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Maria

Rimango immobile in mezzo alla stanza, non sto capendo che succede. Frank è corso a sistemare l'audio, allontanandosi in malo modo.
Perché fai così? Cosa ti frulla dentro a quella testa riccioluta? Non andartene ti prego. Abbiamo fatto l'amore stanotte, ti ho donato me stessa. Ho superato tutte le mie paure per te. Per i tuoi occhi scuri in cui mi perdo, per i tuoi capelli che chissà quante ragazze vorrebbero toccare, per il tuo sorriso che mi manda in tilt, per le tue braccia che mi infondono sicurezza. Ti stai pentendo di qualcosa? Hai paura Davide? Parlami, non allontanarti da me. Le affronteremo insieme le tue paure, come abbiamo affrontato le mie. Sei il mio supereroe. Mi hai ridato il sorriso. Non spegnerlo adesso. Non sopporterei se tu te ne andassi. Ti amo Davide.
<<Ehy, tutto ok?>> mi chiede Nic avvicinandosi.
<<Si.>> gli rispondo falsamente sedendomi sul divano, seguita dal ragazzo.
<<Lo ami vero?>>
<<Si vede?>>
<<Si.>>
Maledetta me.
<<Maria.>> continua lui. <<Ha solo paura.>>
<<Come lo sai?>>
<<Sono anni che lo conosco. E non mi aveva mai parlato di una ragazza, fino a che non sei arrivata tu. Ancora quando non vi sopportavate parlava di te e di quanto gli davi sui nervi. Eppure ne parlava. E credimi, non ho mai visto i suoi occhi brillare così tanto, non l'ho mai visto con quel sorriso, non l'ho mai visto sbattersi così tanto per far felice qualcuno. Da quando ci sei tu ogni tanto lo sento canticchiare. Abbiamo registrato un salotto e ha parlato talmente tanto che ho dovuto velocizzare la sua parte. È un altra persona. Quello che vediamo noi adesso, non è Frank, ma Davide. Il ragazzo che ha paura delle sue emozioni, ma che ha deciso di buttarsi, perché secondo lui ne vale la pena. Aiutalo ad affrontare le sue paure, stagli vicino. Perché secondo me anche lui ti ama.>>
Ho gli occhi lucidi. Non pensavo di fare questo effetto al burbero Frank.
<<Grazie Nic.>>
<<Vai da lui.>>
Ci alziamo in contemporanea dal divano, lui per tornare alla sua postazione, visto che stanno per registrare ed io per andare da Frank.
<<Davide.>> gli dico avvicinandomi a lui.
<<Dimmi.>>
<<Abbracciami.>>
Mi stringe a se senza farselo ripetere due volte. Ed io mi sento a casa.
<<Perché mi hai chiamato Davide?>>
<<Non lo so mi è venuto spontaneo. Ma tu puoi continuare a chiamarmi nanetta, in fondo mi piace.>>
<<Allora nanetta, posso avere l'onore di invitarti a cena per il nostro primo appuntamento ufficiale?>> mi chiede, ancora tra le mie braccia.
<<Ne sarei molto onorata, signor Frankino.>>

Verità o Bugia ||Davide Franceschelli|| Space Valley/rovere Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora