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Pov's Mia

Continuo a cercare Carlotta nella tempesta, con scarsi risultati. Non si vede nulla, solo tanta neve, freddo e vento. Comincio a sentire le mie gambe tremare e perdere la forza. Mi giro e non vedo più il sentiero. Il panico mi assale. Mi sono persa  non vedo nulla, tutte le direzioni mi sembrano uguali.   Giro su me stessa cercando di capire dove andare fin quando le gambe sono troppo molli e mi abbandonano, facendomi cadere a terra.

Pov's Niccolò

Dove sarà la mia vita. Dove si è cacciata. Maledette, maledette. Sono nero, la rabbia non la controllo e forse è proprio quest'ultima che mi da la forza per camminare nonostante il freddo.
Continuo a chiamare Mia, senza ricevere risposta, si sta facendo buio e le speranze di trovarla viva diminuiscono ogni secondo. Un senso di vuoto mi assale. Questa cazzo di vita deve per forza togliermi Mia, ci ha provato 3 volte già, quante ancora dovrò sopportarne.

"Miaaaaa" comincio ad avere freddo anche io. Continuo lungo il sentiero, finche non trovo un paio di occhiali da neve a me molto familiari, così devio il percorso all'istante. Mi addentro nel bosco e con tutte le ultime forze che mi rimangono urlo il suo nome. Una voce fievole mi giunge all'orecchio da sinistra. Appena giro lo sguardo la vedo a terra ad una 20 di metri da me. Corro, corro, corro come un pazzo. Corro come quando stai perdendo il treno e quella è l'ultima corsa per tornare a casa. Corro come quando mamma non sapeva che eri uscito e stava tornando a casa. Corro come quando da bambino i miei "amici" mi rincorrevano per poi buttarmi a terra e darmi dell'sociale, del diverso, dell'ultimo. Corro come ora che sto perdendo la mia unica ragione di vita dalla mia vita.

Mi avvicino a lei e la scuoto, ha le labbra viola. La neve ovunque anche sulle sue lunghe ciglia.

"Mia, Mia piccola mia, sono qui. Sono Niccolò. Resisti"

"Nicco.." chiude gli occhi.

"Nonono, amore apri gli occhi guardami, sono qui, ora andiamo a riparo, si sta facendo buio. Ma devi stare sveglia. Stella ti sta aspettando in hotel" gli do due tre schiaffetti fin quando non apre gli occhi.
La carico in spalla e comincio a camminare verso quella luce fievole che intravedevo poco prima da lontano. Le mie forze sono davvero finite, non so chi mi aiuta e chi mi fa continuare a camminare.

"Amore mio, siamo quasi arrivati. Ora ci sono io. Non ti devi preoccupare più "

La fortuna sembra seguirci, infatti quella luce si rivela essere una baita abbandonata. Entriamo e appoggio Mia vicino al camino spento. Raccimolo un po' di legna e provo ad accendere il fuoco, riuscendoci dopo 5-6 tentativi.

Metto il mio giaccone sulle spalle di Mia, e vedo una coperta nell'angolo della stanza.

"Niccolò.." cerca di parlare.

"Dimmi piccola, che c'è "

"Perché sei venuto a cercarmi, ti stai morendo di freddo anche tu. Almeno in quel caso Stella aveva ancora il papà... " gli tappo la bocca con la mia mano.

"Non dirlo neanche per scherzo. Stella ha una madre e un padre. E sopratutto io non avrei avuto più te..."

"Ti amo." Dice per poi accucciarsi sulla mia spalla.

"Ti amo anche io." Ad un certo punto la sdraio vicino a me e metto la coperta su entrambi i nostri corpi. Il mio respiro caldo batte sul suo collo freddo e riesco a percepire il tremolio delle sue ossa. Così cerco di stringerla ancora di più. Ci addormentiamo così, sperando di risvegliarci insieme l'indomani mattina.

[Mattina Successiva]

Un raggio di sole penetra dalla finestra, svegliandomi. Stropiccio i miei occhi e guardo il suo viso. Angelico. Roseo. Bellissimo. Il nasino rosso risalta sulla carnagione chiara e i capelli ancora umidi sono illuminati dal sole.

"Ei piccola." Dico  sussurando e spostandole un ciuffetto di capelli davanti il suo occhio.

"Buongiorno!" Dice mostrandomi uno dei suoi più bei sorrisi. 

"Non farmi più preoccupare in questo modo. Promettimelo!" Dico quasi pregandola.

"Promesso" mi risponde sospirando.

[In hotel]

Appena entriamo veniamo accolti da Adriano e Carlotta che ci abbracciano e Stella tra le braccia di Adriano.

Subito io Mia e Stella ci uniamo e posso percepire il loro odore, l'odore di casa.
Poi mi giro e vedo le due artefici.
La rabbia mi assale nuovamente,  cercano di andare via ma Adriano le ferma al volo tirandole dal cappuccio.

"Ora mi spiegate che cazzo avevate intenzione di fare?" Dico sputando veleno.

"Noi..ehm..niente..solo" balbettano.

"Parlate immediatamente" dice Adriano prima di me.

"Volevamo stare con te..senza di lei"

"Lei è mia moglie, fa parte di me. Della mia vita. Quindi se siete mie fan, dovete accettare anche questo. Sono incazzato nero. Ci è mancato un briciolo che morisse. Era senza sensi in mezzo alla tempesta. E tutto ciò solo per passare tempo con me? Uscite da qui. Non voglio più avere a che fare con voi."

La serata passa tranquilla, andiamo a cena nel ristorante dell'hotel e infine torniamo in camera noi tre.

"Pensavo di averti persa." Dico tutto d'un fiato.

"Lo so. Scusa..pensavo fosse tutto vero."

"L'importante è essere qui. Io te e Stella." La abbraccio, e stringo anche la mia Stella tra le braccia. Questa è la mia vita. Questa è felicità.

Bimbi, scusate la lunga attesa, sto lavorando. Spero vi piaccia comunque. Mi mancate. Vi voglio bene.
Giulia❤🌼

MIA||ULTIMO 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora