capitolo 3

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"Hope fai silenzio" mi sussurra piano Cameron al mio fianco, mentre io non smetto di singhiozzare.
"Ma che sta succedendo giù Cam? E perché la mamma e il papà non si trovano in camera loro?" chiedo  stringendo più forte la manina di mio fratello.
"Ti ho già detto che non lo so" subito dopo si sentono uno...due..e tre spari, che ci fanno sobbalzare.
"Vado a vedere" dice Cameron ma lo blocco.
"Ma che stai dicendo?! E se è un ladro o peggio ancora l'uomo nero?!".
"L'uomo nero non esiste Hope, è solo una storia che ci racconta la mamma per spaventarci" mi risponde.
Sposto lo sguardo da mio fratello e dico "se non esiste allora quello dietro di te chi è?"

Mi sveglio tutta sudata.
Diamine! Ancora lo stesso incubo! Ormai sogno la stessa identica cosa da ormai quasi due settimane.
Saranno state le patatine fritte che mi sono mangiata ieri sera.

Dopo un'oretta sono pronta per andare a cavalcare le onde con i miei amici.
L'unica che non fa surf è Ashley, infatti  preferisce giocare a Beach Volley con le prime persone che incontra, io l'ho detto che quella ragazza é veramente strana.

È l'una e mezza, siamo qui da ormai cinque ore, e il mio stomaco sta urlando aiuto.
"Ei Derek riferisci agli altri che sono andata a comprarmi un panino, e se volete raggiungetemi"
Dopo averlo avvertito, mi dirigo verso l'uscita della spiaggia.

Dopo un quarto d'ora trovo la mia salvezza, il fast food è situato accanto al vecchio faro.                Da fuori sembra anche un bel posto per poter mangiare dei buon panini.                                        Apro la porta del fast food con la delicatezza di un rinoceronte, e mi accomodo in una delle tantissime sedie rosse a scacchiera, aspettando che il ragazzo delle ordinazioni si accorga di me.

La location all'interno è veramente bella a stile anni 80 con i camerieri che girano con i pattini a rotelle, e per non parlare del loro bellissimo abbigliamento; le ragazze indossano una semplice salopette in jeans corta rosa , e invece i ragazzi indossano dei pantaloni stretti a scacchiera con una maglietta nera all'interno.

Dopo un paio di minuti, il ragazzo per le ordinazioni si avvicina a me.
"Buongiorno, cosa vuole prendere?" Mi domanda gentilmente sorridendo.
Ha i capelli castani, gli occhi verdi e la  pelle olivastra, e non è ne alto ne tanto basso, insomma, una via di mezzo.

"Un cheeseburger con patatine, e una lattina di Red Bull, grazie" rispondo.
"Scusami tanto, ma i cheeseburger sono appena finiti, la gente qua li ama" mi dice dispiaciuto.
Proprio oggi dovevano finire quei panini.
"Allora prendo lo Shake Shack, sperando ci sia" dico mentre poso il menù sul tavolo.
"Non ti preoccupare, quello ce l'abbiamo" mi risponde ridacchiando, e dopo di che si dirige al bancone rosso.

È passata esattamente mezz'ora da quando ho ordinato, ma quanto tempo ci vuole per preparare un panino?
Sto letteralmente morendo di fame, quindi decido di dirigermi al bancone per chiedere.

"Scusami, ma ho ordinato mezz'ora fa un Shacke Shack con patatine e una Red Bull, ma non mi è ancora arrivato nulla" chiedo alla prima persona che lavora qua.
"Scusaci tu, ma abbiamo avuto un problemino in cucina, ora è tutto apposto" si scusa con me la ragazza.
"Va bene, grazie mille allora" la ringrazio, e mi incammino verso il mio tavolo.

my storm [#Wattys2019]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora