Capitolo 25

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HARRY'S POV

Louis mi stava rassicurando ma non sapeva che anche se gli avesse fatto qualsiasi cosa 'mio padre' ,se era degno di farsi chiamare così, lo avrebbe potuto uccidere; lo aveva giá fatto con me.

-"Louis lascia stare, se mi troverá me la caverò!"

-"È proprio questo il punto Haz, ti ha giá trovato! È arrivato un messaggio a tua madre da un numero sconosciuto con scritto dove vai a scuola, dove abiti e persino alcune tue medicine che prendi per gli attacchi d'ansia..."

-"Si, scusa, avrei dovuto dirti delle medicine;"

-"Si ma non è tutto. Il messaggio si concludeva dicendo: 'Arriverò quando meno ve lo aspettate e vi ucciderò, mi avete rovinato la vita. -Richard." Richard era il nome di mio padre...

-"U-ucciderci?" Chiesi con un filo di voce.

-"No, non lo farà, ci sono io ho detto. Non importa se poi ucciderá me."

-"Ma tu sei impazzito! È mio padre e lo affronterò! Quando avevo undici anni non ci riuscii ma ora ne ho sedici e posso fargli passare la voglia di 'giocare' con la vita delle persone che tenevano a lui. E poi non è tuo diritto, non importa se vuoi proteggermi, non rischierai più niente per me! Ora ciao Lou, è per il tuo bene! Stammi lontano per l'amor del cielo! Non ti far vedere per un pò di tempo e lasciami solo. Se lui scoprirà che ho un 'amico' ucciderà anche l'amico. Intesi? Addio Lou...ti amo, ti amerò per sempre Boo" scappai con le lacrime agli occhi e cominciai a correre verso casa, anche se lontano, lasciando il motorino a Lou. Era per il suo bene, per la sua vita. Mio padre era pericoloso; molto. Avrei dovuto prepararmi in modo adeguato al suo arrivo.

LOUIS' POV

Quando Harry se ne andò ero totalmente sconvolto. Mi aveva praticamente lasciato e non potevo sopportare una cosa simile. Neanche una lacrima uscì dal mio viso, era troppo l'odio che provavo verso quell'uomo, Richard. Cinque anni fa si presentò senza preavviso in casa di Anne e picchiò sia Harry che la madre; Gemma per fortuna era uscita quel giorno.

Ad un certo punto ero totalmente impazzito, tiravo calci agli alberi, strappavo erba dal terreno, lanciavo i sassi e soprattutto urlavo, urlavo di dolore, di rabbia, urlavo forse per liberarmi da alcune corde astratte che immaginavo nella mia testa ma ovviamente le catene erano troppo spesse e resistenti per riuscirci; avevo persino preso seriamente in considerazione di buttarmi giù dalla collina ma poi ripensai ai suoi ricci, alla sua risata, alle sue fossette, al suo sorriso, alle sue labbra, alla sua pelle, al suo cappello di feltro, al suo tocco, al suo bacio leggero ma soprattutto a quegli occhi verdi che mi avevano stregato il cuore dal primo sguardo. Pensai che nessun ragazzo fosse dannatamente bello e dolce come lui.

"Non posso perderlo! Non devo fottutamente perderlo!" Urlai. Non ero mai stato così incazzato e triste in tutta la mia vita, mai. Cominciai a darmi pugni sulle gambe da solo per reprimere un pò la rabbia ma non ci riuscii. Solo dopo essermi leggermente calmato presi il motorino ma non andai a casa, andai dal lato opposto della stada verso il mare. Mi sarei forse calmato un pò col rumore delle onde che si infrangevano sulla sabbia. Non importava se era ottobre, a me bastava un libro o il mio 'diario segreto' e il mio cellulare con le cuffiette e la musica a palla per dimenticare la maggior parte delle cose che affollavano il mio cervello, ma qualcosa mi diceva che non sarebbe stato così facile calmarmi e eliminare anche se per poco Harry.

They can't know ||Larry Stylinson||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora