Capitolo tre: New world

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Una settimana dopo, nel nostro universo

Erano passati due mesi da quando Thanos era stato sconfitto, quindi anche da quando Tony era morto, sacrificandosi per la salvezza dell'universo.
Peter iniziava a stare meglio, anche se spesso sentiva la mancanza del suo mentore, inoltre, se prima voleva fare le cose in grande ed essere un Avenger, tutti quegli eventi lo avevano spaventato a tal punto da preferire essere un amichevole Spiderman di quartiere.
Quella sembrava una giornata come un'altra. Uscì da scuola e decise di andare prima a fare i compiti per poi fare il suo solito giro di controllo, visto che aveva deciso di tornare ad essere uno studente responsabile.
Tornato a casa, vide che zia May non era lì ed entrò in camera sua, ancora con gli auricolari nelle orecchie, quando, in piedi davanti a lui, proprio nella sua stanza, trovò.... Tony Stark?

Qualche ora prima, nell'altro universo

"Ce l'abbiamo fatta davvero, non posso crederci!" Esclamò Bruce, sorpreso, dopo aver passato giornate e nottate intere a lavorare per il macchinario per viaggiare fra universi paralleli.
"Ci ho lavorato anche io, era ovvio che ci saremmo riusciti" ribattè Tony "Bene, allora andrò io. Se ci sarà qualche problema, ti contatterò".
Bruce annuì, facendo partire il macchinario. Tempo qualche secondo e davanti a loro apparve un portale di colore blu.
"Spero di non finire nel bagno di nessuno". Disse Tony.
Bruce sorrise. "Buona fortuna".
Tony annuì e attraversò il portale. Subito cercò di camuffarsi, mettendosi un cappuccio e degli occhiali da sole scuri. Per quanto ne sapeva, potrebbe non essere mai esistito in quel mondo o essere morto. Si guardò attorno e riconobbe New York. Da chi poteva andare? Non sapeva chi fosse vivo o esistente in quell'universo. Subito però decise da chi provare per primo.

Qualche ora dopo, nel nostro universo

"Oh, grazie al cielo anche in questo universo abiti qui. Sarebbe stato imbarazzante, altrimenti". Osservò Tony, soddisfatto.
Peter era pallidissimo ed era certo di essere sul punto di avere un attacco di cuore.
"C-Cosa.... Cosa? Come... I-insomma, non..." Balbettò, non riuscendo a mettere insieme una frase di senso compiuto.
"Oh, su, non dirmi che qui sono morto..."
Peter si limitò a ridere nervosamente, prima di cadere a terra svenuto.
"Okay, sono decisamente morto" osservò Tony, per poi sistemare Peter sul letto. Si mise poi a sedere vicino alla scrivania, aspettando che si risvegliasse.
Dopo un'oretta, Peter si passò una mano sul viso, aprendo gli occhi. Era confuso. Perché era a letto? Si guardò attorno e vide nuovamente Tony. Si ricordò allora di essere svenuto e, soprattutto, perché.
"Perché ho un fantasma in camera?" Chiese, evidentemente terrorizzato.
"Non sono un fantasma" spiegò Tony tono pacato, cercando di calmarlo "Sono... Tony, ma di un universo parallelo".
Vide il volto di Peter farsi di nuovo pericolosamente pallido.
"Ti prego, non svenire di nuovo".
"Un... Universo parallelo?" Chiese conferma Peter e Tony annuì. Non era ancora certo che tutto ciò stesse effettivamente accadendo, credeva più che altro di stare impazzendo.
"E... Perché?"
"Beh... Nel mio universo l'HYDRA è diventata davvero potente e ha ucciso un po' tutti. Inoltre hanno preso la tua versione di quell'universo rendendola dei loro. Quindi sono venuto qui per cercare aiuto. No, dai, non svenire".
Lo pregò, vedendo il suo viso farsi pallidissimo per la terza volta in quella giornata.
Peter prese un respiro profondo, cercando di calmarsi. Si mise poi seduto e si passò una mano sul viso.
"È... Tanto da elaborare" ammise. La sua voce era spezzata.
Tony annuì, comprensivo. "Lo so, hai ragione. Non avrei dovuto bombardarti con tutte queste informazioni, mi dispiace".
Peter si limitò a rimanere in silenzio per svariati minuti. Aveva bisogno di processare il tutto. Poi, all'improvviso, iniziò a piangere.
"S... So che non sei il Tony che ho conosciuto, ma... È... Comunque così assurdo e... Mi manca così tanto..."
Tony si sedette accanto a lui. Non era il suo Peter, ma gli assomigliava così tanto e gli faceva male vederlo così. Fece per abbracciarlo, ma Peter si tirò indietro.
"No, per favore... O quando tornerai nel tuo universo farà ancora più male".
Tony lo guardò, sinceramente dispiaciuto. Era davvero uguale al suo Peter.
"Mi dispiace. Non avevo idea di cosa fosse accaduto in questo universo. Non devi aiutarmi. Posso andarmene e cercare aiuto in un altro universo e tu puoi dimenticarti che tutto ciò sia accaduto".
Peter scosse la testa. "Ti voglio aiutare" rispose, per poi guardarlo. "Oh, e non importa se poi starò peggio. Ora ne ho bisogno" disse, per poi stringersi a Tony, singhiozzando più forte di prima. Sapeva che non era lui, ma era come se lo fosse. Era solo un po' più mite rispetto a quello che aveva conosciuto.
Tony lo abbracciò senza dire una parola, lasciando che si sfogasse.
Quando Peter si calmò, gli chiese: "Posso chiederti com'è successo?", volendo sapere in che modo era morto in quell'universo.
Peter tirò su col naso.
"Per... Salvare l'universo" rispose "Non... Voglio parlarne molto, o ricomincio a singhiozzare".
Tony annuì. "Sicuramente l'altro me ha avuto anche te come spinta a farlo".
"Mi piace pensare che sia così" rispose il ragazzo, con la voce ancora spezzata. Si passò poi una mano sul viso per asciugarsi le lacrime, rimandendo però abbracciato a Tony. Non sapeva quanto tutto ciò sarebbe durato, quindi voleva rimanergli vicino più tempo possibile.
"Allora, cosa posso fare per aiutarti?" Gli chiese poi, quando sentì di essersi calmato definitvamente.
"Ho bisogno di più aiuto possibile" rispose Tony "Nel mio universo siamo solo io e Bruce Banner. Lo conosci?"
Peter annuì.
"Bene. Ci sono altri supereroi in vita qui? Sai come contattarli?"
"Ce ne sono alcuni, ma non so come contattarli. Posso però trovare un modo per parlare con Nick Fury, lui saprà sicuramente come trovare gli altri".
"Oh, c'è anche qui? Bene, ottima pensata! Se ti senti meglio, possiano iniziare a metterci all'opera".
Peter fu in grado di allontanarsi dall'abbraccio, per poi mostare un sorriso deciso.
"Possiamo decisamente metterci all'opera" rispose lui.
Tony sorrise a sua volta e fece per dire qualcosa, quando ricevette una comunicazione dall'auricolare, che aveva potenziato per l'occasione, da parte di Bruce.
"Tony? Tony, mi senti?" Chiese, con voce spaventata.
"Bruce? Che sta succedendo?"
"Ci hanno trovati, Tony. Credo che abbiano rilevato l'energia del portale e che abbiano capito di che si tratta. Stanno per entrare alla base. Ho messo Pepper al sicuro, tranquillo".
Tony sbiancò completamente e Peter lo guardò con preoccupazione e con sguardo interrogativo, non sapendo cosa stesse succedendo.
"Sono entrati" comunicò Bruce "Cercherò di non farli avvicinare al macchinario, ma non so come andrà a finire. Ti terrò aggiornato, se sarò ancora vivo". Disse per poi chiudere le comunicazioni.
"Bruce, aspetta!" Esclamò Tony, ma ormai era già irrintracciabile.
"Dannazione, non ci voleva..." Sospirò, evidentemente agitato.
"Cosa sta succedendo?" Chiese Peter, preoccupato.
"Mi dispiace" fu tutto ciò che riuscì a dire Tony in risposta.
"Per... Cosa?" Peter si stava preoccupando ancora di più.
"Credo proprio che l'HYDRA stia per arrivare qui. Mi dispiace tanto".
"E allora? Li fermeremo!" Esclamò il ragazzo con determinazione. Da una parte una nuova grande minaccia lo spaventava, ma dall'altra aveva bisogno di dare speranza a Tony, il quale però non disse nulla, continuando a sembrare rassegnato e scoraggiato.
"Può essere peggio di un gigante viola pelato con un potere infinito e il suo esercito?"
"No, non credo" rispose Tony, perplesso dall'altra domanda.
"Allora ce la faremo! Sicuramente gli altri verranno senza bisogno di contattarli e riusciremo a fermarli. Ti fidi di me?"
"Più di chiunque altro" rispose Tony con sincerità, senza aver bisogno di pensarci neanche per un secondo.
Peter sorrise.
"Ce la faremo. Davvero". Ripetè, con uno sguardo fiducioso in ciò che stava dicendo.

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