2. DIARY

15 3 0
                                    

Caro diario,
Ciao.
Come va? A me... bè, non è male.
Sono in un ospedale da cinque giorni. Non so perché nonostante io abbia solo un graffio poco profondo e qualche livido, mi stiano ancora tenendo in una stanza qui. Non ho flebo collegate, non devo prendere nessuna medicina, non ho subito poi un taglio così grande.
L'unica cosa da fare per me è disinfettare e medicare la ferita, cosa che potrei fare tranquillamente da sola.
Ma adesso ti spiego come ci sono entrata qui.
Subito dopo aver infilzato Andrew sono corsa alla cerca di un posto al sicuro. La stazione di polizia sarebbe stata l'ideale ma, purtroppo, non l'ho trovata vicina quanto l'ospedale.
Mi hanno accolta e chiamato la polizia.
Sono arrivati quattro poliziotti, di cui un ragazzo molto giovane e una donna.
Mi hanno fatto alcune domande e non ho esitato a dire che ho ferito Andrew alla spalla. Era legittima difesa, dopotutto. La donna ha preso appunti e parlato con due dei poliziotti lasciando il più giovane in disparte a sistemare le carte e le cartelle in un modo che non mi piacque troppo.
Continuarono a farmi domande e risposi con tutta la calma che avevo in corpo, confermando come lui mi ha tenuta legata ad un letto per mesi dentro ad una buia cantina, di come mi chiamasse Sophie invece del mio vero nome e delle violenze che subivo se non rispettavo le regole da lui stabilite.
Finché la domanda non arrivò.
'Signorina, come vi siete conosciuti ?'
Iniziai a piangere cercando di non ricordare quel giorno.
Ero... Per strada. Con una gonna cortissima e una maglietta scollata. Delle calze a rete e degli stivali alti. Già, per strada e provocante.
Caro diario, hai l'onore di nascondere i segreti di una ex-prostituta.
Una macchina nera si fermò vicino a me, avevo già paura che qualche vecchio bavoso mi stesse per 'ingaggiare'.
Invece no.
Un ragazzo sulla ventina, capelli neri e occhi azzurri, labbra carnose.
Perché dovrebbe, un ragazzo del genere, cercare una prostituta?
Mi guardò con occhi innocenti.
'Cosa ci fai per strada così, con questo freddo?'
Sul serio. Sta facendo sul serio. Veramente non lo ha capito?
Lo osservai, cercando di dargli la risposta con gli occhi.
'Hai bisogno di un passaggio? Posso aiutarti?'
Quelle parole mi scaldarono il cuore. Nessuno era stato mai così gentile con me.
Annuì velocemente e lui da dentro la macchina mi aprì lo sportello.
Entrai cercando di abbassare, quel poco che potevo, la stretta minigonna che avevo addosso.
'Come mai eri per strada? Non hai una macchina?'
Quella sua voce profonda ma infantile... Era bellissima. Stupenda.
'È-è il mio turno...'
Risposi, cercando di non balbettare.
'Hai una bella voce. È quasi come quella della mia ragazza.'
Arrossii, non ero abituata a complimenti casti.
'Potresti dirmi il tuo indirizzo?'
Io abbassai la testa. Avrebbe scoperto che sono una prostituta.
'Oh. Uhm, posso tornare a piedi, io...'
'Non fa nulla, puoi venire a casa mia.'
Lo guardai speranzosa.
'Uhm, non ti conosco e-'
'Piacere, Andrew.'
I suoi occhi mi fissavano. Non il mio corpo, non i miei vestiti. Il mio viso.
Un uomo mi guardava il viso. Per la prima volta.
'Uhm... T/N, piacere mio...'
Mi sorrise, prendendomi la mano per stringerla.
'Quanti anni hai? Perché eri sola?'
Gli occhi mi si fecero umidi.
'Diciannove.'
Mentre la macchina camminava lui mi parlò per tutto il tempo, e io gli spiegai... cosa  sono.
Era rassicurante. Sembrava gentile, educato. Un bravo ragazzo.
Quando gli dissi 'quello' lui mi sorrise subito, prendendomi la mano e accarezzando il dorso.
Passarono dei giorni e lui mi paragonava sempre alla sua ragazza, fino a chiamarmi Sophie. Così, per gioco. Per... Gioco.
Era ciò che lui diceva quando gli chiedevo di non chiamarmi così. Ma nulla.
Fino a quando, un giorno, mi svegliai su un letto che non era il mio. Con le catene ai polsi e alle caviglie.
Lui era lì, in piedi, in un angolo. A guardarmi.
A guardare Sophie.

Wonderland - [ Finn Wolfhard FF - AU ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora