Capitolo 7

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Dopo 20 minuti di tragitto arrivo all'ospedale, tassista mi lascia davanti all'entrata del pronto soccorso. Quando entro dentro mi ritrovo il caos, dottori che corrono, pazienti che si lamentano. Cercando di non farmi investire, mi dirigo alla reception:

"Salve, sono sorella della Jessica Davis. Mi hanno detto di venire qua."

La ragazza batte qualcosa sul computer e senza neanche alzare lo sguardo mi dice:

"Quinto piano, stanza 8."

La guardo per un attimo non sapendo se devo rispondere qualcosa o no. Una voce maschile mi chiama.

"Signorina Davis?"

Mi giro e vedo un bel ragazzo, con capelli neri e occhi grigi, alto e palestrato. Un leggero filo di barba incornicia suo volto e noto anche un pearcing sul labbro inferiore.

"Si."

"Salve, sono Nicolas Mayer, piacere. Sono il medico che ha visitato sua sorella." - mi porge la mano e da sotto della manica intravedo una piccola parte di un tatuaggio.

"Mi può dire cosa l'è successo? Avevo parlato con lei qualche ora prima e stava bene."

"È arrivata da noi priva di sensi. Dopo la prima visita abbiamo capito che aveva ingerito molto alcol, così le abbiamo prelevato qualche campione di sangue e fatto la lavanda gastrica. Adesso sta meglio."

"Campione di sangue? A cosa vi serve?"

Lui sospira e mi invita a seguirlo. Consulta la cartella che li passa l'infermiera, per poi rispondermi.

"La mia preoccupazione più grande era che non avesse solo alcol nel sangue. E, purtroppo, i miei timori sono stati confermati. Oltre all alcol, sua sorella ha anche le tracce di droga nel sangue."

"Come droga? Come c'è finita?" - chiedo confusa.

"Non saprei proprio. Ho provato a chiedere alla sua sorella, ma dice di non ricordare nulla. Immagino che lei avrà più successo di me."

Ci fermiamo davanti al ascensore, lui preme il bottone e rimaniamo in silenzio ad aspettare. Appena si gira verso di me per dirmi qualcosa il beep del ascensore ci fa sussultare. Ci spostiamo per far uscire una infermiera con la barella e mentre ci passa accanto fa un occhiolino a Nicolas. Istintivamente, alzo un sopracciglio vedendo questo comportamento. Poi scuoto la testa ed entro nel ascensore, seguita da Nicolas. Si vede che la mia reazione lo diverte, ma decido di commentare. Si posiziona dietro di me, immagino dovrà uscire qualche piano più su.

Quando arriviamo al quinto piano, esco velocemente senza salutarlo. Voglio vedere mia sorella! Spero solo di non perdere le staffe e di non fare una scenata in mezzo all'ospedale. Quando trovo la sua stanza, faccio un profondo respiro e, apro la porta. Mi ritrovo una Jessica pallida, con occhi rossi e capelli tutti arruffati. Il vestito è un po' sporco. Metto la borsa sulla sedia e mi siedo sul bordo del letto, le prendo il volto tra le mani fissandola negli occhi. Si vede che ha paura, non solo della mia reazione, ma immagino anche di quello che potrebbero dire nostri genitori.

"Come stai?"

Lei sgrana gli occhi, sorpresa dalla mia domanda. Apre la bocca, ma non riesce a pronunciare nulla.

"Si, non ti sgrido. Per lo meno finché non avrai smaltito la sbornia. Allora, stai bene?"

Scuote la testa e comincia a piangere. Singhiozzando mi dice:

"Mi dispiace, mi dispiace tanto. E che... Volevo solo... Quando mamma e papà lo scopriranno..."

La stringo forte tra le braccia e le accarezzò i capelli. Le sussurro piano piano:

Is It Love? Owen [Fanfiction]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora