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Attenzione: [scena omofoba]

La pioggia continua a battere sulle strade di Derry, Maine, mentre Bill Denbrough è in ammollo, gira per la sua strada. Cammina veloce, la bici viene trascinata sull'asfalto  bagnato mentre lui si precipita in casa.

Bill odia la pioggia e vorrebbe solo dormire.

Rallenta mentre si avvicina alla casa pulita in cui vive, oscilla le sue gambe sulla sua bici, scende e cammina  per il viale. La parcheggia in garage e scuote la sua testa come un cane  per asciugare i suoi capelli, che si sono trasformati in un rossastra scuro per la pioggia, prima di entrare in casa chiude la porta del garage.

La casa dei Denbrough è calma, lo stomaco di Bill è irrequieto. A lui non piace il modo in cui lo fa sentire, ma lo ignora, lavando via ogni preoccupazione mentre butta le sue scarpe da ginnastica piene di fango in garage e si sposta in avanti.

La cucina è vuota, come lo è  il salotto e la sala da pranzo. Bill non sa dov'è sua madre, la sua macchina è in garage, ma a lui onestamente non importa. Lei è la donna che Bill ha disprezzato per diciassette anni. Suo padre, e i suoi incredibili standard, con i suoi fottuti jean- cuffing e l'iperprotettività per il ragazzo che può prendersi cura di sé stesso a undici anni, nonostante lei si rifiutasse di crederlo.

Bill si trascina a fatica sulle scale, le lacrime brillano sui suoi occhi.

Tu non sei normale.

Tu sei un mostro.

Tu sei un fottuto, Bill Denbrough.

Lui odia Patricia Blum. Lui la odia fottutamente tanto, con le sue camicette rosa e il naso all'insù e la la sua perfetta postura. Lei è una puttana. Lei gli ha rubato Stan, il suo Stan. Dio, cosa avrebbe fatto per essere con il ragazzo ora.

Bill è sul punto di collassare in una piscina di lacrime,proprio come l'uragano all'esterno quando apre la finestra. Le foglie sono tutte cadute, ovunque, e vede sua mamma seduta sul suo letto. C'è un'espressione indecifrabile sulla sua faccia, si avvicina a Bill. Alza le sopracciglia e prende lentamente lo zaino di Bill dalle sue spalle e lo appoggia per terra.

"Cosa stai facendo?" Chiede Bill.

"Io, uhm, io stavo guardando il borsone di calcio di tuo fratello. Stavo per lavare la sua uniforme e deve averla mischiata insieme ai tuoi vestiti in lavanderia e, mentre stavo cercando le sue calze nel tuo cassetto- " Bill viene preso dal panico. I suoi occhi si spalancano davanti a sua madre. Situati in una borsa nera Bill riconosce tutto fin troppo bene. "Ho trovato questi. Dammi una spiegazione del perché hai dei trucchi nascosti nel tuo cassetto delle calze."

"I-i-i-io lo metto." Sua madre lo guarda.

"Solo le ragazze si truccano."

"Anche i ragazzi possono." Si difende Bill, ma trema. Sua madre sospira.

"No, William, i ragazzi non lo fanno."

"Dimmi perché?

"Dimmelo!" Sua madre si agita, si alza. Mette la borsa con i trucchi sul letto di Bill e fa un passo indietro, incrocia le braccia. "William, questo non sei tu."

"Q-q-Questo non s-sono io? Tu non mi conosci per niente!" Dice Bill, confuso. Sua mamma  non gli ha prestato attenzione negli anni è ora pretende di sapere chi è lui stesso? "Tu non sai cosa h-ho fatto l'anno s-scorso, tu non sai che ho r-rotto con Bev, o che ho perso la mia v-verginità." I suoi occhi si spalancano, " e con un altro r-ragazzo." Aggiunge Bill.

"William-"

"Smettila di c-chiamarmi così!" Dice. Non è sicuro di ciò che è appena accaduto, ma lui sta piangendo. Scatta. "Bill. Da quando ho cinque anni, ed è Bill ora." Sua madre fa un passo indietro. Bill Denbrough non urla mai.

Bill sta piangendo. Le lacrime cadono giù finendo sul collo, il suo corpo ansima, si accascia sul pavimento, finalmente si arrende, perché tutto ciò che ama lo lascia. La sua porta si apre un momento dopo. Con la vista sfocata, Bill vede suo padre sulla porta, vestito come appena uscito dal lavoro. A malapena ha ascoltato quello che sua madre ha spiegato al padre su quello che ha trovato.

"I ragazzi normali non si truccano, William," dice suo padre, ma Bill non vuole sentire. "Solo i finocchi lo fanno."

"Peccato che succhio il cazzo allora, non è così?" Bill scoppia, guardando suo padre tra le lacrime. Ride amaramente quando guarda la faccia dei suoi genitori.

"Noi vogliamo che tu stia lontano da tuo fratello per ora." Dice sua madre acida.

"Perché? Perché potrei i-infettarlo con la mia malattia? Lui può badare a se stesso." Dice Bill "voi vi comportate come se fosse fottutamente indifeso. Non è  più lo stesso bambino che era s-s-scompraso."

La mano che colpisce la testa di Bill è fredda e inaspettata è Bill non capisce cosa sia successo. Si tocca la testa, incrociando i suoi occhi con quelli della donna davanti a lui. I suoi occhi sono pieni di lacrime, che sfumano i suoi occhi blu. Sua madre l'ha colpito. Lei può odiarlo, ma non lo aveva mai colpito prima.

"Bada a quello che dici, mister," lo avverte, "Non parlare mai più di lui."

"Come,cosa? Che può badare a se stesso?"

"Lui non può. Questo perché si è perso in primo luogo. Perché tu non lo hai guardato."

"Guarda tuo figlio, per un fottuto cambiamento!" Dice Bill.

"Non farlo, sarà peggio per te, William." Dice suo padre, quando gli occhi di sua madre si spalancano.

"Questo è tutto, William. Considerati messo da parte fino a nuovo avviso. Pensa a ciò che hai fatto." Lei prende la borsa con i trucchi. Il padre di Bill scuote la testa in segno di disapprovazione.

"Tu non sai mai quando è il momento di smettere." Dice, camminando fuori dalla stanza. La porta si chiude dietro di lui.

Bill scivola giù per il muro, colpendo il sedere contro il pavimento. Sospira, la testa gli sta scoppiando. Lui ha perso tutto. Ha perso Stan, i suoi trucchi e ora Georgie?

Potrebbe andare peggio?

lipstick +stenbrough [Italian translation] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora