Capitolo 7

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"Jane, ptss Jane. Vieni qui, devo darti notizie shock" sussurrò Harry, dando qualche leggera gomitata sull' avambraccio dell'amica.

"Harry, che problemi hai? Perchè stai sussurrando? Siamo solo noi nel bar"
Rispose Jane, incrociando le braccia al petto e rivolgendo lo sguardo ai capelli di Harry, che erano legati in un orribile elastico viola e per di più, si potevano perfettamente contare tutti i nodi che su erano creati attorno ad esso.

"Uuh" mugolò la cameriera, immaginandosi che dolore avrebbe provato l'amico una volta tolto l'elastico.

"Che c'è?" Domandò Harry,  evidentemente confuso dalla smorfia e dal gemito di dolore che l'altra aveva riservato ai suoi capelli

"Nulla... nulla. Di che notizie shock mi parlavi?" Ignorò il discorso, incuriosendosi sempre di più a quella faccenda che Incominciava ad interessarle

"Ho scoperto delle possibili, anzi quasi certe, informazioni sul conto di Tomlinson!" Esultò eccitato, prendendo dalla tasca un fazzoletto, per poi soffiarsi rumorosamente il naso.

"Chi è Tomlinson?" Chiese Jane, ignara del fatto che il nostro bello e misterioso Tomlinson, fosse la ragione per la quale Harry aveva preso un raffreddore bell' e buono e la ragione per la quale, sembrava uno degli zombie di resident evil. (Film, che per la cronaca, Jane detestava.)

"Tomlinson è il Signor stronzo re del bar!" Confermò il riccio, ma la cameriera sembrava non aver afferrato ancora il concetto

"Signor Stronzo re del bar?" Inarcò il sopracciglio destro, incominciando a spolverare la vetrina con una pezza umida

"Andiamo Jane, metti in moto quel cervellone che ti ritrovi! Signor stronzo re del Bar, quello del caffè macchiato! Quello che non voleva mangiare la ciambella perchè offerta dalla casa!" Le rinfrescò la memoria Harry, gesticolando freneticamente

"Ah già! Quello che ha esplicitamente detto che non avrebbe mai più rimesso piede in questo bar e che ti ha minacciato di farti perdere il posto! Quello che hai preso a insulti, definendolo, vediamo se ricordo bene:
Stronzo, idiota, e cos'altro?
Ah già, anche coglione.
Queeel Tomlinson?" Replicò Jane, rinfacciando ad Harry tutti i suoi errori che prima o poi li avrebbero portati sull'astrico.

"Si mamma, esattamente quel Tomlinson."
Confermò, ignorando la massiccia dose di sarcasmo e risentimento con i quali Jane aveva infarcito il suo discorso barra ramanzina, che puntualmente, sfoderava ogni qual volta Harry facesse qualcosa che potesse mettere a rischio la sua carriera lavorativa

"Lo stesso Tomlinson che sta fissando da cinque minuti buoni la porta d'entrata, aspettando che qualcuno di noi, e per la cronaca con 'qualcuno di noi' intendo tu, gli apra?" Gli domandò la cameriera voltandosi nella direzione di Harry e facendo un cenno con la testa nella direzione dell'ingresso, per motivarlo ad aprire la porta.

Harry a passo esteriormente morto, perchè dentro di sè si stava avvenendo sul portone di ingresso, si diresse all'emtrata e inserendo le chiavi nella serratura aprì la porta del bar, alzando lo sguardo su occhi azzurri.

Aspettate, aspettate, occhi azzurri? Volevo dire, Tomlinson.
*Alzando lo sguardo su Tomlinson... dicevamo.

"Non mi aspettavo di ritrovarla qui, per farsi servire da un cameriere riccio da quattro soldi" lo punzecchiò Harry, per poi aprire la porta e bloccarla con lo zerbino in modo da dare libero accesso ai clienti successivi.

"Vuoi i miei soldi o no?" Gli rispose di rimando Tomlinson, pulendosi le scarpe da ginnastica sullo zerbino e spostandolo accidentalmente dalla porta, facendo catapultare il cameriere per non farla sbattere e di conseguenza, rovinare l'intonaco da poco restaurato.

"Si accomodi, signore"
Disse Harry, sperando di farlo sentiere con quel 'signore' un cinquantenne in crisi di mezza età.
Ma Tomlinson, sembrava alquanto soddisfatto del titolo che Harry gli aveva affibbiato se pur con lo scopo di fargli un torto

"Io non capisco" pensò Harry, rimanendo imbambolato a fissare il giacchetto di pelle nera del ragazzo, che gli donava un'aria da tosto.
Insomma, non che lui non lo fosse già, ma questo lo rendeva più cazzuto, un po' come la calvizie rendeva cazzuto Vin Diesel, il concetto è quello, solo che Tomlinson non era calvo. Chissà come sarebbe da calvo.

"Ei, ei, Freddie boy? Ci sei?" Schioccò le dita il liscio davanti agli occhi di Harry, cercando di recuperarlo dal baratro di distrazione in cui si era buttato a capofitto.

"Mh? Si, si. Che cosa desidera?" Scosse la testa e tirò fuori dall'altro taschino il suo solito taccuino.

"Un caffè macchiato, nè troppo caldo troppo freddo." Replicò Louis, giocando con i fazzoletti del tavolino.

"Con o senza schiuma di latte?" Chiese Harry, per evitare nuovi equivoci.

"Senza" concluse Louis, alzando lo sguardo sugli occhi del cameriere, anzi, più che negli occhi, lo guardò nei capelli ed inarcò un sopracciglio pressando le labbra sottili in una linea, per nascondere una risata.

"Cosa c'è da ridere?" Gli domandò Harry, tremendamente infastidito dal comportamento immaturo di Louis.

"Niente, niente" concluse passandosi una meno sulla bocca, trattenendo un'altra imminente risata

"Ma che diamine avete tutti oggi?"  Si lagnò Harry, tornando al bancone.

"Tu, devi dirmi tutto quello che sai su signor stronzo re del bar, intesi?"

Spazio autrice
Oggi non vi dico nemmeno Heilà, perchè mi sento troppo trasgry.
No apparte gli scherzi, ringraziate il mio bruciore di stomaco per questo nuovo capitolo e di cui, per la cronac- no scherzo, AHAHAHAHA.

Mi sento troppo Kurt Cobain perchè lui soffriva di un bruciore allo stomaco cronico e aveva paura di guarirselo perchè temeva di sembrare meno incazzato quando cantava. Il concetto è quello, solo che io non sono Kurt Cobain e non sono biondaa, lol

born from a coffeeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora