Capitolo 3 -In gabbia con il nemico-

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Sorella Krone, un'adulta, il nuovo acquisto di Grace Field, un nuovo nemico che ci allontanava ancor di più dal nostro obbiettivo, però, anche una nuova possibile fonte di informazioni.
Dovevamo apprendere il più possibile sul suo conto, ogni dettaglio, così da inquadrare il mondo che ci aspettava all'esterno.

<Questa sarà la tua stanza.>

La stanza assegnata alla nuova operatrice era molto semplice, al suo interno vi era un letto singolo con una trapunta dall'aspetto antico, sulle tonalità del beige, un armadio e una piccola scrivania, dato il colore, probabilmente era legno di quercia.
Era collocata in un punto davvero brutto e pericoloso, esattamente in mezzo alle stanze dei bambini più piccoli, poteva essere un grosso problema.

<Grazie Isabella, sono onorata di poter lavorare con lei, viene considerata la migliore allevatrice di questi tempi, e poi ha iniziato quando era giovanissima.> Rispose Krone seguendo mamma Isabella.
<Non ti deve importare di queste piccolezze, questi sono i dati dei miei preziosi bambini.> Esclamo Isabella porgendo alla donna una miriade di cartelle. <Devi impararli tutti a memoria, per una come te che ha sempre preso punteggio pieno sarà una passeggiata.>
<Isabella, posso sapere il motivo per cui ha richiesto la presenza di un un'aiutante?.> Domandò la donna mentre sfoggiava i vari fascicoli.
<Hanno scoperto tutto.> Esclamò con tutta calma mamma Isabella.
<Cosa!?, allora dobbiamo seguire il protocollo!, dobbiamo avvisare i superiori, dobbiamo spedirli subito!.> Sbraitò la donna in preda al panico correndo verso la porta.
<No. Ho tutto sotto controllo. Faremo a modo mio. E comunque, non ho richiesto una seconda mamma, ho richiesto un'assistente, sono io l'unica mamma di questo orfanotrofio.>
<...In quanti sono?.> Chiese la donna calmandosi e togliendo la mano dalla maniglia.
<Due, tra l'altro due delle merci di qualità suprema, ma fa attenzione, sono fin troppo furbi per la loro età. Spedirli ora comporterebbe una grave perdita di profitto per la struttura e la mia fama di miglior allevatrice crollerebbe miseramente, basta semplicemente non farli scappare fino alla loro spedizione che è prevista tra circa due mesi.
Il tuo unico compito è quello di osservarli, sorvegliarli, insomma...devi tenerli d'occhio, tutto qui.>
<Ma...>
<Facendo così, andrà tutto bene, nessuno lo verrà a sapere, chiaro.>
<Certo, madre Isabella.>

Sorella Krone era una semplice assistente per la mamma, qualcuno che la aiutasse a tenerci d'occhio, qualcuno che faccia il lavoro sporco, nulla di più; anche se lei aveva piani ben diversi.
Era certa di riuscire ad appropriarsi del posto della mamma, voleva essere lei l'unica e sola mamma dell'orfanotrofio, voleva sbattere in un angolo Isabella facendole ritorcere contro il suo stesso piano.

<Isabella crede di poter fare come vuole, povera illusa. Io catturerò i due bambini e poi denuncerò Isabella, così facendo mi prenderò il suo posto e finalmente sarò io l'unica e sola mamma dell'istituto.> Disse Krone farfugliando tra se e se seduta sul bordo del suo letto.

I giorni passavano lentamente, i nemici aumentavano e il piano per la fuga sembrava ogni giorno più lontano, sempre più complesso, ogni giorno sembrava accumularsi un problema in più.
Quel pomeriggio, tutti e tre, io, Ray e Norman ci eravamo riuniti nella biblioteca dell'orfanotrofio, era davvero un posto speciale, c'erano troppi libri per essere letti tutti, ma Ray da piccolo fece una promessa, "leggerò tutti i libri della biblioteca prima di compiere dodici anni", ecco cosa disse, e ero certa che ce l'avrebbe fatta.

<Scapperemo dal bosco, durante l'ora dei giochi, scavalcheremo il muro grazie alla corda che Norman ha realizzato legando diverse tovaglie tra loro.>
<Si, l'ho nascosta vicino al muro, tra i cespugli.> Confermò il giovane.
<Bene, adesso l'altro passo è capire come comportarci con le trasmittenti.> Esclamò Ray accucciamdosi a terra fino a raggiungere Emma, comodamente seduta sul pavimento. <Grazie ad Emma sappiamo che si trovano sulla punta dell'orecchio sinistro...e probabilmente hanno un qualche sistema di allarme.> Continuò Ray analizzando l'orecchio di Emma.
<Che significa?.> Domandò Emma volgendo il suo sguardo verso Ray.
<Vuol dire che se troviamo il modo di romperle potrebbe scattare in automatico un allarme che avviserebbe la mamma e ovviamente verremo scoperti.> Spiegò il ragazzo alzandosi e poggiando la schiena ad uno scaffale, guardando la ragazza seduta a terra accanto a lui.
<Se ci incidessimo l'orec...>
<No, è fuori discussione, la mamma noterebbe la ferita, è troppo rischioso...siamo davvero nei casini.>
<Oh no ragazzi!, adesso che possiamo fare!?.>
<A meno che non la rimuoviamo appena prima di scappare.>
<E in che modo?.> Domandò Norman.
<Penso di avere la soluzione giusta, lasciate a me questa parte del piano.>
<...Va bene, mi fido di te Ray.> Esclamò Emma facendo arrossire leggermente l'amico.
<Però resta il problema della fuga, molti dei dei bambini sono negati per l'attività fisica, inoltre sono molto affezionati alla mamma e sorella Krone, non so se accetteranno la cosa di buon grado, forse è meglio...>
<No, ne abbiano già parlato, scordatelo!, non li lascio qui!.> Rispose la ragazza mettendo il broncio.
<E cosa pensi di fare?.>
<L'acchiapparello.>
<Come?.>
<Un allenamento intensivo mascherato da acchiapparello, così da non dare nell'occhio. Io allenerò i loro corpi e voi le loro menti, ci state!?.>

𝓤𝓷  𝓹𝓪𝓻𝓪𝓭𝓲𝓼𝓸  𝓪𝓵𝓵 '𝓲𝓷𝓯𝓮𝓻𝓷𝓸 -The Promised Neverland-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora