Capitolo due

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Venni svegliata dal cellulare che vibrava sul comodino affianco alla robusta scrivania di legno.Il sole stava tramontando e la casa era completamente silenziosa.

Mi alzai velocemente dal letto,picchiettando l'indice sul display del cellulare in modo da illuminarlo e leggere un messaggio da parte di mia madre

"Tesoro,questa sera invito a cena Luck perché dobbiamo parlare."

Sapevo che qualcosa non andava,l'avevo capito quando oggi era completamente distratta e si sforzava al meglio di seguire le mie conversazioni inutili.

Sapevo che,se fossi rimasta in casa ancora per un minuto sarei impazzita, così, dopo aver rovistato nel mio armadio e optato per una canotta e un jeans,mi infilai le mie adorate converse,pronta ad uscire di casa.

Appena superata la soglia della porta,l'aria fredda colpí la mia pelle facendomi rabbrividire.Ero ancora abituata al clima caldo della mia adorata Florida e pur sapendo che in questa città sarei rimasta per molto tempo non riuscivo a non pensare alle persone che mi ero lasciata alle spalle,quasi scappando.

Arrivai velocemente nel locale più vicino,la campanellina che segnava l'entrata di una persona,risuonò per tutto il locale.Mi avvicinai maggiormente al bancone,lasciando scorrere la vista sulle numerose bottiglie alcoliche disposte in modo ordinato sugli scaffali di legno.

«Uh chi abbiamo qui»Nell'istante in cui mi girai per vedere chi avesse parlato,vidi il ragazzo di stamattina che mi aveva praticamente insultato.

«Sei sicuro di poter parlare con una puttana?»lo derisi con le stesse parole che aveva usato lui qualche ora prima.

«Un grazie sarebbe bastato»Le sue labbra si incresparono in un piccolo sorriso

«E perché dovrei ringraziarti?Perché mi hai insultata? Derisa? oppure semplicemente umiliata?»gli dissi

«Solo per averti salvato il culo da quello stronzo e,tanto per precisare, non lo pensavo davvero»Ammise con riluttanza mentre entrambi ci girammo verso la cameriera che veniva verso di noi

«Oh io..» fui interrotta da una voce alquanto stridula

«Cosa ti porto?»Disse poi lei verso il ragazzo con cui stavo discutendo e che ancora non conoscevo il nome,ignorando completamente me.

«Cosa vuoi piccola?»si girò dalla mia parte e in un certo senso ero felice che mi avesse posto quella semplice domanda.

«Un bicchiere d'acqua»Dissi

Dal modo in cui,la cameriera fintroppo scoperta,mosse le labbra capii che in un certo senso le facevo pena.

«Vada per due bicchieri di acqua»istruí lui mentre lei oltrepassava una robusta porta di legno.

«Solo Jenni..» nel momento in cui cercavo di presentarmi anche lui lo fece ed entrambi scoppiammo a ridere

«Prima tu..» disse alla fine

«Sono Jennifer ma chiamami tranquillamente Jenn»mi corressi subito prima di porgergli con fare troppo formale la mano

«Ashton,piacere» un sorriso radioso illuminò il suo viso mentre eravamo entrambi concentrati a stringerci a vicenda la mano.

Stavo per parlare quando il cellulare vibrò di nuovo,ricordandosi che ero in ritardo per la cena.

«Oh be io,dovrei andare»mi alzai velocemente, afferrando tra le dita la giacchetta che avevo portato con me.

«Ma l'acqua..non la vuoi»Dal suo tono di voce potei capire che era deluso.

«Bevila tu,non può farti che bene»Dissi prima di estrarre un foglietto,prendere la penna dal bancone e scrivere con velocità il numero di telefono.

«Se ti va,ci possiamo rivedere...e poi ti vorrei ringraziare.»aggiunsi prima di stampargli un bacio sulla guancia e uscire velocemente dal locale senza dargli tempo di rispondere.

Era sorprendente come passava velocemente il tempo quando ti trovavi bene con qualcuno.

Ormai il sole era tramontato e la luce naturale,venne sostituita da quella dei lampioni posti in ordine su ogni marciapiede.

Non ebbi il tempo di bussare che mia madre mi venne velocemente ad aprire.

«Amore,entra mi devi aiutare a cucinare» mi spinse nell'abitazione senza troppa gentilezza.

«È già qui? le domandai

Non mi rispose,era inutile perché Luke ora era davanti a me con le spalle appoggiate contro il muro.

«Ciao amore» mi stampò un bacio falso sulle labbra prima di scomparire nel salone

«Mamma mi devi spiegare»Le dissi tranquillamente.

«Tesoro,la cena»

«Asia dighory»pronunciai per intero il suo nome,così lei si girò di nuovo nella mia direzione.

Sul suo volto era dipinto un piccolo sorriso che non arrivava agli occhi.Delle piccole rughe contornavano quest'ultimi,facendola apparire più stanca del solito.

«Vieni,parliamo»mi prese la mano e raggiungemmo Luke che era intendo a osservare la nostra modesta casa.

«Mamma»questa volta urlai.

«Tua zia non sta bene quindi vorrebbe una mano con i figli.»

Dopo aver degludito,continuò

«Mi trasferisco in Florida,sto con lei perché ha bisogno di me,potrai venirmi a trovare quando vuoi e ci sentiremo sempre» sputò tutte quelle parole in un secondo cercando di giustificarsi.

«Mamma non mi puoi lasciare da sola,non anche tu» la mia voce tremava e le lacrime minacciavano di scendere lungo le mie guance.

«Per questo verrà a vivere qui,Luke.Ho già dato le chiavi di riserva»Sorrise come a volermi incoraggiare

Questa volta scoppiai a piangere.Con luke? Con quel fotturo bastardo che non mi aveva mai amata?Ma mi prendeva in giro forse.Ah,mamma se solo tu sapessi.

Corsi su per le scale,mentre le lacrime e i piccoli singhiozzi venivano attutiti dal piccolo cuscino che tenevo schiacciato sul viso.

Era già tutto deciso.La mia vita era finita.

Poi fu tutto nero.. mi addormentai subito,ignara di cosa sarebbe successo.

*Buongiorno ragazze,spero che questo capitolo sia di vostro gradimento.Come vedere non era Harry.Vi farò soffrire ancora un pochino.Commentate e ditemi cosa ne pensate* Vi adoro.Alla prossima

SEGUITEMI QUI,CONTINUO LA STORIA @Ceneredivita__Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora