IV

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Ero in un enorme parco

Dei bambini stavano giocando con il pallone, erano due maschi e una femmina, la bambina aveva circa quattro anni.

Era una bambina dai capelli platino con sfumature azzurre e gli occhi quasi oro. Indossava un cerchietto con delle orecchie da gatto.

I due bambini la chiamarono e gli passarono la palla, la poccola per prendere la palla cadde e si sbucciò un ginocchio.

Sul volto della piccola non scese neanche una lacrima, era calma e rideva, << Dea! Stai bene >> urlò il bambino più grande, dai capelli platino e gli occhi oro, e lei annuii, ancora ridendo << fai dei passaggi brutti Zach >> disse la piccola e l'altro bambino dagli occhi color oceano e i capelli neri scoppiò a ridere.

<< Papà! >> chiamò la piccola, e un uomo dai capelli scuri e gli occhi oro si avvicinò sorridendo, << che brutto taglio. >> disse l'uomo per prendere in giro la bambina che fece uan faccia offesa, << ma ho una cosa che ti farà guarire >> disse l'uomo tirando fuori da una tasca un cerotto rosa con dei cuori verdi.

Appena lo attaccò sul ginocchio della piccola, lei si alzò in piedi e iniziò a correre e abbracciò i fratelli facendoli cadere, e iniziarono a ridere.

Continuarono a giocare a calcio sotto lo sguardo vigile di quell'uomo dai capelli scuri, ma con lui c'era anche una donna, stava sorridendo, aveva i capelli platino e gli occhi blu come l'Oceano.

lo scenario cambiò, erano dentro un auto, era sera tardi e nessuno parlava, tranne la radio.

Il bambino dai capelli bianchi era appoggiato al finestrino che guardava il panorama, sulla sua spalla c'era il fratello con i capelli neri davanti alla faccia che dormiva, sulla spalla di quest'ultimo c'era la bambina che dormiva anche lei.

<< Mike, sveglia i tuoi fratelli >> disse la donna al figlio << perché mamma? >> chiese il preadolescente << perché non arriviamo a casa, ci fermiamo in quel Hotel. >> disse l'uomo alla guida della macchina, e il ragazzo fececcome gli era stato chiesto.

Stavano per girare in un incrocio per entrare nel posteggio, quando una macchina entrò a tutta velocità nella fiancata sinistra della macchina.

La bambina urlò, un altra macchina colpì la macchina con dentro la famiglia.

<< Papà! Mamma!>> urlarono i due bambini, la piccola non diceva niente restava ferma con le lacrime.

*

Mi svegliai con le lacrime agli occhi, stavo piangendo, non piangevo da tempo, pensavo di aver cancellato dalla mente quel giorno, ma non era così.

Le lacrime continuavano a lasciare scie sulle mie guance.

Erano le quattro del mattino, tutti stavano dormendo.

Il mio cane si sbraiò affianco a me, io iniziai ad accarezzargli il pelo e mi sentii un po' maglio.

*

Quando suonò la sveglia, io la spensi subito, andai in bagno e mi guardai allo specchio, avevo delle brutte occhiaie, si vedeva che dopo quel sogno non ero più riuscita da addormentarmi, mi truccai, indossai la divisa e scesi a fare colazione.

<< Dormito bene tesoro? >> chiese la nonna sorridendomi mentre mi versavo il caffé nella tazza, << circa >> dissi io mangiando giù in un solo sorso il caffé ustionante.

Dopo dieci minuti ero già davanti alla scuola, posteggiai la moto e poi andai a sedermi sotto un albero e tira i fuori il mio quaderno con dentro le cose ceh avevo composto.

Presi una matita e iniziai a buttare giù delle idee.

Mentre canticchiavo una canzone qualcuno mi si sedette vicino, << ciaooo >> disse lui passando mi una mano davanti agli occhi, << ciao Axel >> dissi riprendendomi da quel mio stato di irraggiungibilita, << come mai con quello sguardo stanco? >> chiese, << non ho dormito. Perché si nota tanto?>> chiesi << no non si nota tanto. >> mi rispose sorridendo.

<< É meglio andare in classe se no ci becchiamo una bella lavata di testa >> disse Axel, poi mi offrì una mano per alzarmi, io l'accettai.

Passai tutta la giornata scolatica a fingere di ascoltare la lezione.

Finita la scuola andai alla Zeus; andai nell'ufficio del comandante.

<< che informazioni sei riuscita ad ottenere? >> chiese il comandante Dark << la squadra é debole, i giocatori si sforzano facilmente, si basano su un'unica punta e la difesa é debole, l'unico che si impegna al massimo é Evans. >> dissi calma, << Dragonfly ha abbastanz potenza nel tiro. I difensori di passano velocemente, e il centrocampo é lento >> aggiunsi.

<< continua a portarmi informazioni, e da oggi comincerai ad allenarti da sola, voglio che dai gli stessi risultati che dai con il nettare degli dei ma senza averlo preso >> disse e io capii che potevo andare.

La squadra sicuramente era gia stata avvisata.

Andai nello spogliatoio e indossai la divisa, appena uscii mi trovai un uomo vestito di bianco che mi accompagnò nella palestra, dove iniziai a riscaldare i muscoli.

*

Finito l'allenamento intensivo ero distrutta, piena di lividi per colpa della pallonate che una macchina mi tirava a dosso; mi reggevo in piedi per non so cosa, oggi avevo iniziato facendo esercizi per le gambe, poi feci dei tiri e dovevo cercare di fare goal, e per ultimo dovevo prima schivare e poi parare delle pallonate tirate molto forti e molto veloci.

Andai nel mio spogliatoio e mi cambiai, mi venne in mente il sogno che avevo fatto quella notte.

Uscii dallo spogliatoio e trovai Byron Hera, Paul, Artie e Jonas che mi aspettavano, << allora com'é andato l'allenamento personale? >> chiese Jonas sistemandosi l'emo, << faticoso, sono stanchissima >> dissi incamminandomi verso il posteggio, << si vede, hai dei lividi giganti >> disse Paul, << sembri uno zombie >> disse Artie, io per risposta gli feci una linguaccia.

*

Appena arrivai a casa lasciai al George la mia borsa e andai nella stanza con il pianoforte a coda, e come mi aspettavo Zach era lì, non stava suonando ma stava leggendo un libro, straiato tranquillamente sul divano sotto la vetrata ceh si affacciava sul giardino, appena si accorse di me si alzò e appoggiò giù il libro, << ciao Dea! Come sono andati gli allenamen... COSA DIAVOLO SOLO QUELLI?! >> chiese notando i lividi, ma prina che potessi rispondere entrò anche Michael, << come mai urli fratellino? >> chiese il più grande avvicinandosi, ma notò i segni sulle braccia e sulle gambe mie gambe.

<< ti hanno picchiata? Chi é stato? >> chiese Zach, << no non mi hanno picchiata >> cercai di dire io << non hai fatto una rissa vero? >> chiese Mike preoccupato, << vi calmate per favore? >> chiesi divertita e loro non capirono, << il comandante mi ha fatto fare un allenamento intensivo perché devo dare dei risultati ancora più alti >> dissi con tranquillità, loro mi guardando un attimo, << va bene. Dai ora é meglio che vai a lavarti e a coprirti quei cosi se no la senti che sgridata ti fa la nonna >> disse Zach e Mike mi scompigliò i capelli anche se aspeva che lo odiavo quando faceva così.

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