Capitolo otto: scared

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Poco prima, nel nostro universo

Era notte, Tony si trovava nella stanza degli ospiti a casa di Peter e stava dormendo, quando fu improvvisamente svegliato da una voce che disse: "Credo che tu voglia sapere cosa sta succedendo".
Tony sobbalzò dallo spavento e riuscì ad intravedere, grazie al portale luminoso dietro di lui, la figura di Stephen, il quale poi accese la luce.
"Hai intenzione di farmi venire un infarto? Perché sappi che ci sei andato molto vicino".
"Non c'è tempo per i convenevoli". Tagliò corto il dottore. "Come avevo detto che avrei fatto, stavo osservando ciò che accade nel tuo universo e..."
"Ma tu non dormi?" Lo interruppe Tony.
Il dottore si limitò a lanciargli un'occhiataccia prima di riprendere a parlare.
"Probabilmente Peter ha iniziato a ricordare qualcosa e quelli dell'HYDRA se ne sono accorti, perché stanno per fargli nuovamente il lavaggio del cervello".
"Cosa?" Subito Tony si alzò. "Puoi portarmi lì? Non posso permettere che accada, non di nuovo. Il macchinario non è ancora pronto e anche se lo fosse non ho idea di dove sia quella base".
Stephen sospirò, aprire un portale fra due mondi paralleli era alquanto difficile, ma sapeva che al momento era l'unica opzione. Si concentrò il più possibile e riuscì nell'intento.
"Grazie mille, davvero!" Esclamò Tony pronto ad attraversare il portale non prima di aver lasciato un biglietto a Peter in cui spiegava la situazione, per poi essere seguito dal dottore.
Una volta arrivato nell'altro universo, Tony si guardò attorno confuso: si trovava all'esterno di un edificio, non all'interno.
Fece per chiedere al dottore se non si fosse sbagliato, quando sentì il rumore di uno sparo provenire dall'alto.
Tony sollevò lo sguardo e vide un agente dell'HYDRA con una pistola in mano affacciato da una finestra rotta e Peter che cadeva a terra fra gli alberi poco distanti dell'edificio.
"No... No, Peter..." Subito corse da lui per controllare che stesse bene e poté constatare che no, non stava affatto bene: era pallidissimo, sbatteva lentamente le ciglia e aveva una mano poggiata sulla ferita, che sanguinava copiosamente.
Poggiò delicatamente una mano sul suo viso.
"Peter?" Lo chiamò con voce tremante. "Peter, mi senti?"
Non rispondeva, si limitava a guardarlo con aria assente. Lo vide poi socchiudere gli occhi.
"Peter, ti prego, rimani sveglio". Lo supplicò, il suo tono di voce era disperato. Poggiò poi la propria mano su quella di Peter, il quale perse i sensi.
Tony sentì il suo cuore sprofondare e rimase pietrificato fino a quando non si rese conto che, anche se piano, Peter stava ancora respirando. Sentì poi dei passi e delle voci: evidentemente, gli agenti dell'HYDRA lo stavano già cercando.
"C'è un rifugio". Sussurrò Tony a Stephen. "Ci sono anche molti medici e c'è dell'attrezzatura. Portaci lì".
Dopo qualche istante si trovarono all'interno del rifugio.
"Presto, ha bisogno di aiuto, sta perdendo molto sangue!" Esclamò subito Tony.
Accorsero immediatamente dei medici.
"Ma è Peter?" Chiese incredulo uno di loro mentre lo sistemava sul lettino. "E perché questa tuta?"
"È... Complicato". Rispose frettolosamente Tony. "Ve lo spiegherò dopo, ora fate il possibile, vi prego".
I medici si misero subito all'opera e Tony uscì dall'edificio, aveva bisogno di prendere un po' d'aria. Era buio e faceva freddo, ma questo non gli interessava, voleva solo che Peter stesse bene e che tornasse in sè.
"Se vuoi per ora puoi tornare nel tuo universo". Comunicò mogiamente a Stephen. "Tanto se accade qualcosa di importante, te ne accorgi".
Il dottore acconsentì e, prima che se ne andasse, Tony aggiunse anche: "e se rivedi Peter, digli che mi dispiace per essere sparito. So che gli ho già lasciato un biglietto, ma voglio che sappia che mi dispiace davvero".
Il dottore annuì prima di tornare nell'altro universo.
Tony sospirò stancamente, per poi passarsi una mano sul viso. Aveva bisogno che ci fosse qualcuno con lui, si stava sentendo crollare. Decise di aprire le comunicazioni dal suo auricolare.
"Bruce? Mi senti? Lo... Lo so che è notte, ma è importante..."
"Tony? Che succede?" Chiese preoccupato sia per l'orario sia per il tono di voce ansioso di Tony.
"Sono... Di nuovo tornato nel nostro universo, poi ti spiegherò come. Sono al rifugio. Puoi... Far venire Pepper, per favore? È importante".
"Tony, stai bene?"
"No". Rispose lui, la sua voce era spezzata.
"Arriverà il prima possibile". Rispose Bruce per rassicurarlo.
Pepper, infatti, non si fece attendere molto.
"Tony, che succede?" Gli chiese preoccupata.
Solitamente, Tony non mostrava le proprie emozioni, anzi, le nascondeva anche a se stesso. In quel momento, però, non riuscì a trattenersi: strinse Pepper, lasciandosi andare ad un pianto disperato, che conteneva tutta la disperazione di quegli ultimi due anni, da quando Peter quella sera era scomparso.
Pepper era incredula ma anche terribilmente preoccupata. Fece per chiedergli nuovamente cosa stesse accadendo, ma Tony parlò per primo: "Stava... Ricordando delle cose. P... Peter, intendo". Iniziò a spiegare. "L... L'HYDRA gli ha sparato. Stanno... Facendo il possibile, ma non so se ce la farà, sai che non hanno molta attrezzatura..." 
Pepper mostrò uno sguardo mortificato e lo strinse a sè, facendolo sfogare per un po'.
"Lo sai che è molto più resistente e guarisce molto più facilmente del normale". Cercò di tirarlo su Pepper.
"Sì, ma... Se ad esempio ce la facesse ma non riuscissi a farlo tornare in sè?"
"Ci riuscirai, perché solo tu ne sei in grado. Ricordi l'anno in cui ha vissuto con noi, dopo che sua zia era morta? Tu eri l'unico che riusciva a consolarlo, così come eri l'unico a riuscire a farlo tornare a dormire tranquillamente quando aveva degli incubi e adesso sei l'unico in grado di arrivare al suo cuore. Scommetto che ha inziato ad avere dei ricordi dopo che tu gli hai detto qualcosa".
Tony annuì lentamente e Pepper sorrise.
"Visto? Sono sicura che andrà tutto bene".
Tony annuì un'altra volta, sentendosi più calmo e sollevato.
Aspettarono poi in silenzio, seduti a terra per un tempo indeterminato, qualche notizia dai medici. Quando poi Tony vide uno di loro raggiungerli, subito si alzò.
"Sta bene". Comunicò subito il medico e Tony sospirò di sollievo. "Ma è stato molto difficile ed è molto debole, quindi è ancora addormentato. Probabilmente rimarrà così per qualche giorno".
"Grazie, davvero". Rispose sinceramente Tony per poi andare all'interno dell'edificio.
Peter era ancora pallido, ma non come prima e adesso aveva addosso un camice. Con un gesto affettuoso Tony gli spostò i capelli dal viso e si sedette accanto a lui. Avrebbe aspettato lì il suo risveglio.
"Wow, si vede che sono passati due anni". Osservò Pepper, notando i lineamenti più adulti del ragazzo.
"Due anni che non ha passato con noi". Rispose tristemente Tony.
"Non accadrà più e lo sai".
Tony e Pepper passarono lì l'intera nottata, il giorno dopo arrivò anche Bruce e Tony spiegò ad entrambi com'era arrivato lì e la situazione in generale, per poi dire che potevano tornare a casa, perché se la sentiva di rimanere da solo, anche perché era una questione di cui avrebbe dovuto occuparsi solo lui.
E così, quando il giorno dopo Peter si svegliò, c'era solo Tony con lui.

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