Capitolo otto - Disperazione

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"Cosa ne pensi?" Louis si girò davanti allo specchio, guardandosi alle spalle per controllare il riflesso del suo didietro in quel vestito.
"Ho scelto io l'abito, Lou." Lottie incrociò le braccia davanti al petto. "Ovviamente penso che sia bellissimo."
"Ma mi sta bene?"
"Beh, ho fatto del mio meglio." La sorella gli diede una pacca sulla spalla. "Ho fatto tutto il possibile."
"Detta così sembra quasi che per te prepararmi sia la faccenda più dura della terra." Louis si aggiustò di nuovo la cravatta.
"Forse lo è." Con della lacca la ragazza sistemò i capelli di Louis ancora una volta, poi controllò l'orologio. "Saranno qui per venirti a prendere da un momento all'altro."
Louis infilò le scarpe, sentendo lo stomaco annodato. Le anteprime cinematografiche lo rendevano sempre nervoso. E questa sarà particolarmente snervante perché si trattava del suo primo grande ruolo in un film acclamato dalla critica. Non si trattava solo di strappare una risata al pubblico mentre guardavano il film, o di sapere che magari le persone si sarebbero sentite più leggere una volta uscite dalla sala dopo averlo visto. No. Si trattava di capire se la recitazione di Louis fosse abbastanza buona da far immedesimare la gente nei personaggi e far capire loro le dinamiche e le lotte rappresentate.
"Buon Dio." Louis sollevò lo sguardo quando sentì Lottie pronunciare quelle parole. Si mise una mano sul petto e fissò lo schermo del suo cellulare. "Harry è assolutamente mozzafiato."
Accigliato, Louis si alzò in piedi. "Come fai a saperlo? Non può arrivare all'evento senza di me."
Lottie abbassò il cellulare, allontanando Louis. "Babs mi ha inviato una sua foto."
"E perché lo avrebbe fatto?"
"Abbiamo coordinato i vostri outfit." Lottie si strinse nelle spalle. "Arriverete insieme come coppia, quindi i vostri abiti dovranno in qualche modo adattarsi insieme."
Louis sbuffò. "In questo modo ci renderete uno scadente cliché."
"Non preoccuparti, te ne occuperai da solo di questo." Lottie ripiegò uno dei suoi abiti, rimettendolo nel guardaroba.
"Che cosa dovrebbe significare?" Louis incrociò le braccia davanti al petto.
"Oh, dai, sai esattamente cosa intendo." Lei gli colpì il braccio, facendo schioccare la lingua. "E non incrociare così le braccia o stropiccerai il vestito."
Louis sbuffò, ma si voltò di nuovo verso lo specchio per raddrizzare la sua giacca.
"A proposito," disse Lottie, guardandosi alle spalle. "Mi devi dei soldi."
"Ah sì?" Chiese Louis.
"Si. Avevo ragione su Harry." Lei sorrise, tornando di nuovo al suo guardaroba. "Hai totalmente perso la testa per lui."
Accigliato, Louis guardò di nuovo il proprio riflesso. "E perché hai questa impressione?"
"Non sono stupida, Lou." Lottie chiuse l'armadio e gettò un braccio attorno alle spalle del fratello. I loro occhi si incrociarono allo specchio. "Ti conosco. Lui ti piace."
Louis sostenne il suo sguardo. "È vero."
Lei sorrise. "È una cosa seria?"
"Non lo so ancora." Louis inspirò, il cuore gli batteva forte in gola. Era la prima volta che ammetteva ad alta voce di provare qualcosa per Harry. "Lui è tipo... così... bello. E dolce."
"Te lo avevo detto." Lottie gli diede una pacca sulla spalla.
Si, glielo aveva detto. Louis le sorrise. Questa era Lottie, dopotutto, sua sorella, e non c'era motivo di fingere con lei. Lo avrebbe capito da sola, ad ogni modo, e di sicuro lo avrebbe messo alle strette se avesse anche solo provato a mentire. Essere onesti era l'opzione migliore qui.
"Non è che io sia follemente innamorato, Lotts," le ricordò. "Ma ammetto di aver sbagliato. È davvero una persona eccezionale."
Lottie annuì. "Sono sicuro che direbbe lo stesso di te."
"Lo spero." Louis scrollò le spalle. E lo sperava davvero. Da quando avevano lasciato l'Australia, si era reso conto del fatto che adesso gli importava molto ciò che Harry Styles pensava di lui. "Voglio dire-"
Fu interrotto dal suono del campanello. Lottie passò una mano tra i capelli di Louis un'ultima volta, poi si affrettò a raggiungere la porta per aprirla. Louis la seguì e le baciò la guancia prima di scendere le scale, dove lo stava aspettando Alberto.
"Lottie non verrà con te?" Chiese, avanzando.
"Ha un volo per Tokyo tra due ore." Louis si guardò alle spalle e la vide guardare dalla finestra del soggiorno. "Non può accompagnarmi."
"Quindi non ci sarà nessun membro della tua famiglia, questa volta." Alberto aprì la portiera posteriore della limousine.
