Epilogo.

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Quella mattinata fresca, Samantha si diresse sulla collina con la bici, come ai vecchi tempi.

Avevano costruito da poco una panchina per ammirare il panorama e Samantha decise di sedersi: era pronta ad ascoltare la casetta di Bryce.

Prese un bel respiro, la inserì nel walkman e spinse play.

Ciao Sam, sono io, Bryce. Ho trovato questo registratore in cantina e mi sembrava una cosa carina. Mi hai chiesto di scrivere di noi, ma la verità è che non ci sarei mai riuscito. Mi sarei vergognato tantissimo. Se avessi scritto una lettera sotto il tuo punto di vista, avrei parlato del tuo odio verso di me, per quello che ho fatto a tua sorella. Sai Sam, sono stato bene con te, le prime settimane. Ma poi, mi sono reso conto che una persona non può cambiare. Mi ripudiano tutti, anche se faccio del mio meglio. A scuola mi picchiano, non ho più amici e a casa mia madre fa come se non esistessi. So che tu vuoi fare del tuo meglio, ma non basta, mi sento ogni giorno peggio. Soprattutto quando penso che voglio farti del male e non riesco a fermarmi. E un casino Sam e tu non puoi aiutarmi a sistemarlo, nessuno può, nemmeno io. Ma ti ringrazio dal profondo del cuore per averci provato. Mi sento libero adesso, quasi in pace. Ti amo e grazie. Saluterò Hannah per te.

Lultima frase le spezzò il cuore in mille pezzi.

Voleva dire che aveva già pensato al suicidio e Samantha lo aveva aiutato a farlo.

Si portò le gambe al petto e pianse fino a disidratarsi.

Guardò poi in cielo e si asciugò, quando vide sua sorella seduta accanto a se.

-Stai bene?- le chiese.

Nel guardare Hannah, Samantha ripensò alle sue parole e anche a quelle di Bryce nella cassetta.- Non era la tua, vero? Quando hai detto che cera un anima che non era in pace.-

Hannah scosse appena la testa e Samantha allora, si rese conto della risposta.- Era la sua.- mormorò, riferendosi a Bryce. -E sei stata tutto il tempo al mio fianco per assicurarti che io lo aiutassi.-

-E adesso è in pace, credimi.- commentò Hannah.

-E tu?- domandò laltra.

-Lo ero già.- rispose Hannah, sorridendole. -Grazie a te. Ora posso andare.- continuò, per poi alzarsi. – Sii coraggiosa Sammy, tutti i giorni.-

A Samantha cadde lultima lacrima.- Come farò senza di te?-

-I legami non sono fatti di nodi, ne di corde, eppure non si spezzano. Ti voglio bene, sorellona, non dimenticarmi.-

-Non succederà mai.-

Infine, le due si scambiarono un sorriso ed Hannah si voltò per camminare via, fin che non scomparve tra il verde.

Samantha si asciugò il viso e ripose il walkman, quando qualcun altro giunse da sotto con la sua bici.

-Clay!- esclamò Sammy, alzandosi per andare ad abbracciarlo.

Clay la strinse forse sorridendo.- Non ci posso credere, come hai fatto?- le domandò, riferendosi al fatto che era fuori di prigione.

-Non ha importanza, basta che sei qui e stai bene.-

-Ho sentito la tua cassetta.- continuò Clay, sedendosi sulla panchina.

-Ma tu già lo sapevi, di me e Bryce: ci hai visti alla partita.-

-Già, non sapevo cosa pensare, ma ti conosco, ci sarà stato un motivo dietro e infatti lo hai ammesso nella cassetta.- commentò Clay.

-Avrei voluto aiutarlo di più.- mormorò Samantha, tra se e se. -Non ho salvato nemmeno lui.-

-Ma scherzi?!- esclamò il ragazzo. – Mi hai tirato fuori di prigione. Hai aiutato Justin a disintossicarsi, Tyler ha confessare gli abusi, Alex grazie alle tue cure è ancora vivo!- puntualizzò Clay. -Ci hai salvato tu.-

La frase che disse Clay, quella mattina, fece sì che il suo cuore si ricomponesse, proprio come aveva detto Jessica al suo discorso: i pezzi si stavano trasformando in uno specchio che avrebbe riflesso cosa Samantha fosse davvero.

-Grazie Clay.- gli disse, abbracciandolo di nuovo.

Proseguì poi a casa: la signora Baker era andata al lavoro e Samantha entrò in camera di Justin.

Era ancora vuota, era qualche giorno che Justin non dormiva lì, forse troppo arrabbiato con Samantha.

Ormai tutti avevano ascoltato la cassetta e chissà se sarebbero tornati a parlarle dopo aver scoperto di lei e Bryce.

Ma poi, quando entrò nella propria, eccolo lì, come ad aspettarla.

-Ciao, sei tornato.- disse lei.

-Mi mancavi.- rispose lui, venendole in contro.

-Justin, mi dispiace tanto per aver fatto la stronza, quando ero la prima a dire bugie.- balbettò Samantha, cercando di scusarsi.

-E a me dispiace di non avertelo detto, so che avresti potuto aiutarmi fin da subito.- commentò Justin. -Sei mia sorella.-

-E tu mio fratello.-

Di scatto i due si abbracciarono.

-Probabilmente sarai uno dei pochi che tornerà a parlarmi.- sospirò lei.

-In realtà, non credo.- sorrise Justin.

-Cioè?-

-Probabilmente non ci hai mai fatto caso ultimamente, Sammy, ma cè una persona che non ti stacca gli occhi di dosso.- continuò lui, guardando poi lorologio al polso.- E ti sta aspettando adesso da Monet.-

Samantha non capiva di chi Justin stesse parlando, così decise di dirigersi con la bici da Monet.

Quando aprì la porta e vide chi era seduto ad un tavolo e la stava salutando, allora capì.

Fece un grande sorriso quando vide Alex agitare la mano per farla avvicinare.

Samantha si sedette accanto a lui.

-Cioccolata calda con doppia panna.- le disse Alex, porgendole la tazza.

-Grazie.-

-Ho ascoltato la cassetta: credevi che alla fine ti avrei giudicato male?- domandò il ragazzo, mentre Samantha annuì.- Beh, è successo il contrario, ora capisco tutto e mi dispiace che tu abbia dovuto provare tutta quella angoscia, ma io sono qui, lo sai.-

Lei iniziò a giocherellare con la sua mano.- Anche io, sempre.-

-Ti ricordi quando, per il mio compleanno, mi avevi fatto quel muffin con la candelina?-

-Certo.-

-E questo che ho desiderato.-

-Cioè?-

-Essere, in futuro, qualcuno di cui avessi bisogno.-

Samantha si commosse e prese a guardarlo negli occhi.- Alex, io...Non posso chiederti di portare questo fardello insieme a me. Non voglio chiederti di affondare con me.- balbettò, stringendogli la mano, a quel punto.

Alex ricambiò.- Non mi interessa, okay? Io voglio affondare con te. Perché, almeno, alla fine, saremo insieme-

Dopo le sue parole, Samantha non si trattenne nemmeno un attimo e si spinse oltre il tavolo per baciarlo sulle labbra.

-Rimani ancora la cosa più bella che mi sia capitata.- le sussurrò, accarezzandole la guancia col pollice.

Alex e Samantha condivisero quel segreto fino alla fine e lei si sentì più al sicuro, tra le sue braccia.

Non sapeva cosaltro potesse andare storto e probabilmente non cera niente che avrebbe potuto rovinare quel momento.

Forse.

CONTINUA.

Angolo autrice**

Siamo giunti anche alla fine di questa storia, ma noi sappiamo che è in lavorazione la quarta ed ultima stagione di 13, quindi chi sa cosa accadrà ai nostri personaggi! Grazie a tutti quelli che hanno letto :)

Quel dolce frastuono. (Terza storia Tredici.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora