Baka

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Quella sera ci sarebbe stato il ballo, e Haizaki non era proprio a suo agio, a saper di dover indossare un completo così elegante per parecchie ore. Odiava già indossare la divisa scolastica e specialmente la cravatta, ma questa volta non avrebbe potuto tirarsi indietro tanto facilmente, era circondato dai suoi compagni e da tante altre persone, mettersi così tanto sotto ai riflettori non era uno dei suoi obiettivi principali.

Solo vedendo Asuto e il capitano correre in giro per la nave su di giri gli dava sui nervi, avrebbe voluto restarsene al dormitorio e riposarsi per qualche ora, in santa pace. Sospirò per l'ennesima volta della serata e si mise una mano in tasca, guardandosi in giro per far passare il tempo e distrarsi,in un modo dell'altro.
Aveva avuto ragione, quel dannato completo era troppo stretto per lui e, per quanto risultasse mozzafiato dalla sua bellezza, lui si sentiva nello stesso modo, solo per motivi molto più diversi. Non sapeva cosa fare, magari avvisare le ragazze,appena arrivate, per chiedere se ci fosse stata una misura forse più larga, o direttamente darsela a gambe filate per evitare altro contatto sociale con i giocatori.

E poi, quel dannato farfallino era ridicolo addosso a lui, lo aveva pensato spesso.

Ma, appunto, non poteva fare nulla in quel momento, dato che le ragazze si stavano ancora cambiando o cose simili, non sapeva molto riguardo a cosa facessero le ragazze prima di una festa così elegante, l'unica a cui avrebbe potuto chiedere era...

Era Akane.

Già, era rimasta in contatto con lui tutto il tempo, mentre entrambi si sforzavano il più possibile per far tornare alla normalità la loro relazione molto tremante. L'unico importuno fu proprio quando Haizaki venne selezionato per la nazionale, e l'ultima volta che vide il suo viso era pieno di lacrime, seppur con un sorriso tremante. Era felice per lui, lo sapeva benissimo, ma vederla piangere lo aveva distrutto più di ogni altra cosa, promettendole il più possibile di continuare a parlarle e chiamarla ogni volta che avevano entrambi del tempo libero.

Mantenne la promessa e andò tutto liscio per i lunghi mesi a seguire, e momenti di tristezza non mancarono, soprattutto dalla parte di Akane, la quale faceva fatica a farsi amici a scuola e che la rendeva estremamente depressa molte volte. Ad Haizaki si distruggeva il cuore, sentirla piangere mentre gli diceva quanto gli mancava, quanto voleva vederlo e abbracciarlo di nuovo, perché era quello che provava anche lui, ma doveva essere forte per lei.

Chiuse gli occhi e lasciò andare un sospiro leggero al ricordo di quei momenti di tristezza, pensare a lei gli metteva tristezza e lo faceva sentire in colpa, chissà cosa non gli raccontava.

Prese un calice sovrappensiero e bevve un sorso, sputandolo a momenti poco dopo dal sapore forte e aspro,rendendosi conto di aver appena bevuto del vino, avendolo scambiato per sambuca o qualche acqua colorata. Si guardò in giro, sperando di non essere visto, ma, sfortunatamente, il loro allenatore e Nosaka erano girati verso di lui e sogghignavano divertiti.

Altro motivo per andarsene il prima possibile, per evitare figuracce delle quali gli altri non si sarebbero dimenticati molto presto.

Proprio nel momento in cui decise di tagliare effettivamente la corda, arrivarono finalmente le ragazze,tutte eleganti e, doveva ammetterlo, erano bellissime, niente da dire al riguardo. Ovviamente, notò subito lo sguardo da puro stordimento amoroso di Nosaka verso Anna, entrambi imbarazzati ma sorridenti.
A quanto pare lui era l'unico ad avere il broncio per l'intera serata.

Dopo aver complimentato le ragazze e aver visto le loro guance tingersi di rosa, ognuno si disperse per lasala ormai piena di persone, parlando del più o del meno e mangiando  tutto quello che il buffet poteva offrire quella sera. Haizaki,ovviamente, non si avvicinò più ai calici, deciso piuttosto  di morire disidratato che fare qualche altra figuraccia.

Si stava divertendo, a vedere Kira mettersi in bocca più chicchi d'uva possibili, seguito a ruota da Asuto e Sakanoue, mentre Tatsuya li guardava e sospirava per l'ennesima volta, battendo la mano sulla schiena del God Striker ogni volta che rischiava di soffocare per qualche chicco andato di traverso.

Non che gli importasse, almeno avrebbe avuto il posto da capocannoniere.

Finì di bere l'ultimo sorso d'acqua nel bicchiere e lo posò sul tavolo più vicino, dirigendosi un po in giro ad esplorare, magari avrebbe trovato qualcosa da fare, si stava annoiando e quasi tutti i suoi compagni di squadra avevano già un piccolo gruppetto con cui passare il tempo. Non gli dispiaceva, poi,starsene da solo, doveva ammetterlo.

Una volta fuori da quell'enorme sala e sul ponte della nave, riuscì a lasciare andare un lungo respiro e guardare l'orizzonte, un po deluso del fatto che era troppo scuro per poter vedere la linea che divideva il mare del cielo. Già...un vero peccato.

Rimase fermo per un paio di minuti,impegnato ad inspirare ed espirare per provare a combattere la pressione che il vestito stava provocando al suo petto, fino a quando non sentì due esili braccia avvolgersi attorno alla sua vita e una testa appoggiarsi contro alla sua spalla. Gli ci vollero giusto un paio di secondi, prima di capire che non era una allucinazione la sua e, sì, qualcuno lo stava abbracciando per davvero.

Un po seccato, decise di girare la testa verso la suddetta persona per chiedere spiegazioni, ma il fiato gli si mozzò in gola, lasciandolo con la bocca semi aperta.

Davanti, o meglio, dietro di lui, si trovava una ragazza minuta dai lunghi e lisci capelli neri, lasciati cadere sulle spalle come una coperta, e due grandi occhi verdi che lo guardavano, con il sorriso così luminoso che sembrava cancellare per un momento quell'oscurità che aveva invaso completamente il ponte.Il vestito che indossava era bianco, quasi color champagne, e toccava le sue ginocchia a malapena. Le spalle e le braccia erano coperte da un cardigan largo giallo pastello, che nascondeva parzialmente le dita stretta attorno alla giacca del suo completo.

Sussurrò il suo nome indeciso, come se fosse certo tutto quello fosse un sogno ad occhi aperti, ma quando vide i suoi occhi riempirsi sempre più di lacrime, non ebbe più dubbi.

Si girò e la strinse con forza a se,dandole la possibilità di stringere le braccia attorno al suo collo e abbracciarlo con tutta se stessa. Non si mossero da quella posizione per interminabili minuti, e non parlarono o accennarono la minima parola, non serviva.

Stringerla a se, sentire il calore del suo corpo, seppur molto più piccolo del suo, lo rendeva felice in un modo che non pensava poter provare mai e poi mai.
Si staccarono leggermente e Haizaki le spostò una ciocca di capelli dal viso,perdendosi nel verde dei suoi occhi per l'ennesima volta.

-Mi sei mancata così tanto, Akane...-E, senza neanche rendersene contro, le sue labbra cercarono quelle della ragazza più piccola, la quale lo accettò dopo qualche secondo di sorpresa.
Quel bacio durò a malapena qualche secondo, ma le gote di entrambi si accesero di un rosso accecante. Un'po a disagio, i loro visi si avvicinarono di più allo stesso momento per cercare quel contatto che tanto desideravano.
Continuarono a scambiarsi piccoli baci per qualche minuto, totalmente ignari di due paia diocchi che li guardavano da un paio di metri.

Nosaka ridacchiò senza farsi sentire e serrò un braccio attorno alle spalle di Anna, la quale si coprì le labbra sorpresa.
Quella ragazza sapeva di averla vista da qualche parte, ma c'era qualcosa che non riusciva ancora ad afferrare.

-Non ti preoccupare, tesoro, dubito si staccheranno molto presto. Continuiamo la nostra passeggiata?-

E, con un piccolo cenno della testa, si allontanarono.

Akane, appena si staccò, guardò il più alto negli occhi con le gote rosse e, prendendo un bel respiro,finalmente decise a dire una delle cose che la tormentava di più negli ultimi mesi.

-Io...ti amo, Ryouhei, ti amo davvero.-

L'altro, in risposta, le sorrise dolcemente e le accarezzò una guancia con il dorso della mano, segretamente intenerito dal rossore che non smetteva di crescere e crescere sulle sue guance.

-Oh, Akane, non ti avrei baciata, se non ricambiassi i tuoi sentimenti.- E, con sommo sollievo da parte di entrambi, non dovettero parlare più, lasciando i loro corpi agire da soli, cercarsi e cercarsi per tante altre volte, sicuri che non si sarebbero mai e poi mai stancati l'uno dell'altra.


E, da lontano, Fudou rise alla scena che stava vedendo.
Effettivamente, quella serata non sembrava troppo noiosa, soprattutto se aveva qualcosa di cui sparlare non appena tornato dentro.

Di torte al cioccolato e grilli curiosiWhere stories live. Discover now