Louis si accigliò a quelle parole, scivolando sul sedile posteriore. Era la sua prima premiere cinematografica senza alcun familiare presente a sostenerlo. Il pensiero era spaventoso, perché questa prima era la sua più importante finora.
"Ciao."
Louis girò la testa quando la porta fu chiusa e vide Harry dall'altro lato dell'auto, che gli stava sorridendo dolcemente. Aveva i capelli raccolti da una sciarpa di seta e indossava un abito rosso con una stampa floreale grigia. Si adattava perfettamente al completo grigio di Louis. Lottie era persino riuscita a scegliere una cravatta dell'esatto rosso del vestito di Harry.
"Sei molto bello," disse Harry.
Louis deglutì a fatica, stringendo le mani per impedirsi di toccare Harry. La sua camicia era spalancata, i tatuaggi sul petto erano ben visibili. Louis non aveva avuto il tempo di ispezionarli correttamente quando avevano-
"Grazie," disse, scuotendo la testa per allontanare quel pensiero. Non era il momento. "Anche tu."
La macchina iniziò a muoversi e Harry allungò una mano per sfiorare quella di Louis. Le sue unghie erano dipinte di nero. "Sei nervoso?"
"Un po'," ammise Louis. "È una cosa abbastanza importante per me."
Harry annuì. "Si. Ti capisco. Ehi," aggiunse poi. Louis lo guardò e Dio - non riusciva a tenere lo sguardo fisso sul riccio per più di tre secondi. Era così, così bello che faceva male guardarlo per troppo tempo. "Non hai nulla di cui preoccuparti."
Harry lo guardò dritto negli occhi e, per un istante, ogni singolo momento passato insieme in quella stanza d'albergo tornò nella sua mente. Ogni secondo che avevano condiviso, ogni tocco, ogni bacio. Louis non poteva sopportarlo.
"È adorabile da parte tua, L.A., ma io non sono la tua damigella in pericolo." Louis diede una pacca sulla mano di Harry prima di ritirare la sua.
Harry sbuffò e si appoggiò allo schienale. "Sicuramente no."
"Non ho bisogno di essere rassicurato o coccolato." Louis si schiarì la gola, cercando di ignorare il calore persistente del tocco delle dita di Harry sulla sua pelle. Sarebbe sparito tra un momento.
"Certo che no," rispose Harry, guardando fuori dal finestrino.
"Che cos'è quel tono?" Louis sollevò un sopracciglio.
Harry si voltò di nuovo verso di lui, un'espressione divertita sul suo viso. "Ti piace essere coccolato."
"Scusa." Louis incrociò le braccia davanti al petto. "Cosa ti ha dato questa impressione?"
"Beh, ho trascorso un mese intero con te." Harry scrollò le spalle.
Louis scosse la testa. "Tu non sai niente, Styles."
"Immagino, sì." Harry si morse il labbro inferiore, cercando ovviamente di trattenere un sorriso. "Chiunque diventerà il tuo ragazzo dovrà essere davvero bravo a coccolarti."
"Ma che-"
"Sei un coccolone," lo interruppe Harry, e all'improvviso sembrò molto più serio. "Ti piacciono le coccole."
Louis si accigliò. "Come-" iniziò a dire, ma poi tacque e si morse il labbro. Harry lo sapeva perché avevano dormito insieme. Si erano scambiarti solo seghe e baci disordinati, ma era comunque stato sesso. E lo avevano fatto due volte. E Louis si era addormentato con Harry.
Non era il tipo di persona che si accendeva una sigaretta dopo il sesso e lasciava il letto. Louis era il tipo di persona che si teneva al caldo contro il corpo dell'altro il più a lungo possibile. Non riusciva a ricordare, ma probabilmente si era addormentato e si era accoccolato contro Harry. Ma come poteva saperlo questo? Harry, quando lui aveva aperto gli occhi quella mattina, era andato via.
Louis si schiarì di nuovo la gola. "Non puoi incolparmi per le cose che faccio mentre dormo."
"Chi ha detto che ti ho incolpato?" Chiese Harry.
Louis aprì la bocca, ma la richiuse quando si rese conto di non avere idea di cosa dire. Harry gli sorrise, consapevole, con quel suo tipico sorrisetto compiaciuto.
"Anche a te piace essere coccolato," disse Louis, indicando Harry. "Ti piace quando le persone si prendono cura di te, e ti piace che le persone giochino con i tuoi capelli."
"Ho pensato di pagare qualcuno per farlo," disse Harry, non un accenno di vergogna nel suo tono. "Sai? Tipo un assistente personale, ma tutto ciò che deve fare è giocare con i miei capelli."
"Oh mio Dio." Louis gemette.
"Sì, sarebbe un po' troppo da diva, quindi ho scartato l'idea." Harry scrollò le spalle, sembrando sinceramente triste. "Tuttavia, si adatterebbe all'immagine che tu hai di me, giusto?"
Louis rise. "Assolutamente."
"Mi dispiace deluderti," disse Harry.
La macchina si fermò e Louis si mise composto, aspettando che la porta si aprisse così che potesse uscire. Rumori forti ed un oceano di voci lo colpirono all'improvviso e, prima di scendere per attraversare il tappeto rosso, Louis si voltò di nuovo.
"Non sono affatto deluso," mormorò, mantenendo lo sguardo di Harry per un momento. "Neanche un po'."
Le urla aumentarono quando Louis scese dall'auto. I flash delle macchine fotografiche iniziarono a colpirlo e la gente gridava il suo nome. Louis sorrise e si voltò, tendendo la mano per Harry. Con eleganza, il riccio scivolò fuori dal sedile posteriore della limousine ed intrecciò la mano con la sua. Le urla si intensificarono ancora di più.
Mano nella mano, camminarono lungo il tappeto rosso fino al teatro, fermandosi ogni pochi metri per fare delle foto. Louis mise un braccio attorno alla vita di Harry, appoggiando le dita contro il fianco del minore. Poteva solo immaginare quanto fossero belli insieme; in termini di aspetto, formavano una coppia a dir poco attraente.
Si fermarono per alcune interviste, restando sempre strettamente vicini, proprio come Julia aveva detto loro poco prima. Questa serata riguardava il film, ma riguardava anche loro per presentarli al mondo come coppia. Questo evento era importante per la loro carriera, ma anche per la loro relazione. Il loro primo progetto condiviso.
Non che ce ne fossero altri a venire.
"Harry, Louis," disse un uomo, tenendo il microfono davanti alla faccia di Louis. "Congratulazioni per la serata di apertura. Come vi sentite?"
"Bene," replicò Louis. "Sai, è sempre un po' snervante vedere il prodotto finito per la prima volta e aspettare il verdetto del pubblico. Nel complesso, è comunque una bella sensazione."
"Hai Harry al tuo fianco." L'uomo fece l'occhiolino. "Può calmarti."
"Ci siamo l'uno per l'altro," disse Harry. Quando Louis si girò verso di lui, vide che il riccio lo stava già guardando. "È bello avere la mano di qualcuno da stringere in un momento come questo. Avere qualcuno al tuo fianco che capisca esattamente come ci si sente."
L'uomo annuì. "Di sicuro lo sapete entrambi. Però, è la prima volta che reciti in questo genere di film, non è vero, Louis?"
"Si, è così." Louis si avvicinò di nuovo a Harry. "Spero che la mia recitazione sia abbastanza convincente."
"Lo è." Harry strinse la mano di Louis e guardò l'intervistatore negli occhi. "Ha fatto davvero un gran lavoro, e sono sicuro che molte persone rimarranno sorprese da questo lato di lui. Sai, non in modo negativo, ma in quel modo che di sicuro li porterà a dire cose del tipo 'Non sapevo che Louis Tomlinson potesse fare una cosa del genere.' Era assolutamente brillante nel suo ruolo."
Louis dovette deglutire il nodo che gli si era formato in gola, e sorrise per il resto dell'intervista prima di proseguire. Harry salutò di nuovo la folla prima che le porte si chiudessero dietro di loro e le chiacchiere e l'eccitazione nell'atrio li inghiottissero.
"Intendevi davvero ciò che hai detto?" Chiese Louis. Aveva ancora la mano stretta in quella di Harry, anche se non era più necessario. In questo modo, il riccio non poteva sfuggirgli.
Harry si girò, sbattendo le palpebre. "Che cosa?"
"A proposito della mia recitazione."
"Oh." Harry interruppe il loro contatto visivo e scrollò le spalle. "Non saprei, sai? In realtà non ti ho visto recitare molto."
Il cuore di Louis affondò un po', il battito che si abbassò pian piano. "Perché lo hai detto?"
"Perché era ciò che si aspettavano che dicessi." Harry si guardò intorno nella stanza, probabilmente cercando di trovare qualcuno che lo avrebbe liberato dalla sua presenza fino all'inizio del film.
"Sì, certo." Louis deglutì, sorridendo in modo falso. Districò le dita da quelle di Harry. "Ci sono alcuni amici laggiù. Vado a salutarli."
"Sicuro, vai pure." Harry sembrava completamente indifferente, ed indicò la direzione opposta alla sua. "Io andrò a salutare alcuni amici laggiù."
Perché quelle parole lo avevano turbato così tanto? Harry non aveva mai avuto molta stima della sua recitazione. Era stato uno dei primi conflitti tra loro, e ciò non lo aveva mai infastidito. Sapeva quanto valeva e di cosa era capace, e non aveva bisogno di Harry Styles per convalidarlo. Non importava cosa Harry pensasse di lui.
Louis increspò le labbra, arrabbiato con sé stesso. Non dovrebbe importargli, non dovrebbe davvero. Non dovrebbe preoccuparsi di ciò che Harry pensava di lui, e se il riccio avesse eventualmente cambiato idea sull'immagine che aveva di lui. Eppure, eccolo qui, infastidito e turbato dal fatto che Harry Styles avesse una così bassa opinione su di lui e sulla sua recitazione.
Era veramente patetico.


Paint Me In A Million Dreams (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora