Chapter 9.

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Non appena arrivammo dagli altri, gli raccontammo tutto nei minimi dettagli.
-No, io non ci sto.- fece Vance -Questo è un fottuto casino. Ci siamo liberati di Steven, per lavorare per un altro? Chi ci dice che non è peggiore?-
Non aveva tutti i torti, non avevo pensato ad altro mentre tornavamo, ma non avevamo alternative in quel momento.
-Non possiamo fare diversamente adesso.- disse Carter.
-Spero solo che non ci picchi, come faceva Steven.- era Grace a parlare. Sapevo cosa stesse realmente pensando, sperava che non abusasse di lei proprio come faceva Steven. La guardai per tranquillizzarla, lei mi rivolse un sorriso tirato. Non lo avrei permesso, non più. Grace era la più debole del gruppo, toccava a noi proteggerla. Dal momento che nessuno sapeva quello che le aveva fatto Steven, toccava a me prendermi cura di lei. Ad ogni modo avremmo visto poco il signor Guo, quindi non c'era di che preoccuparsi.
-D'accordo, abbiamo due giorni per parlarne, adesso devo prendere la roba e tornare a casa. Vinnie verrà a prenderla tra mezz'ora.- 
Mi diressi all'armadio e presi la borsa, poi me ne andai. Per la strada c'era traffico, pensai di non riuscire ad arrivare in tempo per lo scambio. Arrivai con cinque minuti di ritardo, Vinnie era già lì che mi aspettava. Come al solito mia madre spiava dalla porta a vetri così, dovetti pensare in fretta. 
-Vinnie, amico mio!- dissi andandogli in contro.
-Cosa?- fece lui interdetto.
Con un cenno del capo gli feci notare mia madre, lui guardò un attimo ed incominciò a sorridermi. Se fossi stata stupida, mi sarei sicuramente innamorata di quel sorriso con le fossette. 
-Entra in macchina, ti porto a prendere qualcosa da bere.- mi disse mantenendo il suo sorriso finto.
Presi la borsa con la droga ed entrai in macchina. Uscimmo dal vialetto e incominciammo a girare a vuoto. 
-Sei impazzita? Fare gli scambi con tua madre che spia non è intelligente.- era capace di pensieri così elaborati? Mi venne da ridere.
-Cos'hai da ridere?- chiese confuso.
-Nulla.- tornai seria -Ad ogni modo, preferisco mia madre alla polizia. Lei avrà sicuramente pensato ad un appuntamento, più che ad uno scambio.- 
-Fossi meno fastidiosa lo sarebbe potuto essere.- disse sorridendo.
"Bene per me" pensai.
Si fermò in una stradina e si girò verso di me. Per non destare sospetti tra i passanti, gli misi una mano sul viso.
-Ma che stai facendo? Sei la mia spacciatrice, non c'è altro. E poi te l'ho detto, sei troppo fastidiosa per i miei gusti. - era sul punto di scappare.
-Rilassati Webster, nemmeno io sono contenta di questa situazione. Passami i soldi.- dissi porgendogli l'altra mano.
Stranamente capì cosa stessi facendo così, mi prese l'altra mano poggiandoci dentro un rotolo di banconote. Tornammo ai nostri posti e mise in moto l'auto; mi riaccompagnò a casa.
-La borsa è sotto il sedile.- dissi prima di scendere.
Avevo quasi chiuso lo sportello, quando mi fermò.
-Questa sera ci sarai alla festa?- mi chiese.
Cosa? Per la prima volta avevo ricevuto un invito ufficiale? Di solito ero sempre stata invitata per il mio lavoro. Quasi non ci credevo. 
-Credo di no.- mi limitai a dire, prima di andare verso la porta di casa.

-Madre sono a casa.- dissi chiudendo la porta alle mie spalle. Sapevo quanto le desse fastidio essere chiamata in quel modo. 
-Fino a due settimane fa credevo che fossi asessuata, adesso due ragazzi diversi?- si compiacque di quella scoperta. Quella donna era davvero un disastro così, mi limitai a scuotere la testa ed ignorarla. Salii in camera mia e mi buttai sul letto, il cellulare squillò.
-Pronto?- non guardai chi fosse.
-Dobbiamo andare alla festa di Vinnie, io ti costringo.- era Rachel.
-No, ti prego, sono appena rientrata. Sono stremata, dovrei bere otto litri di alcol per sopportare quella festa.-
-Bene, te li procurerò. Tu verrai con me a quella festa, visto che sei uscita senza dirmi nulla.-
E cosa avrei dovuto dirle? Non potevo mica invitarla alla mia di festa. Innocente com'era, sarebbe svenuta alla sola vista di una pasticca. 
Per farla smettere di torturarmi, le dissi che ci sarei andata e riattaccai. Mandai un messaggio agli altri per vedere se fossero venuti. Carter non rispose, me lo aspettavo. Vance e Grace, invece, dissero che probabilmente sarebbero passati. Sapevo che non l'avrebbero fatto, ma comunque ci sperai. Quando mi capitava di andare ad una festa con Rachel, mi ritrovavo sempre da sola; lei era costantemente presa da qualcosa che mi avrebbe annoiata a morte. Si avvicinò l'ora di andare ed io non ero nemmeno pronta. Mi infilai la prima cosa che trovai nell'armadio, mi truccai e scesi ad aspettare Rachel. Mi sedetti sulla panchina sotto il portico e mi accesi una sigaretta. Non appena vidi la solita macchina blu, capii che ci avrebbe portate Dwayne. 
-Perché sei sempre così presente?- dissi entrando in macchina.
-Anche a me fa piacere vederti Quinn.- disse Dwayne scuotendo la testa. 
Non lo sopportavo. Con quel taglio militare e quell'espressione da stronzo, lo avrei volentieri preso a schiaffi. Non gli risposi, mi limitai a legarmi i capelli.
-Diamine!- mi sfuggì, quando uno dei miei anelli si era impigliato nei capelli.
-Sei un disastro.- disse Rachel.
-Zitta, non volevo neanche venire a questa festa inutile. Lo avevo già detto a Vinnie.- 
Non appena mi resi conto di quello che avevo detto, mi schiaffeggiai mentalmente.
-Dove hai visto Vinnie?- disse Rachel girandosi di scatto. 
-Oggi sono uscita a fare delle commissioni per mia madre. Quella donna mi ha obbligata ad andare a comprarle le creme per il viso, da non credere. Ad ogni modo, mentre ero per strada, ho incontrato Vinnie. Mi ha chiesto se mi fossi fatta vedere alla sua festa, gli ho detto di no.-
Sapevo quale fosse il modo migliore per rendere credibile una bugia, bisognava riempirla di dettagli inutili. In quel caso, le creme per il viso di mia madre, erano i dettagli inutili. 
Rachel disse qualcosa, credo su quanto fosse noiosa la mia vita, ma la ignorai. 

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