Capitolo 27

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HARRY'S POV

-"Mamma! Io voglio solo allenarmi! Non voglio farlo per 'papá' " ovvio che non era vero.

-"Harry, ti farai picchiare, suvvia ragiona per l'amor di Dio! Non te lo lascerò fare!"

-"Ma mamma..."

-"Niente ma Harold; niente ma! Non provare ancora a controbattere." Mia madre se ne andò sbattendo la porta. Fanculo, devo trovare un altro modo...' pensai. Avrei preso lezioni in segreto.

[...]

Era mattina e dopo una nottata insonne mi preparai per andare a scuola. Non curai il mio aspetto e uscii vestito in modo sciatto ma non importava. Arrivato a scuola cominciai a ricevere delle occhiatacce e la gente cominciava a parlare tra loro. Cosa stava succedendo?

-"Frocio di merda!!"

"Ricchione!!"

-"Vattene! Fai schifo!"

Gli studenti mi gridavano contro queste cose; Cy aveva messo in giro la voce di ciò che aveva visto. Ovviamente, essendo lui il più 'popolare' della scuola, lo sapevano tutti. Non provai ad alzare neanche la testa per evitare quell'imbarazzo e andai a sbattere contro un ragazzo.

-"Cosa fai? Ci provi anche con me? Vai con la tua merda di love a fanculo!" Gli diedi un pugno in faccia, non potevano parlarmi di Lou così. Me ne andai subito in classe prima che scoppiasse una rissa e mi misi al primo banco proprio per evitare qualsiasi cosa avrebbero potuto dire i miei compagni e stando vicino al prof si sarebbero contenuti.

LOUIS' POV

Ieri sera dopo la specie di 'bagno' vestito non tornai a casa. Rimasi li sullo scoglio per tutta la notte, non mi interessava di niente altro. C'era solo la luna ad illuminare tutto, il rumore dell'acqua e dalle due di notte in poi anche dei giovani con delle prostitute sicuramente ubriachi a sprecare la loro vita bevendo, drogandosi e facendo sesso senza amore, solo per il gusto di farlo. Io ero ancora vergine ma sapevo molte cose. Lo scoglio dove mi trovavo era in alto e non sarebbe potuto essere raggiungibile da 'coppiette' ubriache. Infatti ad un certo punto arrivò un cagnolino piccolo, forse di pochi giorni abbandonato. Lo strinsi a me come con un peluche e ci addormentammo.

[...]

Mi svegliai alle 5 e il cane era stranamente ancora lì. Mi alzai da terra e notai che numerosi vetri erano sparsi a terra; al termine dello scoglio c'era una ragazza con le gambe a penzoloni e una bottiglia di birra in mano. Mi avvicinai piano per capire se era tanto ubriaca e in effetti lo era. Aveva gli occhi rossi che di certo non facevano risaltare le sue iridi grigiastre.

-"Hey. Cosa ci fai quì?" Chiesi con timore.

-"Sono quì perchè...perchè...non ricordo"

-"Oh, posso sapere il tuo nome?"

-"Mi chiamo Donna, tu?"

-"Io mi chiamo Louis."

-"Non ti fare strane idee con me." Disse, cosa?!

-"No no. Non ne avevo intenzione!"

-"Bravo ragazzo. Quanti anni hai?"

"Quasi diciannove e tu?"

-"Quasi diciannove anche io!" Rispose.

-"Allora? Perchè sei circondata da birre rotte e hai il mascara colato?"

-"Perchè ho detto una cosa a mio padre e lui non l'ha presa affatto bene."

"So che ci conosciamo da neanche praticamente due minuti ma, posso sapere il motivo?"

-"Gli ho detto che sono lesbica e che sono fidanzata con una bellissima ragazza."

-"Ah.."

-"E tu perchè sei quì?"

-"Il mio ragazzo mi ha lasciato per colpa del padre alcolizzato." Mi guardò stranissimo. "Si, sono gay." Confermai.

They can't know ||Larry Stylinson||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora