Il cuore di Louis mancò un battito, poi un altro, e per un momento pensò di essere morto. Non era vero però, purtroppo, perché si trovava ancora al suo posto, ancora di fronte al riccio. Non era ancora morto.
Anche se avrebbe desiderato morire, in quel preciso momento.
Liam faceva vagare gli occhi prima su uno e poi sull'altro, apparentemente non consapevole del casino che aveva appena combinato. Non poteva saperlo, dopotutto. Come avrebbe potuto? Louis non gli aveva raccontato nulla della sua relazione con Harry. Quando ne aveva avuto l'occasione, aveva deciso di mentire a riguardo.
E dove l'aveva portato tutto ciò?
Harry sbattè le palpebre, abbassando il viso verso il pavimento, e la sua espressione shockata si trasformò in un espressione di dolore. "Per favore, dimmi che non è vero."
Le parole uscirono in modo rude, quasi in un sussurro, e riecheggiarono rumorosamente tra loro.
"Oh cazzo Louis, non l'hai fatto sul serio." Ansimò Liam, capendo cos'era appena successo.
"Tu." Esclamò indicando l'amico, la rabbia che aumentava dentro di lui. "Hai detto abbastanza per il resto della tua vita. Chiudi la bocca."
Harry sospirò profondamente, poi si voltò e scese le scale per andarsene. Louis lo fissò sconvolto, ogni fibra del suo corpo fremeva dalla voglia di seguire l'altro ragazzo.
"Sei andato a letto con Harry?" Chiese Liam quasi urlando.
"Sta' zitto, Liam." Louis si passò una mano tra i capelli. "Non abbiamo ancora finito noi due, okay? Ma ora devo-"
Liam fece un gesto con la mano per indicare le scale. "Perché sei ancora qui?"
Quella era una bella domanda. Louis corse giù per le scale, ed arrivato in fondo si guardò intorno per controllare da che parte fosse andato Harry. Dubitava che il riccio fosse uscito dalla porta principale con i paparazzi che li aspettavano fuori.
Louis cercò di non sembrare sospettoso e impaurito quando entrò nel soggiorno. Sapeva, tuttavia, che Harry non avrebbe voluto essere in mezzo alla gente, in quel momento. Sicuramente stava cercando un posto dove poter stare da solo e riflettere sulle faccenda. Ciò significava che, o era uscito in giardino, oppure era entrato in una stanza vuota non utilizzata per la festa.
Louis vide Niall venirgli incontro dall'altro lato del salotto, prendendo un bicchiere dalle mani di qualcuno. Lo svuotò in un sorso, aggrottando le sopracciglia. Louis non aveva bisogno di chiedergli se avesse visto il riccio – quello che aveva visto era tutto ciò che doveva sapere.
Andò nella direzione da cui era venuto Niall e aprì la porta della prima stanza che si trovò di fronte. Sembrava una camera da letto, e Harry stava camminando avanti e indietro, con uno sguardo sconvolto sul volto. Si bloccò improvvisamente quando lo vide, le sopracciglia corrugate e le labbra strette in una linea sottile.
"Ascolta, L.A.," provò a dire, mentre chiudeva la porta dietro di sé.
"Non chiamarmi così." Rispose Harry, incrociando le braccia. "È vero quello che ha detto Liam?"
Louis non voleva avere questa conversazione. C'era una ragione per cui non aveva detto a Harry la verità - e ora che si trovava di fronte al ragazzo, si ricordò improvvisamente il motivo che lo aveva spinto a restare zitto. "Non esattamente."
"Cosa significa, non esattamente?" Chiese Harry, con la voce che non tradiva alcun tipo di emozione. Era come se l'uomo che aveva fissato fino poco fa sulle scale fosse stato sostituito da una versione più dura e fredda.
"Non sono vergine." Disse Louis. Anche alle sue orecchie quello che aveva appena detto appariva come una bugia. Non lo era, però.
Harry aspettò qualche secondo, aspettandosi probabilmente che lui continuasse a parlare. "Non più, adesso."
A Louis veniva da ridere. "Beh, lo sapresti se fosse il contrario."
"Questo non è divertente." Harry si voltò e iniziò a camminare di nuovo per la stanza. "Mi hai mentito."
"Non ho mentito," lo corresse Louis. "Ho solo nascosto alcune cose. E non ero vergine."
Harry lo guardò di sfuggita. "Lo stai dicendo adesso per farmi calmare, ma so che non è vero."
Chiudendo gli occhi, Louis prese coraggio e si preparò a dire la verità al riccio. "Ho dormito con alcune donne. Due, se vuoi saperlo."
"Ma non eri mai andato a letto con un uomo." Esclamò Harry, fissando il muro. "Non hai mai avuto esperienze con altri uomini."
Louis si accigliò, sentendosi messo alle strette. Non aveva idea del perché Harry fosse così interessato all'argomento. Dopotutto, quando avevano iniziato ad andare a letto insieme, non si erano mai interessati alle loro relazioni precedenti. Louis non aveva idea del perché tutto ciò fosse così importante per l'altro ragazzo.
"Non ero mai andato a letto con un uomo prima di te, hai ragione." Ci volle tutta la sua forza di volontà per far uscire quelle parole. Per ammetterlo di fronte ad Harry.
Il respirò di Harry si bloccò e si passò una mano sulla faccia, palesemente frustrato. "Dio. Le cose che ho fatto con te..."
"Ero lì anche io, Harry," disse, tentando di avvicinarsi a lui. "Lo volevo quanto te."
Harry non sembrava neanche sentirlo. "Le cose che ti ho fatto fare."
"Harry." Louis lo afferrò per un braccio, facendo in modo che il più piccolo lo guardasse. "Non è che mi hai costretto a fare quelle cose."
"Avevi detto di no." Harry era molto pallido, gli occhi spalancati, quasi spaventati. "Avevi detto di no, ed io invece mi sono imposto su di te."
"Non avevo detto di no." Louis aggrottò la fronte, cercando di ricordare a cosa si stesse riferendo il riccio.
Harry scosse la testa. "Mi hai rifiutato nell'ascensore. Mi avevi detto che non volevi."
"Perché ero troppo orgoglioso." Louis non aveva idea di come far capire al riccio che nulla di quello che era successo tra loro lo aveva fatto sentire male o a disagio. Harry sembrava essere stato catapultato in un universo alternativo in cui avevano fatto sesso in modo non consensuale. Era una cosa ridicola. "Ero troppo orgoglioso per arrendermi, ma questo non significa che non volessi venire a letto con te."
Tirando via il braccio dalla sua presa, Harry si passò velocemente le dita tra i capelli corti. "Avresti dovuto aspettare qualcuno che ne valesse la pena. Perché stavi aspettando, giusto? E io ho rovinato tutto."
"Volevo che fossi tu il primo." Louis soppesò attentamente le sue parole. "Non avrei dormito con te più di una volta se non avessi voluto. Mi sono fidato di te."
"Ma non abbastanza da essere onesto con me." Sussurrò il riccio con voce flebile. Sembrava sfinito.
"Harry-"
"Hai pianto. Il giorno del tuo compleanno." Il riccio inalò un respiro tremante, mentre i suoi occhi si posarono sul maggiore. "Ti ho fatto male?"
"Non mi hai fatto male, mai." Provò ad avvicinarci di nuovo all'altro ragazzo. Aveva soltanto bisogno che Harry lo ascoltasse, che lo capisse. "Volevo tutto quello che abbiamo fatto, okay?"
"Forse non avrei acconsentito." Harry deglutì a fatica, facendo un altro passo indietro. "Forse non avrei fatto nulla se lo avessi saputo prima."
Quella frase si conficcò nel suo petto e provò un dolore atroce. Harry era stato attento, amorevole e dolce ogni volta che avevano fatto sesso. Gli aveva dato spazio per esplorare sé stesso, lo aveva aspettato pazientemente e lo aveva trattato con gentilezza e affetto. Louis, invece, lo aveva soltanto usato senza vergogna.
"Mi dispiace," mormorò infine, sentendosi improvvisamente in imbarazzo. "Non trovavo mai il momento giusto per dirtelo, non sapevo come fare..."
Harry rimase in silenzio qualche secondo. Nella stanza si percepivano soltanto i loro respiri, oltre ai rumori proveniente dal soggiorno e alla musica che rimbombava contro le pareti.
"Pensavi che ti avrei preso in giro?"
Louis chiuse gli occhi e scosse la testa. "Mi sono fidato di te." Non sapeva che altro dire.
"Anche io mi sono fidato di te." Harry fece un altro passo indietro. "L'ho fatto davvero, sai? Pensavo-" Si fermò poi, e quando Louis alzò lo sguardo verso il riccio, vide le spalle del ragazzo afflosciarsi. "Pensavo che potessimo essere qualcosa di più che semplici amici."
Louis sentì il sangue gelarsi nelle vene.
"Pensavo di poterti convincere del fatto che avremmo potuto essere qualcosa di più, qualcosa di serio." Harry scrollò le spalle, stringendo le labbra. "Ma immagino di aver capito male fin dall'inizio."
Per un momento, Louis si limitò a fissare il più piccolo senza fiatare. Harry aveva detto davvero quelle parole o era frutto della sua immaginazione? "E che mi dici di Luke?" Fu la prima cosa che gli venne in mente.
"Non è con lui che voglio stare," il riccio scrollò le spalle. "Non più."
"Ma tu-" Louis scosse la testa, non riuscendo a seguire il ragionamento del riccio. "Ho visto le vostre foto. In Canada. Sei volato fino là solo per vederlo."
Harry aggrottò la fronte. "Quali foto?"
"Del vostro appuntamento." Louis ne era rimasto molto ferito quando le aveva viste in televisione. Dirlo ad alta voce gli fece provare le stesse sensazioni che aveva sentito qualche giorno prima.
"Sono andato fino in Canada per lasciarlo, in realtà." Disse Harry sogghignando, ma sembrava più triste che divertito dall'intera situazione. "Sono andato da lui per fargli sapere che non volevo più iniziare qualcosa di serio, perché volevo stare con te."
Louis voleva scappare via e, allo stesso tempo, buttarsi contro Harry e abbracciarlo. Non riusciva a respirare correttamente perché, fino a quel momento, aveva pensato di aver perso per sempre il riccio. Aveva già accettato quell'eventualità, ma ora Harry era davanti a lui, e gli stava dicendo che lo voleva.
Ma era anche terribilmente deluso da lui.
"Forse ho visto qualcosa in più nel nostro rapporto che tu non hai mai visto." Harry scrollò le spalle, sembrando completamente ignaro dei sentimenti che anche lui provava per il riccio. Lo oltrepassò lentamente prima di sussurrare. "Scusami, adesso devo andare."
"Harry." Disse lui con tono disperato. Era tutto troppo e non aveva la più pallida idea di come gestire la situazione. La conversazione aveva preso una svolta che non si sarebbe mai aspettato.
"Immagino di non poter fare più nulla, adesso." Replicò Harry, aprendo la porta della stanza.
I suoi piedi si spostarono da soli e si fiondò contro la porta, parandosi davanti a lui. "Non puoi andartene così, non puoi."
"Preferirei non stare con te adesso, Louis." Harry non si voltò nemmeno a guardarlo mentre lo spostava per uscire dalla camera. "Non so davvero cosa pensare in questo momento."
Erano in due. Louis non aveva idea di cosa pensare - era tutto troppo per lui, non era pronto ad affrontare una cosa del genere. Il suo cuore faceva male, sentiva le dita congelate e intorpidite, le labbra secche. Iniziò a tremare, sentiva le ginocchia traballanti come se non fossero in grado di sostenere il suo peso.
Come poteva pensare lucidamente quando si sentiva un fallito? Aveva sbagliato tutto.
Harry scomparve tra la folla e Louis lo fissò intensamente, cercando di trovare un senso a quello che era appena successo tra loro. Lui e Harry erano sulla stessa lunghezza d'onda e, allo stesso tempo, non lo erano affatto. Louis non poteva credere che il riccio avesse lasciato Luke soltanto per iniziare qualcosa di serio con lui, e soprattutto che non gli avesse mai detto nulla prima di quel momento. Se l'avesse fatto, non sarebbero mai arrivati a quel punto.
Non era solo colpa di Harry, però. Ovviamente era stata anche colpa sua. Aveva avuto tantissime opportunità per raccontare all'altro ragazzo i suoi sentimenti. Se avesse detto la verità fin da subito, non sarebbe finita in quel modo.
Probabilmente Harry aveva ragione. Non sapeva cosa pensare in quel momento. Se avesse seguito il riccio, a cosa sarebbe servito? Se non sapeva nemmeno cosa pensare a riguardo, non avrebbe nemmeno saputo cosa dirgli. Non avrebbe trovato le parole giuste, e probabilmente avrebbe incasinato maggiormente la situazione.
Se c'era ancora qualcosa da rovinare.
Chiuse di nuovo la porta, pensando che aveva bisogno solamente di qualche minuto da solo, in pace. Poi sarebbe tornato là fuori e si sarebbe ubriacato fino a dimenticare tutto quanto.
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Paint Me In A Million Dreams (Italian Translation)
FanfictionHarry è uno dei più grandi attori di Hollywood, si è fatto un nome nell'industria grazie ai suoi ruoli in film prestigiosi e vive la vita di una superstar. Manca solo una cosa per renderla perfetta, ma la persona di cui è innamorato è completamente...