Il vento gelido soffiò sui ricci di Harry spettinandoli fastidiosamente e procurandogli un terribile prurito alla fronte.
Il freddo gli penetrò nelle ossa e quasi tremò quando l'ennesima folata di vento lo colpì nuovamente.
Aprì gli occhi e quando si rese conto di essersi addormentato in veranda, strabbuzzò le palpebre e si stiracchiò sulla poltroncina di vimini.
Fece un respiro profondo, ma prima di potere esalare l'aria che aveva ispirato un rumoroso starnuto lo travolse."Cazzo" imprecò il cameriere, quando un doloroso bruciore gli avvolse completamente la gola.
"Questa non ci voleva" si lamentò ancora una volta, maledicendosi mentalmente per essersi addormentato nel balcone.
Così, spossato e dolorante afferrò il plaid e chiuse la porta che collegava il salotto alla veranda, per evitare che altri spifferi di vento entrassero in casa.
Si diresse in bagno e quando si guardò allo specchio, si toccò le ghiandole linfatiche constatandone il gonfiore.
Il suo naso era già rosso e la tosse non tardò ad arrivare, ma fortunatamente la sua temperatura corporea era nella norma ed Harry sperò con tutto se stesso che non gli sarebbe salita la febbre di lì a poco.Arrivò barcollando in cucina e quando aprì il frigo e afferrò il cartone di latte se ne versò un buon quantitativo sulla maglietta del pigiama.
"Tomlinson" sibilò richiudendo con forza il frigorifero.Versò il latte restante in una tazza di ceramica e quando afferrò la maniglia del fornetto a microonde per infilarla dentro gli prese un colpo quando lesse l'orario indicato su uno dei tanti pulsanti del fornetto.
7.30 am
"Cazzo, cazzo, cazzo" esclamò quasi come fosse un mantra, per poi sfilarsi in fretta e furia la maglietta ed i pantaloni del pigiama e per poco tirò giù anche i boxer!
Si rinchiuse in bagno e legò in una coda disordinata i capelli, liberandosi velocemente il viso.
Stava letteralmente impazzendo per cercare la sua camicia a quadri da qualche parte nel salotto, senza successo.Entrò in camera e ne cercò un'altra e quando finalmente ne trovò una adatta, si rese conto di avere avuto quella a quadri davanti ai suoi occhi.
"Mi stai prendendo per il culo, vero?"
Si rivolse con tono minaccioso alla camicia, infilandosela a forza e lasciandola aperta sul davanti.Si legò il grembiule davanti alla parte scoperta di pelle e avvolse una sciarpa viola attorno al collo per proteggersi dal freddo vento invernale.
Raggiunse la cucina e il bip del microonde lo informò che il latte aveva raggiunto la temperatura desiderata.Interdetto aprì il fornetto e tracannò più di metà del contenuto della tazza, deglutendolo a forza giù per la sua gola dolorante.
Quasi non lo sputò per quanto fosse bollente e quando finì di inghiottirlo lanciò con poca delicatezza la tazza nel lavandino, per poi afferrare i Jeans sulla sedia della cucina e calzarli con difficoltà.Infilò le scarpe da tennis senza calzini e tirò giù dall'attaccapanni il suo giubbotto invernale, cercando le chiavi della macchina nella tasca laterale.
"Bingo!" Esultò quando riuscì a tastarle con i polpastrelli.
Si precipitò fuori dell'appartamento e schiacciò più volte il tasto dell'ascensore, notando dopo cinque minuti buoni l'enorme scritta "guasto" davanti ai suoi occhi.
"Non posso crederci"
Sospirò e incominciò la sua frenetica corsa contro il tempo, o contro le scale.
Per poco non inciampò nel penultimo gradino rischiando di rompersi qualcosa.
Finiti i gradini, si girò nella loro direzione e gli dedicò un sentito dito medio.
"Non questa volta stronzi" ridacchiò soddisfatto girandosi in avanti e sbattendo contro qualcosa di estremamante duro."Non ci credo" sussurrò sconcertato il riccio.
"Non posso crederci" ripetè nuovamente, estremamente esterrefatto.
"Freddie boy?" Inarcò un sopracciglio il liscio, allontanandosi dal cameriere infastidito.
"Tomlinson" sputò acido, sorpassandolo velocemente ed entrando nella sua piccola smart rossa.
"Non ci posso credere" scosse la testa e picchiettò le dita sul volante in segno di disperazione e agitazione.
La giornata non era iniziata bene, affatto bene.
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born from a coffee
Teen FictionHarry Styles, per intenderci, era il solito ragazzo carino della caffetteria sotto casa che sprizzava sensualità da tutti i pori, che con uno schiocco delle dita poteva avere tutto e tutti, munito di un bel caratterino ed una curiosità irrefrenabile...