Dopo la piccola rivelazione di Hanje, scendiamo per la colazione come ieri. Mi siedo al tavolo con tutti i miei nuovi compagni. Rimango un po' ad osservare, ancora incerta sul motivo della loro gentilezza, i commensali. Sembrano tutti così tranquilli mentre divorano il loro cibo, chi ancora assonnato e chi già carico di energia. Il mio sguardo indugia sulle pietanze in tavola e, alla fine, mi concedo una fetta di pane con il burro, proprio come quella che Levi mi ha preparato ieri. Mi fermo a riflettere: questo è solo il mio secondo giorno in questo nuovo posto. Eppure sembra che io viva qui da sempre. La voce di zia Yui comincia a svanire dalla mia mente e quasi non mi ricordo cosa facevo a quest'ora a casa mia. Probabilmente mi preparavo per la scuola... forse dovrei chiedere ad Erwin se mi può aiutare con gli studi, voglio almeno cercare di imparare le basi di ciò che mi serve sapere.
Dopo la colazione, Hanje mi porta nel suo ufficio. Mentre lei sbriga le sue faccende insieme ad un efficiente Moblit che asseconda ogni sua richiesta, io scorro i titoli dei volumi in pelle che si trovano sulla grande libreria di quercia scura nella stanza. Ho sempre adorato leggere, da che ricordo: la mamma ogni tanto mi portava dei volumetti per bambini oppure a pranzo leggevo le etichette dell'acqua che bevevo. I pesantissimi tomi, solo dall'aspetto, somigliano a quelli che la mamma teneva nel suo studio. Una volta mi ha detto che si chiamano enciclopedie, dei libri pieni di parole che servono a spiegare le cose. Tante volte ho provato a leggerne uno, dovendomi subito fermare a causa della difficoltà che trovavo. Chissà se, studiando con Erwin, imparerò a leggere cose così.
All'improvviso sentiamo bussare. "Per favore Sumire, potresti aprire?" mi chiede Moblit mentre cerca dei documenti tra una pila altissima di fogli. Faccio come mi dice e mi trovo davanti Erwin. Mi fa un veloce sorriso, poi dice: "Buongiorno Hanje. Soldato Berner"
Lui risponde con il saluto segreto.
"Posso prendere Sumire per un po'? Ve la riporterò quando avremo finito."
"Certo Erwin. A te va bene Sumire?" risponde Hanje, ancora concentrata sul foglio che ha davanti.
"Sì, credo", rispondo incerta. Dove mi vorrà portare?
"Perfetto, allora noi andiamo. Vieni Sumire".Erwin mi conduce lungo uno stretto corridoio che ci fa arrivare in una grande stalla all'aperto. Ci sono centinaia e centinaia di box, alcuni ospitano dei bellissimi cavalli dai manti colorati. Erwin mi porta a conoscere molti di loro, mi permette di dar loro da mangiare e di accudirli per un po'. Passiamo così una buona parte della mattinata, con mio grande divertimento. Erwin sembra sapere un sacco di cose anche sui cavalli, così mi mostra tanti piccoli trucchetti che mi aiutano a conquistarli. Anche al mio papà piaceva insegnarmi nuove cose: nei noiosissimi pomeriggi che passavo ad attendere che la mamma tornasse dal lavoro, dopo aver finito i compiti, lui mi prendeva e mi portava in giardino. Ci stendevamo sul piccolo fazzoletto di prato di fronte alla porta del salotto e mi indicava un sacco di cose interessanti. Sembrava che fosse lui stesso un'enciclopedia vivente, da tutto quello che sapeva. Mi insegnava ogni tipo di curiosità sul volo degli uccelli, sulle ali delle farfalle, sulla crescita degli alberi. Ora che ci penso, è da un po' che non mi diverto così... sono grata ad Erwin per avermi fatto rifare questa esperienza.
Dopo un paio d'ore, anche se sarei rimasta con le giumente per sempre, mi porta in una zona in disparte della stalla, dove ci sono i più stupendi pony che io abbia mai visto. Li scorgo che corrono liberi in un recinto gigante, beandosi di questo momento di libertà. Quando Erwin mi dà il permesso, corro vicino a loro stando particolarmente attenta a non spaventarli. Il gruppetto a cui mi sono unita è composto da tanti piccoli cavallini che mangiano del fieno, noncuranti della mia presenza. Rimango ad osservarli ammirata, mentre Erwin è a poca distanza. Anche lui sta accarezzando un cavallo, in disparte: è un bellissimo cucciolo dal manto nero, con una macchia bianca proprio sulla fronte. Piano piano, intuendo la sua tranquillità, mi accosto ad Erwin e gli accarezzo il muso anche io. Mentre all'inizio mi ignora, comincia ad alzare lo sguardo dolce su di me, fissandomi per qualche secondo. Si strofina contro il mio braccio e ridacchio, cercando di trattenere la gioia per non spaventarlo. Lo adoro...
Sussulto quando sento la voce del comandante dietro di me e la sua mano che poggia sulla spalla: "Ti piace questo, Sumire?"
"Oh, è così dolce..." rispondo, ancora incantata dalla maestosità del cavallo.
"Come si dovrebbe chiamare secondo te? Sai, non ha ancora un nome", dice, con un sorriso che si allarga sempre più. Continua a guardarlo anche lui.
"Mamoru. Significa protettore", rispondo, dopo averci pensato su, "e secondo me è proprio questo che dovrebbe fare un cavallo perfetto! Me lo immagino proprio come nelle fiabe... il ritratto di un eroe in groppa al suo cavallo fantastico, dopo una battaglia."
"Bene... allora ti faccio vedere il suo box, così potrai venire a trovarlo quando vuoi. Lo sistemeremo vicino a quello di Hanje, per la maggior parte del tempo sei con lei e..."
"Cosa significa questo?" domando, disorientata.
"Che è tuo, Sumire! Io e Heichou - volevo dire Levi - ci siamo resi conto che per alcune esercitazioni questo castello sarà vuoto e non possiamo assolutamente lasciarti sola per tanto tempo, perciò nelle situazioni non pericolose verrai con noi. E poi avrai bisogno di spostarti per il distretto. Sia chiaro che per le missioni fuori dalle mura tu resterai nella stanza di Hanje, per qualsiasi cosa potrai chiedere agli inservienti nella base e ai soldati rimasti. Come, del resto, ti avevo già detto. Capito tutto?"Lo guardo con tanto d'occhi. Diventa sempre più complicato cercare di ignorare la gentilezza di queste persone. Un cavallo... questo Erwin mi ha appena regalato un cavallo! Mi è chiaro perché lo ha fatto, ma ancora non ci credo. Per non sembrare scortese e, al contempo, cercare di non dargli troppa confidenza, stringo la mano al comandante e lo ringrazio tutta balbettante. Ho un cavallo, un cavallo tutto mio! Lo facciamo sistemare nel box accanto a quello di Yuna, il cavallo di Hanje, che è color miele e dolcissimo. Continuo a fissare Mamoru per un po', anche dopo che Erwin se ne va lasciandomi nelle mani dello stalliere.
Forse... non sarà poi così male essere intrappolata qui.
Sasageyo,
Arienty
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Attack on Titan: Lost in the Walls
Fanfic"Mi chiamo Sumire Inochiki. Ho nove anni. Sono nelle mura. Sono nel passato. Sono in un posto che si sta trasformando in un inferno". Sumire è una bambina di nove anni dalla vita complicata: ha perso i suoi genitori e ora vive sotto la tutela della...