Capitolo 30

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09:35

"Din Don" il campanello di casa mia suona, ero ancora a letto e stavo dormendo, mezza barcollante mi dirigo verso la porta e la apro -buongiorno piccola- mi sorride Lauro -allora sei veramente tornato!- dico felice -certo stupida- lo faccio entrare e mi faccio prendere in braccio da lui, mi era mancato il suo profumo da donna. Non so perché Lauro ama le cose da donna ma a me va bene così, è un suo marchio. Andiamo nella mia stanza e ci buttiamo letteralmente nel letto, per poi scegliere di vedere un film. Durante tutto il film Lauro mi ha messo un braccio intorno le spalle, e io lo abbracciavo, abbiamo trascorso così l'intera mattinata. -oh mamma regazzì, me stavo ad addormentà- dice sbadigliando  -dai, ma se il film era bellissimo- dico ridendo -mai quanto lo sei te però- dice toccandomi il naso con un dito provocando del rossore nelle mie guance e un mio sorriso -che avete fatto con Sandro?- gli chiedo -ma niente, e'solite cose- si mette le mani dietro la testa -mh capito. Hai fame?- si volta verso di me -un pochino- ride e mi indica con l'indice e il pollice quanto -vieni, aiutami a cucinare- rido e lo tiro per un braccio -no te prego Nu, so negato!- ride -ma stai zitto e alzati- rido anch'io e lo tiro ancora per il braccio -noo, t'ho detto de no- continua a ridere e opporre resistenza, mi è venuta un'idea -dai Laurè, poi faccio tutto quello che vuoi- mi avvicino a lui e mi metto tra le sue gambe, le nostre labbra si sfiorano e lui mi tiene per i fianchi -davvero?- chiede in un sussuro guardandomi negli occhi -no- sussurro a mia volta e rido -alzati coglione!- lo tiro e finalmente si alza -sei una bastarda!- ride e andiamo in cucina -allora chef, cosa dobbiamo preparare?- chiede Lauro mettendo un grembiule -ma coglione cazzo ti serve un grembiule?- chiedo io -shh zitta e fammi fare a me, io voglio fare una pizza!- dice lui esaltato -a pranzo?- dai ma di mattina non c'è gusto -la pizza si può mangiare a tutte le ore, piuttosto prendi gli ingredienti- non mi resta che accontentarlo e fare come vuole lui.

-daje piccolè, so tre ore che sto a impastà!- dice continuando a modellare l'impasto della pizza -hai voluto la bicicletta? mo pedala- dico ridendo -no in realtà io voglio una pizza e voglio mangiarla- rido e alzo gli occhi al cielo, ma nel mentre mi arriva della farina addosso -ma che fai? sei stupido?!- dico divertita -non alzare gli occhi al cielo!- dice ridendo e di rimando io lo faccio di nuovo ma mi arriva dell'altra farina -Lauro eddai!- dico sbattendo il piede a terra come fanno i bambini -allora tu non mi contraddire- dice con fare superiore -vaffanculo- dico facendo il labbruccio e avvicinandomi a lui -aww la mia bambina- ride e mi lascia un bacio in testa, vorrei avere sempre questi momenti con Lauro.

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