Capitolo dodici: A better place

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Anche in questo caso, Tony decise di non concedersi troppo tempo per metabolizzare il dolore: non era finita lì, era meglio concludere tutto il più velocemente possibile per poi tornare a casa e finalmente sfogarsi, quindi si alzò e si sedette ad uno dei computer. Non gli ci volle molto per accedervi, ma poi si bloccò: non era decisamente nel giusto stato d'animo per leggere tutte le loro informazioni, soprattutto perché sapeva che avrebbe anche potuto trovarne su ciò che avevano fatto a Peter e non era ancora pronto a questa eventualità.
Rhodes lo intuì e si avvicinò a lui.
"Torna a casa". Gli suggerì. "Provvederò a mandarti tutto, pensiamo noi alle ultime cose, tu raggiungici quando ti sentirai meglio".
Tony sospirò e annuì, aveva decisamente bisogno di uscire da quel posto e concedersi del tempo. Il dottore gli aprì quindi un portale e ,in breve tempo, Tony fu davanti a casa sua. Non appena entrò, fu raggiunto da Pepper.
"Tony? Mi dispiace, non mi ero proprio accorta che stesse sgattaiolando, non avevo idea..."
"Tranquilla". Rispose mogiamente lui. "Non potevi saperlo".
Si sedette e si passò una mano sul viso, sul quale si poteva notare un'espressione distrutta.
"Tony, stai bene?" Gli chiese Pepper e lui scosse la testa. Voleva parlare, spiegare cosa fosse successo, ma non ce la faceva, non riusciva a pronunciare quelle parole: dirlo avrebbe reso il tutto ancora più dolorosamente reale.
Pepper si sedette accanto a lui.
"'Cosa è successo?" Chiese, preoccupata.
Tony si limitò a stringere gli occhi e quella terribile scena si ripeté nella sua mente, rendendogli il respiro irregolare.
Pepper deglutì, l'ultima volta che l'aveva visto così, neanche troppi giorni prima, Peter era stato sparato. Decise quindi di provare con un'altra domanda.
"Tony, dov'è Peter?"
Sentendo quella domanda, non riuscì a trattenersi e sentì le lacrime bagnargli nuovamente il viso, mentre il suo corpo era scosso dai singhiozzi.
"È..." Non servì che finisse la frase, dalla sua reazione era già chiaro cosa fosse accaduto.
Pepper, anche lei in lacrime, lo strinse forte a sè.
"Non... Non è giusto". Disse Tony fra i singhiozzi. "Perché lui?"
Non riusciva davvero a darsi una risposta, Peter era davvero la persona migliore che avesse mai conosciuto, non meritava di perdere così tante persone a lui care, non meritava di essere torturato, non meritava di essere privato dei suoi ricordi e della sua identità, non meritava di essere sparato, non meritava di avere tutti quei sensi di colpa, non meritava di morire. Eppure, tutto ciò era accaduto. Peter non c'era più. Durante i due anni in cui era scomparso, Tony aveva sospettato più volte che fosse ormai morto, ma cacciava subito quel pensiero, continuando a sperare. Le speranze l'avevano ripagato per poco, ma ora Peter gli era stato di nuovo portato via, questa volta per sempre. Gli voleva bene come se fosse un figlio e non c'era più.
"Non lo so davvero". Rispose Pepper. "Non so perché proprio lui. Era un ragazzo meraviglioso".
Pepper non era legata a lui come lo era Tony, ma nell'anno in cui aveva vissuto con loro aveva potuto felicemente conoscere tutte le sue qualità e sapeva anche bene che era decisamente troppo giovane per tutto ciò che aveva passato.
Tony rimase in silenzio per svariato tempo, limitandosi a piangere silenziosamente.
"Non... Non è finita". Disse ad un certo punto, tirando su col naso. "Una base dell'HYDRA è andata, ma... C'è ancora tanto da fare".
"E te la senti?" Gli chiese Pepper.
"Neanche un po'". Rispose con sincerità Tony, scuotendo la testa, mentre si asciugava il viso. "Ma glielo devo. Non solo a Peter, ma anche a tutti i nostri amici che abbiamo perso in questi anni e al resto del mondo".
Pepper mostrò un piccolo sorriso.
"Credo che lui avrebbe detto la stessa cosa, lo sai?"
"Oh, lo so bene". Rispose lui. "Una volta mi ha detto che voleva essere come me, ma la verità è che è lui quello da ammirare. Lo è sempre stato".
Pepper lo abbracciò nuovamente.
"So che adesso pensare a lui ti rende triste, ma sono certa che ti renderà anche più forte e motivato".
Tony si limitò ad annuire, per poi rimanere in silenzio per qualche altro minuto, con la testa poggiata sulla spalla di Pepper. Sapeva che ciò che diceva era vero, ma sapeva anche che non avrebbe mai smesso di fare male.
"Dov'è il corpo, adesso?" Chiese poi lei dopo un po'.
"Ancora alla base dell'HYDRA".
"Allora prima che tu vada a completare la missione, dobbiamo seppellirlo, così potrai dirgli addio in modo definitivo. Che ne pensi?"
Tony deglutì. Sapeva che era una buona idea, ma il pensiero di seppellirlo gli provocò una morsa al cuore.
"Lo so, preferiresti non aver bisogno di farlo". Disse Pepper, sospirando.
"Sì... E ho paura di non riuscire a reggere tutte le battaglie che verrano dopo".
"L'hai detto tu stesso, glielo devi".
Tony prese un respiro profondo e annuì. Doveva impegnarsi per rendere il mondo un posto migliore, l'avrebbe fatto in suo onore.

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