30° L'ultima spiaggia

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RAGAZZE SCUSATE EVENTUALI ERRORE DI ORTOGRAFIA NELLE STORIE, SCRIVENDOLE AL PC NON MI RISULTANO GLI ERRORI E SPESSO NON POSSO RILEGGERELE.


La porta dell'apartamento delle quattro ragazze fu sbattuta con violenza. Lauren era sconvolta, aveva gli occhi gonfi, voleva piangere e urlare e rompere tutto. Tirò le chiavi d casa sul muro, lasciando evidenti graffi dell'accioi sul cartongesso, poi si avvicinò al tavolo facendo crollare a terra due sedie e sbattendo i pugni sul legno "Lauren!" la raggiunse Nicole intrappolandole le braccia da dietro "lasciami stronza!" le urlò Lauren cercando di lberarsi "no! Lauren ascoltami ti prego" la supplicò lasciando scivolare due piccole lacrime "no! Lasciami andare io...io devo scappare" sussurrò infine la corvina che solo in quel momento aveva realizzato il fatto di dover tornare con quella donna che anni fa l'abbandonò condannandola a una vita infelice, almeno dino all'arrivo delle ragazze "Lau che dici, io...ti aiuterò non fare idiozie!" la rimproverò Nicole che la tneva ancora salva dai polsi "no Nicole tu, non capisci non puoi!" urlò Lauren, Nicole fece forza sulle braccia e riuscì a chiudere in un abbraccio la ragazza più piccola che appena poggiò la fronte sul suo collo, crollò in un pianto liberatorio "ssh è tutto ok, ti aiuterò io..." le sussurrava all'orecchio, mentre nella stanza riecheggiavno singhiozzi e gemiti strozzati della corvina .

Carmen era in disparte con Emma, avvisata pochi istanti fa dell'incontro con la madre di Lauren "tranquilla, Nicole risolverà tutto" disse Emma stringendo a sua volta la bioda che teneva stretto a se il bastone bianco. "Ho paura Nicole" sussurrò dopo minuti interminabili Lauren, si era spostata dalla spalla dell'amica e la guardava negli occhi "non devi, ci sono io con te, ora faccio un giro di chiamate e mi metto in contatto con la segretaria diquesto fantomatico giudice, vediamo cosa mi può dire, tu non ti muovi da qua ok?" le disse con estrema calma la mora mentre le asciugava gli occhi rossi di lacrime salate, la riccia annuì piano e guardò difronte a se, Carmen era sull'uscio con Emma e aveva un viso sconvolto, Lauren si avvicinò a lei e l'abbracciò di slancio "scusa se ho urlato" le disse "no-non importa" sussurrò piano la ragazza più grande abbracciandola a sua volta e si beò di quella sensazione che ormai irradiava il suo petto e il suo cuore ogni volta che stringeva quella ragazza. Non sapeva darle un nome, o forse non voleva...

"Ora dov'é qulla strega?" chiese Emma mentre erano sul divano, la situazione era sicuro più tranquilla, ma Nicole era ancora sulle spine, aspettava la chiamta di un amico del tribunale dei minori, Lauren non poteva andarsene così senza spiegaioni. "Emma..." la rimproverò Nicole per l'appellativo usato "che c'è? Cioè dai quale madre abbandona una bambina di 3 anni e poi ritorna come se nulla fosse dopo 14 anni a riprendersela?" "Emma!" sta volta Nicole urlò "no tranquilla Nicole, è la verità, non chiamarla così però, non è mia madre" disse dura Lauren, mentre teneva stratta la mano di Carmen accanto a sè. Il campanello trillò forte e tutte e quaddro si girarono verso la porta, rimasero ferme a fissarla, come se potessero vedere attraverso

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"do-dobbiamo aprire" disse Emma "si" confermò Nicole, ma nessuno si alzava

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"cazzo!" urlò Nicole mentre si apprestava ad avanzare verso il portone, aprendolo vide Catherine con due signori dei servizi sociali, Nicole conosceva tutti i colleghi della zona "Nicole dov'é mia figlia?" disse perentoria la donna "non sono tua figlia!" urlò Lauren comparendo alle spalle della mora e spalancando del tutto il portone "non dire più che sono tua figlia!" urlò ancora la corvina prima di avevntarsi contro la donna difronte, l'uomo che accompagnava Catherine riuscì a bloccare le mani della corvina e portarle ditro la schiena "calmati!" le ordinò con tono brusco "no lasciami stronzo!" disse Lauren aggitandosi "lasciala cazzo!" si aggiunse Nicole liberando l'amica e abbracciandola forte, la fece girare alle sue spalle mentre le teneva comunque mani "ora calmati" le susurrò di sbiego, poi si girò vers i tre intrusi "allora cosa volete? Sono la tutrice di Lauren e lei non va via da casa sua".

Lauren si sent protetta, non aveva mai avuto quella sensazione, ma era fanatstica, guardò Nicole di sbieco e gli occhi le si fecero lucidi, però ricacciò le lacrime indietro, non doveva piangere! Non in quel momento per lo meno "signorina questa è la madre ha il dirit-" "no invece visto che l'ha abbandonata! Questo diritto lo ha perso circa 14 anni fa!" rispose sicura la ora stringendo, anzi stritolando la mano dell'amica alle spalle "signorina Nic-" "no!" lo interruppe ancora "questa è casa di Lauren e lei resta qua"

Carmen si avvicinò alla sua ragazza aggrappandosi alla sua maglia e strofinando il viso contro la schiena, Lauren allungò un braccio dietro e l'accarezzò, Nicole non la voleva mandare via, come aveva potuto pensarlo? Il telefono della mora in questone prese a suonare, Nicole lanciò uno sguardo inceneritore a Catherine e si apprestò a rispondere "si Andreas dimmi" poi silenzio, Nicole spostava gli occhi nella stanza, fino poi a sgranarli lievemente e fissare Lauren "si...o-ok se non...si le parlerò" poi chiuse la chiamata.

"Allora?" disse la donna che ancora non aveva parlato, quella affianco a Catherine, ancora silenzio, mentre Nicole fissava Lauren come se fosse un alieno "Ni-Nicole che succede?" disse Carmne che giustamente non poteva vedere la faccia della sua migliore amica "Nic!" la chiamò Emma scuotendola, Nicole si riprese e fece un lungo respiro "Catherine può riprendersi sua figlia Lauren, poichè lei è in affidamneto ancora" disse "cosa? no!" urlò Lauren staccandosi un poco da Carmen "aspetta non è finita!" disse Nicole guardando le tre figure ancora sulla porta "tranne se io volessi adottare Lauren...allora starebbe al giudice decidere chi sarebbe sua madre, definitivamente" concluse Nicole. La stanza si gelò.

Gli occhi della pioggiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora