Capitolo sei - Maschere

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Louis si svegliò lentamente con delle mani gentili che premevano i suoi fianchi contro il materasso. Il suo cazzo era duro, pulsava dolorosamente, e bruciava di desiderio perché voleva che quelle mani si muovessero di pochi centimetri fino ad arrivare alla sua lunghezza ed alleviare quel dolore. Labbra calde erano premute contro il suo collo, lunghe ciglia strisciavano contro la sua mascella lungo il processo.
Sospirando, Louis sollevò le mani, facendole scorrere su pelle liscia e spalle larghe, per poi affondare in riccioli selvaggi. Una risatina gli solleticò l'epidermide, un respiro caldo si scontrò contro la sua vena pulsante, il battito accelerato. Afferrò i ricci un po' più duramente e spinse quelle labbra verso le sue.
Non c'era esitazione, nessuna resistenza. Le loro bocche si incastrarono all'istante, senza intoppi. Louis aprì la bocca, ubriaco per quella sensazione. Era ossessionato da quelle belle labbra, da quella bocca peccaminosa. Lo baciò come se la sua vita dipendesse da quello, ricevendo lo stesso in cambio. La stanza era silenziosa tranne per il fruscio delle lenzuola e i chiari, umidi rumori del bacio.
Finalmente, finalmente, una delle mani si allontanò dai suoi fianchi ed accarezzò piano la sua coscia. Louis rabbrividì.
"Voglio succhiare il tuo cazzo, piccolo. Voglio sentirti dentro la mia bocca."
Louis piagnucolò, i suoi fianchi si spinsero verso l'alto. Un sorriso premette contro le sue labbra, ingoiando i suoi bisognosi, piccoli lamenti. Se non avesse avuto quelle labbra perfette e morbide sul suo cazzo entro i prossimi cinque secondi, Louis era sicuro che sarebbe morto sul posto.
Inspirò, incapace di emettere un suono. Il suo corpo bramava di desiderio e bisogno. "Harry, ti prego."
Gli occhi di Louis si spalancarono ed espirò a pieni polmoni. Il suo cuore martellava nel petto ed il suo cazzo pulsava, dolorosamente duro. Era sudato e accaldato dappertutto, ed aveva le dita aggrappate alle lenzuola del letto dell'albergo.
Non di nuovo, dannazione. Louis si gettò un braccio sul viso, gemendo e cercando di far scemare l'erezione. Ormai era da una settimana a questa parte che faceva questo sogno tutte le notti. E a volte gli capitava di farlo anche durante il giorno.
Quel bacio lo aveva davvero fottuto. Maledettamente fottuto. Era come se avesse assaggiato un po' del nettare degli Dei, ed ora il suo corpo ne desiderava di più, implorando solo un altro assaggio. Come una droga che aveva provato una volta e della quale era diventato immediatamente dipendente.
Non voleva nemmeno iniziare a pensare al fatto che fosse Harry Styles il protagonista di quei sogni. Essere sessualmente frustrati, essere eccitati tutto il tempo era già abbastanza odioso di per sé. Ma essere eccitati per colpa di Harry Styles rendeva le cose dieci volte peggiori.
Sbattendo le palpebre alla luce del sole del mattino, Louis si mise a sedere, sibilando. Era ancora molto presto e sembrava proprio che sarebbe stata un'altra calda giornata di sole a Sydney. C'erano quasi più di venti gradi quando erano arrivati ​​il ​​giorno prima e di sicuro oggi non sarebbe stato diverso.
Subito dopo il loro arrivo, Louis si era rintanato nella sua camera d'albergo. Ogni minuto che doveva trascorrere accanto ad Harry era fisicamente stremante per lui. Ogni volta che si sedeva accanto ad Harry per qualche intervista, il suo corpo fremeva e doveva sempre fingere di non essere sul punto di crollare e rompersi da un momento all'altro.
Dopo il bacio, Louis era rimasto sveglio tutta la notte a rimuginarci su. Aveva avuto paura di come affrontare il tutto quando sarebbe arrivata la mattina, e quindi era rimasto nella sua camera da letto finché l'auto non era venuta a prenderli. Durante il viaggio, nessuno dei due aveva pronunciato una sola parola e Louis aveva trovato un po' di conforto guardando Harry, che sembrava stanco ed esausto quanto lui.
Per le interviste, avevano entrambi indossato una maschera di professionalità. Durante la messa in onda, nulla era sembrato strano, ma non appena avevano lasciato di nuovo l'edificio, Louis aveva messo il maggior spazio possibile tra loro. Harry era sembrato contento di ciò, mantenendo anche lui le distanze.
Era andata avanti così per tutta la settimana passata. Per Louis, quella situazione ogni giorno diventava più difficile, ma non riusciva a trovare una via d'uscita, nulla che potesse rappresentare una soluzione a quel suo tormento interiore. Se avesse avuto la possibilità per allontanarsi da Harry, probabilmente sarebbe riuscito a superare il tutto, ma dal momento che dovevano stare insieme quasi sempre, gli veniva ricordato quello che era successo ogni singolo giorno.
Louis doveva ammettere la sconfitta. Il suo corpo era un traditore.
Si alzò dal letto e si diresse dritto in bagno per farsi una doccia. Sotto il getto caldo, si prese cura della sua erezione dura, la testa inclinata all'indietro contro le piastrelle, gli occhi incollati su un punto del soffitto. Sapeva che se avesse chiuso gli occhi, avrebbe visto Harry.
