11. Torture (pt.2)

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((T/n)'s Pov)
"Come stai oggi?" ti chiese Bloody Painter, o Eren Otis, come anche lo conoscevi dalla tua cultura sulle creepypasta, puntando gli occhi cerulei nei tuoi. Un leggero tremolio ti pervase, ma il tuo sguardo si fece determinato, con l'intenzione di non lasciar trasparire le tue insicurezze ad uno come lui, più che altro per orgoglio, anche perchè non sapevi se la cosa l'avrebbe potuto far adirare o annoiare o... divertire, prolungando la tua sofferenza. Già la tua mente era vagata da un pensiero all'altro, anche se non volevi sapere cosa stavi attendendo con così tanta tensione in corpo.

"Sono passati un paio di giorni, piccola (T/n)." aggiunse, avvicinandosi a te, mentre la lama del suo coltello, nonostante i rimasugli di chissà quali altre torture, scintillava alla fioca luce che entrava dalla finestra alla tua sinistra, appena sufficiente a farti distinguere ciò che avevi intorno. Okay, forse non eri più così vicina agli altri come credevi. Era un grosso, grosso problema.

Le catene sui tuoi polsi e sulle tue caviglie erano fredde, ma sicuramente il cuore del ragazzo lo era decine di volte di più e mai saresti riuscita a impietosirlo, nemmeno gettando al rogo il tuo orgoglio; né te la saresti cavata con l'astuzia, poiché ogni tuo movimento era bloccato e solo con la testa non avresti potuto evitare nessun passo che Eren stava compiendo verso di te. Nel silenzio, rimbombava il lieve rumore delle sue scarpe sul pavimento di legno, che a volte cigolava, e il battito del tuo cuore.

"Che ne dici se ti do una mano a svegliarti, piccola dormigliona?" chiese poi, con uno strano sorriso in volto, indecifrabile, pensasti.

"Ma che carina che sei quando hai paura!" esclamò Eren, prendendoti il viso con due dita e voltandolo a destra e a sinistra, permettendoti di osservare meglio il resto della camera in cui ti trovavi. Un finto paradiso, l'avresti definita.

Ad un certo punto, mentre ancora avevi il volto girato, sentisti la punta del coltello puntata contro la carne del tuo braccio, per poi esservi trascinata lentamente, fino al polso, lacerandola rovinosamente. Ci provasti, ma non riuscisti a trattenere completamente un grido di dolore. Quando te ne accorgesti, i tuoi occhi si erano già fatti lucidi e la tua vista s'era fatta sfocata.

"Oh, povera cucciola" rispose Eren, con un'espressione dispiaciuta, sicuramente simulata "Non volevo far sì che il tuo bel faccino fosse rigato da lacrime amare!"

Dovesti metterci tutto l'impegno del mondo per non strappargli la mano a morsi nel momento in cui avvicinò quella libera per asciugarti le lacrime: "Non preoccuparti, è un dolore necessario, ma passerà e potrai vederti immortalata in un'opera d'arte unica!"

Il pensiero che con opera d'arte si riferisse a uno di quei quadri che aveva sul muro opposto, composti con ingenti quantità di rosso, ti fece rabbrividire.

(Masky's Pov)

Mi riebbi in un luogo pieno di luce, stranamente... anche se, guardandomi intorno, avrei preferito il buio: sul pavimento erano sparsi pezzi di cadaveri e budella varie, in un'orgia di colori tutti simili per via del sangue in cui erano imbrattati. Mi mancò il fiato davanti a quel tetro spettacolo. Non saprei descrivere cosa provai in modo da farvelo totalmente immaginare, ma forse se non capite è meglio così, dopotutto, certe cose si possono capire a pieno solo se si sono vissute.

"Ti sei svegliato, finalmente, Masky!" esclamò Ticci Toby, seguito da uno dei suoi soliti tic nervosi. Nonostante tutto quel sangue in giro, Toby pareva pulito, e anche grazie all'odore nauseabondo capii che non aveva appena compiuto un genocidio di massa, ma che quelli erano i risultati di molti dei suoi 'colpi', se così vogliamo chiamarli... era una sorta di curriculum da serial killer, probabilmente.

Rebel Like You (ITA) [Creepypasta Fanfiction]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora