Capitolo 36

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HARRY'S POV

Era successo tutto così velocemente...
Tutto troppo velocemente.
Non lo accettavo.

Ora in quella Chiesetta del quartiere, spoglia, vecchia lo avrei rivisto per l'ultima volta. Non si meritava tutto questo.


...Sentii ancora i passi, questa volta più vicini alla nostra panchina. Alzai per una terza volta la testa. Un uomo...

Non avrei voluto che quello accadesse. Avrei potuto proteggerlo. Guardavo fisso la bara lì, vicino all'altare. Non ero nei posti davanti...non volevo dare troppo nell'occhio mentre stavo piangendo disperato. Volevo cambiare aria, lì dentro si stava troppo male. Uscii fuori.

...Era lui, era tornato. Mi spinse fuori dalle braccia di Louis. Lou si svegliò di colpo non capendo cosa stava succedendo. Mio "padre" si avvicinò a me e mi tramortì tirandomi un pugno in faccia facendomi sbattere la testa sul cemento duro. Aveva preso Louis...il dolore.

Era una gelida mattinata di Gennaio. Il mio fiato si vedeva attraverso la nebbia. Volevo solo piangere, disperarmi per quello che era successo. Odiavo il mondo. Odiavo la morte. Odiavo Lui. Odiavo me.

...Louis cercava di dimenarsi. Era steso a terra a pancia in sotto e sopra c'era lui. Lo bloccava. Intanto gli teneva la testa sollevata dai capelli permettendogli di respirare a fatica. Aveva un coltello in mano...

Era come se fossi tornato alla situazione di prima, quella dove Louis non c'era. Volevo farmi del male, tanto. Affogare nella vasca da bagno, tagliarmi completamente le vene, pugnalarmi al cuore, buttarmi da un posto alto. Volevo morire. Ma non come quando qualcuno lo dice ma non lo fa. Volevo farlo.

...Io provavo rabbia, Louis stava piangendo e non poteva fare niente. Lui teneva quel coltello in mano...vicino, troppo, al volto di Louis;

-"Se ti avvicini lui non avrá più i suoi occhioni blu" disse mentre gli puntava il coltello a forse due centimetri dal suo occhio sinistro.

Piangevo, piangevo tanto...Il pianto...

Rientrai nella chiesetta. Guardai nuovamente la bara. 'Non può essere vero' ripetevo nella mia mente. Lui però aveva avuto ciò che si meritava: ergastolo

...Nessuno più parlava, ma per poco.

-"Allora...voi due" cominciò come se stesse facendo una conversazione normale. "vi ho visti mentre facevate quelle cose, non vi sembra un pò esagerato? Ora ho anche un figlio frocio" sputò. Volevo ammazzarlo...

Mia madre mi raggiunse in fondo alla Chiesa e mi mise una mano sulla spalla piangendo contro di me.

-"Si risolverá Harry...tranquillo" disse singhiozzando.

-"Si mamma" mentivo. Non volevo farla soffrire. "Sta vicino a Johannah" aggiunsi. Quella povera donna, era distrutta.
In quegli ultimi tre giorni ero freddo con tutti. Mi aveva sconvolto.

...Louis trovò la forza di parlare.

-"Sei uno stronzo." Le parole uscivano fredde e disperate dalla sua bocca. "Lasciaci stare bastardo." Piangeva. Feci per andare a soccorrerlo quando mio 'padre' disse:

-"Tu hai appena scopato mio figlio su una panchina, devi soffrire; e tu Harry non provare a muoverti"

-"Richard" non volevo chiamarlo 'papá' così lo chiamai con il suo vero nome. "devi sapere una cosa, io volevo, anzi, lo speravo che Louis mi scopasse proprio lì, su quella panchina. Ah, e confermo ciò che ha detto lui. Sei uno stronzo!" Le parole uscivano amare dalla mia bocca mentre piangevo.

They can't know ||Larry Stylinson||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora