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A un passo da te

Le prime luci dell'alba batterò forte. Stavolta a Katara non fece male come ieri. Di sicuro, se fosse successo a Zuko una cosa del genere, la ragazza non avrebbe saputo gestirlo. Al contrario, il corvino l'aveva tranquillizzata e aiutata. Prima di alzarsi, diede un'occhiata al suo compagno. Dormiva sereno, come un bambino. Innocente, dolce, ma al tempo stesso le trasmetteva un'energia di così tale protezione. Katara si guardò di nuovo in torno. Non avevano niente. Nessuna mappa, nessun rifornimento, neppure acqua potabile. Zuko aveva detto che ne prendeva un po' dal fiume, così la ragazza si recò al posto.

Diede un'ultima sguardo al suo amico e gli sorrise, prima di andare. L'odore della natura riempiva quel posto. Alberi sparpagliati ovunque e cespugli ricchi di foglie. Ellettica, astata , cuoriforme, avevano tutti una forma e un'intensitá di verde diversa. Katara le trovava affascinanti. Dopo aver visto il fiume, con l'unica cosa che si era portata appresso perché agganciata al suo abito, la sua botte, la ragazza la riempí. Quel contenitore d'acqua di solito lo utilizzava nei casi in cui avrebbe avuto bisogno del suo dominio, se la fonte non fosse stata presente. Lasciò un sospiro, sperando che suo fratello, Aang, Toph e gli animali se la stiano cavando bene.

Al suo ritorno Zuko non si era ancora svegliato. La ragazza decise di praticare il dominio del principe. Il noto principe Zuko. Quando bisbigliò quelle parole fece una piccola risata. Timida. Non sonora e fastidiosa. Questa risata era dovuta ai ricordi di quando Zuko era ancora suo nemico. Eppure lei si è fidata senza alcun motivo di quel ragazzo. Si ricordò la volta in cui il corvino le rubò la collana. Ma si ricordò anche di quando erano intrappolati in quella caverna nel luogo dei dominatori della Terra. La mora mollò questi pensieri con un sospiro. Alzò le braccia e puntarono alla direzione del legno che Zuko fece ardere per permettere al fuoco di bruciare. Katara rimase senza parole. Aveva appena prodotto del fuoco. Dal suo viso gli zigomi si alzarono. Sorrise e saltellò come non aveva mai fatto da piccola.

Dopo la scenata di ieri, finalmente aveva prodotto del fuoco. Notò appena che quel bruciore stava quasi per svanire, la ragione era perché la legna era tutta carbonizzata. Katara corse nel bel mezzo della foresta, e come un leopardo, veloce e scaltro, prese i rami che erano caduti, alcune liane secche, qualsiasi tipo di vegetazione morta che poteva essere tranquillamente bruciata. Presto avrebbero dovuto mangiare, e faceva troppo freddo per non appicare un fuoco. Una volta messi a bruciare, Katara tornò di nuovo nel bosco. Stavolta a cercare frutti commestibili che avrebbero potuto mangiare. Al suo ritorno Zuko non c'era.

Si doveva preoccupare? Lo chiamò urlando il suo nome almeno una decina di volte. Fece il giro della spiaggia, dopo aver lasciato la frutta sulla capanna che lei stessa fece. Dimora di entrambi durante la notte. La mora guardò il mare. La luce era accecante e bianca. Rifletteva nel mare e il suo bagliore si elevava alla seconda. Sembrava che pezzi di vetro erano presenti in acqua per quanto brillasse. Stavolta, qualcosa spinse la ragazza a correre. E se qualcuno lo avesse preso? E se fossi rimasta sola in quest'isola? E se gli fosse successo qualcosa? Domande che di volta in volta facevano accelerare la sua corsa. Urlò di nuovo il nome di Zuko, e proprio quando stava arrivando verso la capanna, vide il ragazzo mangiare la frutta che raccolse qualche minuto fa.

<< Questa è suculenta! Non ho resisto a mangiarla. Tranquilla ho fatto rifornimento anche io. Speravo di incontrarti >>

Lei gli si avvicinò con il broncio. Volevo tirargli un ceffone. Era così preoccupata per lui.

<< Pensavi che fossi morto o cosa? >>

Non doveva proprio dirlo. Katara si arrabbiò, e come si era avvicinata così si allontanò.

<< Andiamo Katara! >>

Scambio di ruoli - Zutara (Avatar)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora