Capitolo tre - Black Jack

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Louis sistemò la giacca del suo vestito, in piedi davanti allo specchio. Girò leggermente su sé stesso, assicurandosi che tutto si adattasse perfettamente al suo corpo. Lottie aveva ragione, il blu notte gli stava benissimo. Insieme ad una camicia nera e una cravatta color beige, appariva molto elegante.
"È stato un buon investimento." Disse Lottie, passandogli una mano tra i capelli per sistemarglieli un'ultima volta. "Hai un aspetto meraviglioso."
"Verranno a prendermi fra poco." Louis si voltò verso la sorella. "Vado bene così?"
Lottie gli fece l'occhiolino. "Sei uno schianto."
"Fantastico, forse troverò qualcuno con cui sostituire il mio 'ragazzo.'" Louis si diresse velocemente verso la porta, infilandosi le scarpe.
"Quando parli così non mi piaci per niente." Lottie lo seguì fino alla porta d'ingresso. "Ne approfitterò per usare la tua vasca mentre sei via."
"Non invitare Tommy." Replicò Louis con tono severo. Aprì la porta proprio nel momento in cui gli squillò il telefono.
Lottie lo ignorò completamente. "Vai pure, non ho bisogno dei tuoi consigli."
Lasciò la suite dell'hotel e prese l'ascensore per arrivare alla hall. Era strano andare ad un evento senza una guardia del corpo, ma dal momento che il team di Harry si era offerto di accompagnarli, anche la sicurezza dell'attore sarebbe stata presente ed avrebbe controllato entrambi.
Fu accolto da un uomo grande e grosso in abito nero non appena le porte dell'ascensore si aprirono sulla hall. "Signor Tomlinson." L'uomo tese la mano verso di lui. "Sono Paul, la guardia del corpo di Mr. Styles. Sono venuto a prenderla per portarla all'evento."
"Grazie, Paul." Rispose Louis, stringendogli la mano a sua volta.
Paul lo scortò all'esterno dove lo stavano aspettando alcuni paparazzi, che immediatamente gli scattarono delle foto mentre lui usciva dall'albergo. L'uomo lo schermò dai flash delle macchine fotografiche e lo guidò direttamente verso una macchina in attesa vicino all'ingresso. Louis scivolò all'interno senza problemi e la portiera si richiuse dietro di lui con un forte rumore. Dopo ciò, Louis si voltò per guardare l'interno dell'abitacolo e sentì il respiro strozzarsi in gola.
Harry era seduto dall'altro lato della lussuosa limousine. I suoi capelli erano trattenuti indietro da una bandana di seta scura ed indossava un completo bordeaux. Niente più, notò Louis. Il riccio non indossava nessuna camicia al di sotto del vestito, a quanto sembrava. La giacca era abbottonata per metà, mettendo in mostra il petto scolpito. Infine, Louis notò qualcosa di pizzo nero trasparente e dovette distogliere velocemente lo sguardo.
"Ciao." Disse Harry.
"Si. Ciao." Louis si schiarì la voce. "Eccoci di nuovo qui."
"Nuova giornata, nuove possibilità." Harry scrollò le spalle, aggiustandosi la giacca, poi rimase in silenzio per un momento prima di parlare di nuovo. "Vivi in un hotel?"
Louis guardò fuori dal finestrino. "La maggior parte delle volte, si."
"Non hai una casa a Los Angeles?"
"No. Resto a casa di mia sorella a volte, oppure di Liam. Ha una casa enorme, quindi non ha problemi ad ospitarmi. Se non mi va invece, resto in hotel."
"Non sarebbe più comodo comprare una casa?" Harry sembrava confuso.
"Potrei farlo, ma non avrebbe molto senso. Quando posso, non resto in questa città. Anzi, cerco di evitarla il più possibile."
Harry sembrava senza parole. "Perché?"
"Non mi piace molto." Louis si voltò verso il riccio, tenendo gli occhi fissi sul volto dell'altro ragazzo. "Non mi sento a casa qui."
"Quindi preferisci vivere a Londra?" Chiese ancora il giovane.
"Ogni volta che il mio lavoro mi permette di tornarci, si." Louis non può fare a meno di sorridere al pensiero della sua famiglia e di casa sua a Doncaster. "Ho un appartamento a Londra, ma casa mia è a Doncaster."
