17. Schiaffo morale

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Sono ormai passati un paio di giorni, giorni di continua veglia durante i quali ho compilato carte, scorrazzato avanti e indietro nella base militare per recuperare firme e fatto una visita al comandante supremo Dhalis Zachary per ricevere la sua approvazione per lo spostamento nella squadra speciale.
Quando sono andata ad aspettare di poter parlare con lui l'atmosfera che c'era in giro per il suo ufficio era tremenda, tutto sembrava serio e opprimente: non appena era entrato, ero scattata in piedi come una molla facendo il saluto militare. Mi aveva squadrata un attimo mormorando: "La cadetta di Erwin?"
Gli avevo risposto di sì tutta tremante e mi aveva firmato il documento, per poi uscire senza salutare o fare nulla. Se questo è l'uomo supremo, quello che praticamente decide il destino dell'umanità contro i giganti, la mente di tutto, vuol dire che è stato eletto con una pesca fortunata di bigliettini.

Insomma, sono nella mia stanza seduta alla scrivania e ricontrollo per l'ennesima volta che tutti i moduli ed i documenti siano firmati. Mi soffermo su una carta che porta una firma di Levi: è elegante e sottile, ma è scritta in modo frettoloso, come se avesse molto altro per la testa mentre la lasciava. In effetti, ottenerla è stato molto complicato... ho praticamente dovuto incastrare Heichou. Ogni volta che lo vedevo se la svignava e quando lo mandavo a chiamare fingeva di avere impegni più importanti. L'ho finalmente trovato solo ieri.
Cercava un detersivo per pavimenti in uno sgabuzzino, l'ho chiuso dentro e gli ho intimato con tono minaccioso di prendere quel maledetto pennino e di compilarmi quelle stupide carte. Mi ha firmato i moduli senza nemmeno parlarmi, molto probabilmente perché aveva compreso di non avere altra scelta: li ha semplicemente presi, compilati e me li ha sbattuti in mano scappando subito dopo. Per quanto io cerchi di auto convincermi che non mi interessa di questa sua freddezza, mi fa male: certo, ho tanti altri amici, come Erwin, Hanje, Petra e soprattutto Shojiro, ma lui è importante. È come se avessi una sorta di debito: dopotutto, è lui che mi ha notata su quella strada fangosa anni fa, mi ha avvolta nel suo mantello, stretta tra le sue braccia e si è occupato di me. Non si dimentica facilmente un amico, oserei dire fratello, di questo calibro. Ora non sarei di certo qui se lui non ci fosse stato.

Finisco di mettere i vari fogli in una cartella e li porto da Erwin, in modo da rendere il mio trasferimento ufficiale e finirla con questo inutile teatrino burocratico. Cammino per tutto il castello sovrappensiero, ormai la strada per raggiungere ogni luogo che desidero è marchiata a fuoco nella mia mente.

Busso alla porta del suo ufficio, ma non risponde. Cercando di essere discreta, provo a guardare da uno spiraglio. Nessuno... forse è andato da Hanje o Levi. Controllo tutti gli studi e le stanze dei capi, ma niente.
Mi siedo sul bordo della fontana della piazza pensando a dove possano essere andati, quando ad un certo punto mi passano davanti Petra e Oruo. Mi salutano. Potrei chiedere a loro!
"Ciao ragazzi! Scusatemi, per caso sapete dove si trova Erwin?"
Oruo ci pensa su e dice: "Oggi Levi aveva una riunione importante con gli altri, nella sala delle conferenze. Magari lo puoi trovare..."
"Grazie, ciao!"
Corro velocemente alla ricerca di questa sala sconosciuta, controllando ogni porta che non ho mai aperto: mi sto davvero spazientendo, ma alla fine giungo davanti all'ultimo portone di quercia della zona degli uffici e busso piano. Neanche qui mi risponde nessuno... dove si sono cacciati? Sto per andarmene quando sento delle voci provenire dalla stanza. Lo so che è una brutta abitudine quella di origliare, ma non posso farne a meno, d'altronde non possono star dicendo nulla di tanto scandaloso.
"Comandante Pyxis, temo che sarà una missione necessaria". La voce di Erwin mi arriva soffocata dal legno.
"Sicuri che non ci sia un altro modo? Insomma, potremmo aiutare distribuendo provviste..."
"Non è possibile, dopo la caduta del Wall Maria le risorse sono a malapena sufficienti per la gente in superficie. Se ci mettessimo ad aiutare quei rozzi criminali sarebbe la fine!"
Questa invece pare essere la voce di Hanje.
"In quanto vostro comandante vi ordino di procedere."
"Ma signore, non le pare un'azione eccessiva?"
"Soldato Berner, non metta i miei ordini in discussione. Piuttosto, voglio sentire il parere di chi è sfuggito a questa situazione. Caporale Levi, lei cosa ne pensa? Dovremmo sterminare la popolazione nel sottosuolo con un agguato per aumentare le nostre provviste e liberarci della maggior parte dei criminali? La situazione è diventata insostenibile".
Cosa? Una città nel sottosuolo? Levi associato ad un posto di criminali? Uccidere? E io che credevo di conoscere ormai tutto di questo posto... nessuno finora mi ha parlato di un luogo del genere. Aspetto ancora un paio di minuti, ascoltando silenziosamente le parole pacate di Levi che racconta ciò che sa del sottosuolo.

"Sumire?"
Shojiro è dietro di me, ancora una volta. Sono così concentrata ad ascoltare quello che stanno dicendo in riunione che lo saluto appena. Ma lui non se ne va: improvvisamente serio, si accosta a me. Complici per caso, ci concentriamo sul discorso, le teste vicine. Quando anche Shojiro comprende, il suo sguardo si rabbuia: sul suo volto passa prima fastidio, poi autentica rabbia. Quando sento che anche i sostenitori del sottosuolo stanno cambiando bandiera, perdo completamente la ragione.

Non posso sopportare che venga fatto del male a qualcuno che come unica colpa ha quella di non avere abbastanza per vivere.
Senza dire nulla, mi avvio. Ignoro prima le parole con cui Shojiro cerca di convincermi, mi libero dalla sua stretta. Con tutta la furia e la stupidità che ho in corpo, mi fiondo dentro la sala, squadro i presenti uno ad uno.
Sono tutti parecchio stupiti, i più sorpresi sono quelli che mi conoscono direttamente. Prima ancora che Levi possa dare la sua risposta definitiva, intervengo io. Le parole escono dalla mia bocca taglienti come lame. Uso un tono gelido che non avevo mai sentito. "Uccidere un intero distretto. Complimenti, signori, che tattica meravigliosa! Mi trovo al cospetto di quelli che dovrebbero essere gli eroi della società, non i carnefici. E invece... per una porzione in più di cibo siete disposti a far fuori coloro che dovreste proteggere. Avete pensato alle anime innocenti che vivono in quel posto? A tutti i bambini a cui spezzereste la vita senza motivo? Voi, anzi, noi non possiamo decidere della vita di tutte quelle perso-"
Una frusta si abbatte sulla mia guancia. Anzi, no, non è una frusta... è una mano.
Di Levi, che ora è davanti a me e sembra morire dalla voglia di colpirmi ancora.

Per un attimo ho la vista che si appanna, ma poi capisco. E sono infuriata. Prima che possa ribattere in qualsiasi modo, in un sussurro impercettibile dice: "Sei proprio una stupida Sumire. Cosa ti ha fatto pensare che entrando qui avresti potuto sovrastare il volere di persone molto più importanti di te? Su questioni che nemmeno conosci? Non ti azzardare a intrometterti mai più nei nostri affari, tu non sai nemmeno immaginare cosa voglia dire vivere in quell'inferno... uccidendoli tutti faremmo loro solo un favore. Una stupida mocciosa che gioca a fare la grande, che crede che urlando belle frasi si possa risolvere tutto, sei soltanto questo. Vorrei tanto non averti trovata quel giorno. A quest'ora saremmo stati molto meglio, senza tutti i problemi che crei".

Le sue parole mi fanno più male dello schiaffo. Travolta da un vortice di emozioni, sono a malapena consapevole di Shojiro che cammina sicuro dietro di me. Chiede perdono all'assemblea per conto mio, lanciando di tanto in tanto sguardi dubbiosi a Levi.
So che sta per arrivare da me, ma non voglio vedere nemmeno lui ora. L'unica cosa che riesco a fare è guardare dritto nei velenosi occhi grigio chiaro di quell'idiota del mio nuovo capo.
"Ti odio".

Corro più veloce che posso lontano da tutto.

Sasageyo,
Arienty

Attack on Titan: Lost in the WallsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora