel turbine di sospirati pensieri che l'aveva inghiottita.
Julia sussultó, come se qualcuno fosse riuscito ad udire le parole che stava proferendo mentalmente.
Si giró di scatto e vide due occhi neri come le tenebre, così neri che sembrava non esistere l'iride.
Julia ebbe un secondo tuffo al cuore, stavolta più violento. Lo sentì pulsare in petto, assieme a tutto il suo sistema venoso che pompava il sangue con l'intensità di una rete idrica in città.
Ebbe come la sensazione che i suoi pensieri avessero preso forma materiale proprio lì davanti a lei, una bellissima forma.

"Come fai a sapere cosa sto leggendo?" sbottó confusa rivolgendo per una frazione di secondo lo sguardo al libro di cui abitudinariamente aveva nascosto la copertina, distendendola sul tavolo.
E poi, posando nuovamente lo sguardo su quell'ospite inaspettato il suo animo si placó, come se avesse paura di farlo sparire, quindi soggiunse sommessamente:"Perché sei qui?".
Non poteva crederci, ormai le domande si erano moltiplicate a dismisura, tanto che se le avesse proferite il suo interlocutore non sarebbe riuscito a tenerle il passo con le risposte.
Perché lui era lì? Cosa lo aveva spinto ad andare in un posto così tanto solitario, noioso? Forse l'aveva seguita? No, non poteva essere, nessuno si sarebbe curato a tal punto di lei.

"Mi hai fatto solo domande, ma non mi hai dato nessuna risposta" osservo placidamente lui, evitando tutte le sue domande di gran classe, come se avesse aperto un ombrello per ripararsi dalla pioggia di interrogativi che gli minacciava il capo.
"Non posso biasimarti, ma forse sarebbero più lecite le mie domande che una risposta alla tua" disse lei di tutta risposta. Non le piaceva quando le persone giravano attorno alle cose, peggio ancora quando le evitavano.
"Non serve che tu ti agiti mia cara" rispose lui divertito. La guardó con uno sguardo di cui non lasciò decifrare alcun senso e aggiunse:"D'altronde sono qui perché ci sei tu".
Il cuore di Julia ebbe un terzo violento sussulto, una persona meno forte di lei non avrebbe retto a tanti scossoni emotivi.

Cercó invano di non lasciar trapelare la tempesta di emozioni che si stava impossessando della sua lucidità.
"Alla fine vedo che mi hai dato una risposta" disse cercando di sembrare il più rilassata possibile.
"E l'altra?" incalzó impaziente.
"Mi limiterò a dirti che la mia risposta vale per entrambe le domande" risposte lui con il suo solito fare misterioso. "Forse non sarò un buon interlocutore, ma sono certo di essere un ascoltatore eccellente" si limitó a dirle.
Per una frazione di secondo Julia parve non comprendere l'andamento del suo discorso e questo la portò ad un panico interiore relativo al suo elaborare una risposta sensata.
Poi le balenó in mente il suo discorso a casa di Jo' circa il suo passatempo in Biblioteca e il libro di Dorian Gray.
"E allora per quale motivo sei venuto a parlare qui con me?" domandó un po' incerta lei.
"Perché? Non avrei dovuto?" disse lui con un finto cruccio.
Ma Julia non potè che rammaricarsi dell'averlo apparentemente offeso, forse era stata troppo tagliente.
"No, no, non dico questo" cercó di addolcirsi.
"Hai qualche libro per me?" le chiese improvvisamente lui mentre si aggirava distratto nei pressi di un grosso scaffale polveroso.

Quel pomeriggio Julia scoprì che Alessandro era un appassionato di romanzi di ogni tipo e, anche se ammessi con un po' di remore, inclusi i romanzi d'amore.
Sotto consiglio di lei iniziò la lettura di un curioso libricino:"Il cavaliere inesistente" di Italo Calvino.
"Parla di storia, d'amore e di ogni uomo sulla terra" come gli disse Julia.
Gli parve strano all'inizio di come un libro potesse essere così eclettico se scritto in così poche pagine.
Ma poi, dopo aver passato una manciata di tempo a leggerlo nel suo solito silenzio, capì che nonostante la sua apparenza rivelasse più di quanto ci si potesse aspettare. Gli venne da pensare che quel libro fosse un po' come lui e forse un po' come tutte le cose.

Julia gli sedeva accanto leggendo il suo romanzo inglese distrattamente, sbirciando invece il volto di lui completamente rapito da quella lettura.
Non era strano vederlo in silenzio, ma stavolta era un silenzio diverso il suo. I suoi occhi ottenebrati dalla solita inespressivitá si erano improvvisamente accesi di un bagliore quasi accecante, come se qualcuno avesse acceso la luce dopo ore di buio.
Sembrava quasi un bambino.

Per la prima volta Julia, come del resto chiunque potesse presenziare in quel momento, era riuscita a vedere veramente chi si celava dietro quella maschera così cinica da sembrare quasi pirandelliana. Riuscì a vedere la sua anima, senza che nessuno dei due proferisse parola.

"Vieni con me?" disse lui osservando le imposte socchiuse che lasciavano trapelare un raggio di sera.
"Dove mi porti?" rispose lei divertita, chiudendo il libro sul tavolo.
"Non importa dove, l'importante è chi" le disse sommessamente lui.
Fece per sorpassarla presso l'uscio nell'atto di aprirle la porta in un inchino di scherno.
"Madame" le si rivolse divertito.
Lei rise e accettò l'invito di galanteria, passando per la porta con un portamento volutamente altezzoso.

"So che ti piacerebbe vivere così" disse lui mentre camminavano per le strade notturne di San Lorenzo.
"Come fai ad indovinare sempre tutto?" ammise lei.
"Osservare dà frutti migliori dell'agire. E tu leggi certi tipi di libri che mi fanno immaginare una certa nostalgia per i tempi andati" osservó Alessandro.
"Hai ragione..." disse lei guardando un punto del pavimento imbarazzata, come se qualcuno l'avesse appena vista nuda.
"Piacerebbe anche a me tornare nel passato" ammise lui in tono di consolazione.
"Quando forse l'aria era più pura" incalzó Julia.
"Quando forse lo erano anche i sentimenti" riflettè lui osservando il cielo stellato.
La conversazione prese questo andazzo filosofico, cosa che a nessuno dei due dispiacque per nemmeno un minuto.
Nessuno aveva mai visto Alessandro parlare così tanto e così sinceramente.
Continuarono a camminare finché Julia capì che non avevano una meta, ragion per cui inizió a condurlo fuori città.

Spazio autrice
"Caro Lettore, stranamente quel ragazzo tanto misterioso sembra essersi rivelato. Ma cosa lo avrà spinto ad interessarsi improvvisamente di Julia?
Ma soprattutto più lo si conosce più sembra nascondere qualcosa. Forse nel prossimo capitolo sapremo più cose di quanto ci si possa aspettare."

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