4. Ma nel passato erano tutti così strani?

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"Buongiorno Sumire! Su, alzati, sarà una giornata entusiasmante!"
Mi stiracchio ad occhi chiusi, mi rigiro nel lettino della mia cameretta. Devo sbrigarmi, la mamma mi ha chiamata...
E invece no. Quando cerco di abbracciare un peluche che non c'è, mi ricordo tutto quello che mi è successo. Ho sognato di finire in un nuovo mondo. Solo... sognato, giusto? E allora perché sono ancora qui? Non posso passare la mia vita in un posto del genere, è impossibile. Mi alzo di scatto e comincio a tremare, ho paura di tutto questo. Ma perché deve capitare a me? Non c'è la mamma, non c'è la mia cameretta, c'è solo una nuova realtà tutta da scoprire. Ieri sera, quando ero convinta che fosse tutto uno stupendo sogno, non ci ho pensato così tanto. Volevo solo allontanarmi dal mio triste mondo per un po'; ora tanti dubbi si affacciano nella mia mente. In che punto preciso dell'Universo sono? Potrò mai contattare qualcuno che conosco da qui? E se i giganti mi mangiassero? Ma soprattutto, in che anno siamo? Ieri ho visto in giro delle torce, nessuna lampadina. Qui si usano i cavalli, non le macchine. Le case sono molto più vecchie e senza vernice, non vedo plastica da nessuna parte. 

"HANJE! Hanje, aiuto, ti prego!"
Si volta di scatto e corre ad abbracciarmi. "Perché... io non voglio essere qui! Devo tornare dalla zia! Portami a casa, per favore..."
Lei mi rivolge un sorriso triste, da quell'espressione capisco che non può fare nulla per me.
"Almeno mi dici in che anno sono?" chiedo rattristata. "Nell'845".

Già, dovevo aspettarmelo di non essere nel mio anno, il 2019. Eppure, sentirlo confermato mi fa un effetto strano. Oramai però non mi stupisco più di nulla: con tutte le cose che mi sono successe, potrebbero anche venirmi a dire che gli asini volano e ci crederei senza problemi.
Con un sospiro, mi sforzo di riprendere il controllo e di essere educata. Non mi rimane altro da fare che rassegnarmi e prendermi del tempo per digerire l'accaduto.
"Va bene... dove si va?"
"Ti porterò in mensa, dove potrai mangiare qualcosa. Immagino che sarai affamata, dato che ieri sera non hai cenato! Poi ti porterò alla sala rifornimenti, non posso permetterti di andare in giro con dei vestiti enormi per te. In fondo, ora tocca a me curarti".
Scendiamo tante scale e ci affacciamo su un pianerottolo dove, oltre al nostro corridoio, ce n'è un altro speculare, dal quale vengono uomini e ragazzi che mi lanciano occhiate stranite e salutano Hanje.
"Hanje?"
"Dimmi Sumire!"
"Quel corridoio dove va?", dico indicandolo.
"Di lì si va nei dormitori maschili. Qui invece c'è il pianerottolo comune da dove si scende con questa rampa di scalini, che portano in una sala d'ingresso molto piccola. Si esce da quel portone e si attraversa una piazza abbastanza grande, da dove si accede a tutti gli ambienti del Quartier Generale del Corpo di Ricerca. Non preoccuparti se ti sembrano troppe informazioni, imparerai a conoscere tutto a memoria! La sera si anima ed è bellissimo, tutti i soldati diventano dei normalissimi civili e si divertono. Oh, guarda chi arriva! Ciao Moblit!"
Si avvicina a noi un ragazzo dall'aria responsabile, con gli occhi ed i capelli color miele.
"Salve caposquadra Hanje. Ciao bambina, tu invece chi sei?", dice lanciando uno sguardo interrogativo alla mia amica.
"Moblit, sono lieta di presentarti la nostra nuova recluta, Sumire. È arrivata qui ieri sera... è complicato da spiegare, ti dirò tutto dopo. Sumire, lui è Moblit Berner, il mio segretario, messaggero, amico e vice della squadra d'indagine!"
Decido che se è amico di Hanje è anche amico mio, così lo saluto e si unisce a noi. Usciamo dalla saletta descritta da Hanje e ci ritroviamo in un grandissimo spazio col pavimento di pietrisco ed una fontana nel centro. Ci sono vari ingressi ed un enorme portone sul lato di fronte al nostro che deve essere l'ingresso principale. Lungo ogni muro ci sono dei corridoi aperti, che permettono di ripararsi dal caldo. In giro ci sono solo poche persone che si dirigono a passo di zombi verso un'altra sala. Sono tutti vestiti con la divisa che Levi aveva quando mi ha trovata ieri. Anche noi andiamo con gli altri e mi ritrovo in una nuova sala affollata.

 Anche noi andiamo con gli altri e mi ritrovo in una nuova sala affollata

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