Cap.4

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Tra regole varie e scritti di ogni tipo il primo anno di Wei Wuxian presso i Meandri delle Nuvole giunse al suo termine. Non ci aveva messo molto a comprendere che essere un discepolo di GusuLan non era semplice come fare una passeggiata tra le magnolie. C'erano molte cose da tenere in considerazione, orari da rispettare alla perfezione e libri da leggere con la massima cura e attenzione, oltre che riporli nel giusto ordine all'interno degli scaffali del Padiglione della Biblioteca. Gusu non era divertente, c'era un silenzio assoluto e questo lo imparò a sue spese quando dovette stare ore inginocchiato di fronte al muro delle regole perché aveva alzato la voce più del necessario. Nonostante questo, non si pentì mai davvero di aver accettato quel nastro che, candido, rivestiva la sua fronte. Era un onore troppo grande, un qualcosa che un orfano come lui non avrebbe mai creduto di ricevere. Eppure, continuò imperterrito a voler mantenere il suo cognome, dando sempre la stessa risposta a ogni discepolo che gli chiedeva perché non si chiamasse Lan.

Era inverno inoltrato e la neve aveva ricominciato a cadere da poco, dopo pochi giorni di tempo sereno ma, freddo al tempo stesso. Una strana atmosfera cominciò ad avvolgere Gusu come una sorta di veste invisibile, ma era una semplice sensazione a cui non si riusciva a trovare un nome effettivo, anche se non per tutti era così. Wei Ying si sentiva piuttosto normale, forse un po' fiacco per via della stanchezza tipica di ogni studente che si ritrova a passare ore sui libri a ricopiare in modo maniacale i versetti scelti per quella settimana.

Mentre camminava non poteva far altro che ruotare il polso destro per cercare di dare un minimo sollievo alla sua mano, mentre il braccio sinistro stringeva, contro il petto, il quaderno usato per le varie ricopiature. Nel momento in cui uscì dal Padiglione si accorse di un airone solitario che cercava qualcosa tra la neve fresca. Non se ne vedevano spesso da queste parti e per questo il piccolo Wei ne rimase molto affascinato ma, quando stava per compiere un passo per cominciare il suo avvicinamento, vide l'animale alzare la testa ed ergersi in volo, un movimento che i suoi occhi grigi seguirono con molta attenzione finchè il volatile non si allontanò definitivamente dal suo campo visivo.

L'airone era simbolo di forza, pazienza e longevità, e in molte leggende veniva rappresentato come la guida delle anime in quel posto chiamato paradiso. Per questo motivo era appena volato via? Una persona che non c'era più aveva bisogno di un custode per raggiungere un posto dove non soffrire più? Wei Wuxian non ne aveva idea, non sapeva se crederci o no, ma per un attimo si ritrovò a sperare che anche le anime dei suoi genitori avessero trovato il loro airone personale pronto a guidarle.

Sospirò per un attimo per poi scuotere la testa e prendere a guardarsi intorno. Lui e Lan Wangji frequentavano le stesse lezioni, spesso si ritrovavano all'interno del Padiglione della Biblioteca dove era solito disturbarlo varie volte se non riusciva a capire qualcosa. Eppure, non lo vedeva da tutto il giorno, perfino dalle letture mattutine. Questo era decisamente strano! Lan Zhan non mancava mai anzi, era anche troppo puntuale. Nessuno aveva detto niente, nessuno aveva osato chiedere nulla specialmente nel vedere lo sguardo ancora più glaciale di Lan Qiren.

Wei Ying non sapeva cosa pensare, ma le sue gambe presero a muoversi in maniera automatica anche in modo piuttosto svelto. Aveva il bisogno di trovare Lan Wangji, anche se forse la sua preoccupazione non era necessaria. Insomma, si stava parlando del figlio minore del capo Setta, se gli fosse successo qualcosa non si sarebbe venuto a sapere? Forse Wei Wuxian stava facendo galoppare anche troppo la sua fantasia, ma quando era preoccupato la sua parte razionale non era in grado di rimanere lucida troppo a lungo. Infondo, aveva pur sempre sei anni.

Mentre stava correndo si accorse della presenza di Lan Xichen che stava camminando nella direzione opposta alla sua. Non aveva visto nemmeno lui durante la giornata, ma essendo più grande aveva degli orari diversi anche per quanto riguardava le lezioni, quindi non lo incrociava spesso.

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