Dopo la doccia, Louis chiamò il servizio in camera per la colazione, poi si vestì. Dovevano fare un altro giro di interviste insieme prima di ricongiungersi con il resto del cast nel pomeriggio. Lo avevano fatto anche a Londra, e Louis era stato grato di questo, perché almeno poteva respirare un po' ed allontanarsi dalla presenza del riccio che era sempre seduto al suo fianco durante le interviste.
Se qualcuno traeva profitto dalla tensione tra Harry e Louis, era Julia. Era a dir poco entusiasta di questa situazione, seguiva le tendenze su internet e li teneva sempre informati su quali passi avevano funzionato particolarmente bene.
"Louis, tesoro," aveva detto a Mosca dopo il loro primo giorno di interviste. "Stai andando così bene. Senti qua." Si era schiarita la voce prima di leggere qualcosa dal suo tablet. "Sono così innamorati che non riescono nemmeno a staccarsi gli occhi di dosso. E noi non possiamo distogliere lo sguardo da loro. Come diversi fan hanno sottolineato, Louis aveva gli occhi praticamente incollati alle labbra di Harry, e possiamo solo immaginare come siano andate a finire le cose quando le telecamere non stavano più girando."
Louis si era quasi strozzato con il suo pranzo, ed aveva tossito così forte che Oli aveva iniziato a farsi prendere dal panico perché pensava che si sarebbe soffocato. Dopo aver lanciato un'occhiata a Harry, Louis lo aveva trovato praticamente immobile, le sue labbra che formavano una linea sottile. Pensandoci ora, probabilmente quella era stata l'ultima volta in cui Louis aveva guardato correttamente Harry.
Probabilmente dovrebbero parlarne. Louis ci aveva pensato diverse volte. Parlarne però, significava ammetterlo ad alta voce, e Louis non era sicuro di essere pronto ad ammettere davanti a Harry - ad Harry - che era attratto da lui. Non c'erano dubbi sul fatto che Harry avesse iniziato tutto quanto, ma Louis non aveva fatto nulla per fermarlo. Al contrario, aveva risposto al bacio.
Un colpo alla porta lo ridestò dai suoi pensieri e Louis si avvicinò per far entrare il cameriere. Quest'ultimo posò un vassoio sul tavolo, preparando tutto. Quando udì un altro bussare, Louis si accigliò e si girò per aprire di nuovo la porta.
"Buongiorno Lou," disse Oli, entrando.
Il cameriere si congedò e Louis richiuse la porta. "Buongiorno."
"Guarda cos'ho." Oli sollevò un foglio con un elenco.
"Che cos'è?" Il giovane tornò al tavolo per mangiare la sua colazione prima che si raffreddasse.
Anche Oli si sedette e rubò una fetta di mela dal piatto di Louis. "Il team di Liam mi ha contattato. Farà un concerto qui domani sera. Siamo tutti nella lista degli ospiti."
Louis alzò lo sguardo e, per un momento, ebbe voglia di piangere. Non sapeva assolutamente che Liam fosse in città, ma l'amico aveva sempre sotto controllo quelle cose. Si sarebbe preso cura di lui, e sarebbe stato lui a distrarlo da quel senso di tristezza e tormento che provava da qualche tempo a questa parte. Non c'era alcun dubbio sul fatto che Liam lo avrebbe aiutato.
"Oggi è impegnato con interviste e cose così, ma ha inviato un messaggio in cui dice che ti aspetta nel backstage prima dello spettacolo di domani." Oli sorrise. "Puoi portare degli amici, se vuoi."
"Perfetto, amico." Commentò Louis. "Gli manderò un messaggio."
Oli annuì. "Julia ha detto che sarebbe una buona occasione per farti vedere con Harry al di fuori delle interviste. È l'ultimo concerto di Liam per questa tappa del tour, quindi ci sarà un aftershow party."
"Possiamo portare anche altre persone, giusto?" Louis chiese. "Non saremo solo io e lui."
"È successo qualcosa?" Oli si accigliò, incrociando le braccia. "Voi due sembrate strani."
Louis deglutì e bevve un sorso del suo tè. Oli non era la persona giusta con cui parlare di questo. Si sarebbe fatto un'idea sbagliata. "No, niente."
"Mi sembrava che voi due aveste iniziato ad andare finalmente d'accordo," disse Oli. "Ma sembra che ora non gli parli proprio più."
"Neanche lui mi parla," sottolineò Louis, tagliando un po' di pancetta. "Non sono solo io."
Oli si strinse nelle spalle, lasciando cadere l'argomento. Louis ne fu grato poiché non aveva idea di come spiegarsi. Far ricadere la colpa su Harry era stato facile, ma sapeva anche che non poteva farlo troppo a lungo. Dopotutto, non era solo colpa di Harry.
"Hai altri dieci minuti, poi dovremmo andare nella stanza di Harry per le interviste." Oli si alzò dal tavolo e prese il cellulare. Iniziò a digitare qualcosa. "Abbiamo un'altra stanza per le interviste con l'intero cast nel pomeriggio."
Quindi, per la mattina, Louis sarebbe stato nuovamente incatenato a Harry. Un altro giro di interviste, di fingere che gli piaceva la compagnia di Harry, di fingere di essere innamorato di lui. Louis iniziò a sentirsi insensibile a quelle buffonate.
Finì la colazione, non vedendo già l'ora che questa giornata finisse.


Paint Me In A Million Dreams (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora