Non ci posso credere. Lui ci vede tra anni al matrimonio dei nostri nipoti. Non riesco a sollevare lo sguardo per guardarlo, perché so che farebbe troppo male. Ma poi prendo coraggio, e riesco a puntare i miei occhi scuri, contro i suoi glaciali. Sono entrambi velati da tristezza, nostalgia, rabbia, rancore. I miei sono in una pozza di lacrime. Sono fuoco, fuoco di tristezza, sono amare di nostalgia. Non ci diciamo niente. Le nostre lacrime parlano per noi. I nostri occhi sono libri , immagini della nostra anima. Un'anima disturbata, da qualcosa che non sappiamo descrivere. Qualcosa di grande, incontrollabile. Lui mi ama, io non lo so. Non so niente, di me, delle persone che mi stanno vicine, ma che sento così distanti. Mi serve qualcuno con cui posso parlare della mia angoscia interiore. E non credo che ci sia altra persona oltre a Mark. Poi dopo questo interminabile silenzio, me ne vado, lasciandolo a se stesso. Il nostro silenzio è valso di più di mille parole. Parole taciute. Addio o mia tranquillità.
~
L'aereo. La gamba. Il fuoco. Il fumo. Il bosco. Mi sveglio di soprassalto, imperlata di sudore. Respiro pesantemente, prima di accorgermi di non essere sola. Un respiro regolare interrompe il silenzio. Mi volto. Alex è crollato sulla poltroncina accanto al mo letto. Mentre lo fisso, mi accorgo di non aver mai dormito con lui. Quando avevamo quella "relazione" non abbiamo mai dormito insieme. Sembra più maturo, di quando stavamo insieme. Più sicuro di sé. Allora aveva appena divorziato. Ora che ci penso è stato l'unico a non essere venuto a trovarmi di giorno. Mi ributto sul cuscino, ma il sonno non vuole venire. Così mi alzo, con molta fatica, e mi siedo sopra di lui, accoccolandomi sul suo petto, caldo e accogliente. Lui si sveglia per un secondo, mi sorride per poi ricadere in un sonno profondo. Riesco a addormentarmi di nuovo, sentendomi protetta. La mattina dopo sono, anzi siamo svegliati dal suo cerca persone. Mi guarda sorridente:
-Perché sei venuta qui? Non stavi meglio a letto?-
-Si ma non avevo mai dormito con te e volevo provare- rispondo con un sorriso.
-Vero- dice dopo qualche momento di riflessione. -Alex, perché non sei venuto a trovarmi ieri, di giorno?- chiedo.
-E perché avrei dovuto? Mi piace quando dormi, e poi se fossi venuto quando eri sveglia, non avremmo potuto dormire su questa comodissima poltrona- dice con una punta di sarcasmo.
-Hai ragione, grazie- ammetto sorridente. -Di niente. Ma ora devo andare. La Robbins mi aspetta. Ciao, Lexie- dice baciandomi la fronte, per poi mettermi di nuovo a letto. Prima che varchi la porta gli chiedo un ultimo favore; se mi può portare da Mark.
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Meant to be
Fanfiction"...la mia mente è un deserto e io sono alla ricerca di un'oasi di memoria. Se fossi morta almeno sarei in pace, sapendo che lui mi ama, invece sono una ragazza che aspetta il risveglio dell'uomo che le ha chiesto di sposarla, ma lei non si ricorda...