Harry sorrise a sua volta. "Casa mia non è troppo lontana dalla tua città, in realtà."
"Non so cosa ti trattenga a Los Angeles, allora."
"Il tempo è sempre bello."
Louis si accigliò, ma Harry continuava a sorridergli, come a volergli dire che il clima perfetto fosse una ragione valida per amare LA. Forse per Harry lo era. "È sempre bello, hai ragione." Ammise Louis. "Ma non è una cosa fondamentale, per me."
"Tua sorella si è trasferita qui?" Domandò Harry, provando a cambiare argomento e lasciando perdere l'antipatia che Louis aveva per Los Angeles. Il castano era contento di non essere più nell'occhio del mirino. Non gli piaceva dare spiegazioni sulla sua vita e sulle sue scelte ad altri.
"Ha appartamenti in tutto il mondo, in realtà." Louis guardò di nuovo fuori dal finestrino e vide le luci del teatro avvicinarsi. "È una stilista, lavora nelle sfilate di moda più importanti e per alcuni grandi nomi del settore."
"Wow, sembra avere molto successo." Replicò Harry sorpreso. A Louis piaceva l'ammirazione presente nel tono del riccio.
"Si, è così." Disse infine, prima che la macchina si fermasse davanti all'edificio.
"Mi sa che è ora di andare." Harry si sedette composto e lo guardò intensamente negli occhi. "Pronto a giocare?"
Louis sorrise dolcemente, apprezzando maggiormente il comportamento del ragazzo rispetto all'uscita precedente. Ora era tutto più tranquillo. "Iniziamo a giocare."
La portiera venne aperta ed Harry uscì per primo. Louis fece un respiro profondo prima di vedere il riccio che gli tendeva la mano. Incontrò ancora una volta gli occhi verdi e luminosi di Harry prima di afferrargli la mano e scivolare fuori dall'auto con una mossa fluida. Fu immediatamente colpito da flash accecanti e rumori forti. La gente urlava il suo nome, poi quello di Harry, e tutto si confondeva intorno a lui.
La mano del più piccolo era calda e soffice intorno alla sua.
Lanciandogli un'occhiata veloce, Louis scoprì che il riccio stava sorridendo felice e spensierato, salutando i fan posti ai lati del red carpet. Louis lo imitò, rendendosi conto di amare tutto questo. Ovviamente avrebbe preferito avere qualcosa di reale, non voleva continuare a fingere come in quel momento. Un giorno, Louis avrebbe voluto arrivare a questo tipo di eventi con un vero partner, tenendosi per mano ed affrontando tutto quanto insieme.
Avevano ricevuto l'ordine di camminare sul red carpet e non fermarsi a parlare con i giornalisti. All'ingresso, si fermarono davanti ad un muro con i cartelloni degli sponsor dell'evento e si misero in posa per le fotocamere. Harry gli mise un braccio intorno alla vita, tirandolo verso di sé, e Louis fece lo stesso, appoggiando la mano delicatamente sul fianco del riccio. I giornalisti urlavano i loro nomi affinchè guardassero nella loro direzione o rilasciassero una breve intervista. Louis era sicuro che tutti fossero interessati ad un'unica cosa, in quel momento.
Non appena furono all'interno dell'atrio, si lasciarono andare velocemente. Louis fece un passo indietro ed infilò le mani nelle tasche dei pantaloni eleganti. "Non è andata così male."
"Li abbiamo convinti." Concordò Harry, poi indicò l'entrata della grande sala dove avrebbe avuto luogo l'evento di beneficienza. "Non dobbiamo rimanere attaccati l'uno all'altro per tutto il tempo. Incontriamoci al nostro tavolo all'inizio dell'evento, okay?"
Louis annuì, osservando il riccio allontanarsi. Aveva delle gambe piuttosto lunghe, e il suo sedere non era per niente male all'interno di quei pantaloni. Louis si domandò se l'altro ragazzo facesse degli allenamenti specifici per modellare e tonificare quel sedere meraviglioso.
Accigliandosi, Louis si voltò rapidamente e andò alla ricerca del bar. Aveva chiaramente bisogno di un drink.



Paint Me In A Million Dreams (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora