capitolo 2

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Sto dormendo beatamente nel mio letto, fino a quando, qualcosa di umido si appoggia sulla mia guancia.
Ma perché qualcuno mi dovrebbe leccare la faccia di prima mattina?
"Alaska!" urlo, e per lo spavento quel povero gatto casca giù dal letto. Povera palla di pelo,  le rimangono ancora sei vite.
Scendo dal letto e mi dirigo in bagno per fare la doccia.

Appena finisco, mi trucco con una semplice passata di mascara e con il mio adorato rossetto marroncino.
Dopo di che arriva la parte più difficile, scegliere che cosa indossare. 
Dato che siamo verso la fine di Giugno, opto per un pantaloncino nero e un top rosa carne a bretelle,  infine asciugo i miei  lunghi capelli bruni e metto le mie amate sneakers bianche.

Mentre sono concentrata ad allacciarmi le scarpe, il mio cellulare suona per la centesima volta, quindi accetto la chiamata.
«Dannazione Hope, sei la solita»
«cosa c'è?» chiedo.
«Cosa c'è?! C'è che ti stiamo aspettando  da mezz'ora qua a  Starbucks»  urla  il mio migliore amico dall'altra parte del telefono.                                                                                                                   
«Ho capito Chris, ma smettila di urlare» dico, e dopo di che riattacco.

La devi smettere di riattaccare in faccia alle persone. È maleducato , tu sei maleducata.

Ma buongiorno anche a te cara coscienza.

Smettila di parlarmi e sbrigati ad uscire se no Chris ti in pasto ai pesci.

Per una buona volta dò ascolto alla mia coscienza ed esco.
Comunque Chris è quello psicopatico del mio migliore amico, ormai sono abituata ai suoi scleri, odia costantemente le persone che tardano, tipo io.

Lo conosco da sempre, ho condiviso con lui tutti i momenti più importanti della mia vita, sia belli che brutti.
Per me è come se fosse un secondo fratello.

È figlio di Thomas e Alyce, due colleghi dei miei genitori. 
Loro quattro lavorano in un azienda di arte  a San Diego, e organizzano anche mostre in tutto il mondo, dunque sono sempre insieme in viaggio.

Appena arrivo a Starbucks cerco con lo sguardo i miei amici e intravedo la  maestosa chioma bionda della mia amica  seduta in un tavolo mentre fa  tranquillamente colazione con gli altri.
Li raggiungo, e mi siedo accanto ad Ashley.
È una ragazza solare , sempre con il sorriso stampato in faccia, è la mia compagna di avventure, insieme ne abbiamo combinate di tutti i colori. Mi ricordo ancora quando in terza superiore non  siamo andate a scuola per fare Bungee Jumping.
Non vi dico che ci hanno fatto i nostri genitori appena l'hanno scoperto, ma ne è valsa la pena.

"Pensavamo non venissi più" dice Connor mentre sorseggia il suo caffè.
"Una giornata senza  Starbucks che giornata è" rispondo io.
"Sei anche in anticipo oggi" dice ironicamente il mio migliore amico Chris.
"Se non fosse stato per Alaska, ora starei ancora dormendo" gli rispondo mentre prendo illegalmente un biscotto a Connor.
"Vai a ordinare la tua colazione e lascia stare la mia" dice il mio amico facendo il finto offeso.
"Ti voglio bene anch'io" affermo baciandolo sulla guancia per poi alzarmi e dirigermi al bancone.

"Buongiorno desidera?" Mi chiede gentilmente la cameriera.
"Un milkshake alla fragola e una brioche al cioccolato, grazie" le rispondo.
"Numero del tavolo?" 
"45". 

Appena finisco di ordinare ritorno al tavolo e inizio a chiacchierare con gli altri.
"Quindi domani surf?" Chiede quello squilibrato di Connor.
"Ce lo chiedi pure?" Risponde Derek.
Questi due li ho conosciuti circa dieci anni fa al mare qui a Oceanside.
Ora che ricordo è stato un incontro veramente bizzarro;
Era un venerdì pomeriggio e avevo appena finito di surfare.
Mentre posavo la tavola da surf sulla sabbia , iniziai a sentire della grida provenienti dal mare, eh si erano proprio loro, erano stati punti da dalle meduse e per il panico non riuscivano a ritornare a riva, e da qual che ricordo ero veramente pronta ad andare a soccorrerli.

Vi starete chiedendo come una ragazzina di dieci anni potrebbe salvare quei due, semplice, non sono stata io , ma i loro genitori.
Appena li "salvarono", i due mocciosi si avvicinarono a me minacciandomi di smettere di ridere, ma non ci riuscivo dato che sembravano due ragazzine mentre urlavano.

Dopo quel giorno iniziammo a vederci non solo per surfare insieme ma anche per uscire e divertirci in giro.

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Spazio autrice

Ecco a voi il secondo capitolo, spero vi  stia piacendo la storia.
Per ora sono più concentrata a presentare bene i personaggi, ma più in avanti arriveranno molti colpi di scena.

Byeee

-Sarah

my storm [#Wattys2019]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora