Capitolo 4 -L'arte di saper mentire-

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Ormai i dubbi attanaglivano ogni secondo che passavamo in quell'orfanotrofio, non pensavamo ad altro che alla fuga, ogni secondo del nostro tempo, ormai era diventata un un'ossessione.

<Cosa possiamo fare per...loro?.> Domandò Norman voltandosi, lanciando una timida occhiata verso le due donne mentre era intento a lavare le stoviglie con l'aiuto di Ray.
<Secondo me c'è solo una soluzione...noi dobbiamo...> Aggiunse Ray sottovoce, indicando di soppiatto le donne con uno dei coltelli che stava asciugando.
<Tu vorresti...ucciderle?!.> Esclamò a bassa voce Norman.
<Gli unici che possiamo farlo siamo tu ed io, Emma e gli altri non ce la farebbero emotivamente...pensa che ieri notte Emma è venuta a svegliarmi perché aveva dei dubbi su se stessa.>
<C-cosa!?, e poi che è successo?!.>
<L'ho baciata appassionatamente che domande.> Disse Ray, volendo prendere un po' in giro Norman.
<T-tu l'hai!??.>
<Ma no!, cosa credi sia successo?!, gli ho detto una cavolata e poi l'ho rispedita a letto, perché ti agiti tanto?.>
<Ma no niente, niente...>

Allora c'era davvero qualcosa di strano, prima pensavo fosse Ray, invece adesso anche Emma...perché era andata da lui, perché non era venuta da me.

<Però, non lo faremo...se hanno messo delle trasmittenti su di noi, potrebbero averlo fatto anche su di loro.>
<Giusto, dovranno controllare le allevatrici in qualche modo.>
<Se la mamma avesse un malore o morisse, i demoni dovranno pur essere avvisati in qualche modo; e poi resta da capire come si riforniscono di neonati, è anche possibile che esistano altre fattorie come la nostra.>

Ormai non riuscivo più a fidarmi di nessuno, poteva esserci una spia tra noi e poteva essere chiunque, non riuscivo più ad essere me stessa, l'ansia e la paura mi stavano logorando.

<Emma...> Disse Ray posandole una mano sulla spalla facendola sobbalzare.
<Ahhh, R-Ray?.>
<Che hai?, sembri nervosa.>
<No niente, mi hai spaventata, negli ultimi giorni ho i nervi a fior di pelle e poi...sono giorni che fatico a prendere sonno.>
<Hai notato che Shelly cerca sempre Norman?.> Disse il ragazzo lanciando un occhiata alla bambina, intenta a giocare a pallone con Norman.
<Si in effetti...> Aggiunse Emma osservandola.
<Inoltre Phil se non erro, ha un punteggio molto alto per la sua età.>
<Hai ragione...Ahhhh Ray smettila!.> Urlò la giovane ragazza spintonato l'amico.
<Stupida!, lo so che non ti piace dubitare delle persone ma devi farlo!.> Disse per rimproverarla. <Non ti puoi fidare più di nessuno.> Continuò avvicinando il suo volto a quello dell'amica.

Ray aveva pienamente ragione, la spia poteva essere chiunque, Naila, Phil, Shelly, Mark...guardavo tutti con sospetto, mi sentivo osservata.

Quel pomeriggio, un pomeriggio di una particolare giornata afosa, Norman ci raggiunse all'ombra dell'albero davati l'orfanotrofio; io e Ray erano lì, Ray seduto con la schiena contro il tronco a leggere uno dei suoi soliti libri e io, sdraiata a terra con la testa posata sulle sue gambe a giocherellare con una margherita.
Ci raggiunse e ci fissò per qualche secondo, sembrava perplesso.

<Norman...> Disse Emma cercando di incitare l'amico a parlare.
<...Che state facendo?.>
<Non si vede?.> Domandò Ray abbassando il libro.

Erano diversi giorni che stavano sempre insieme, ormai non avevo più alcun dubbio, ad Emma piaceva Ray, e a Ray piaceva Emma, come era potuto accadere, così da un giorno ad una altro, davanti ai miei occhi.

<I piani sono cambiati...scapperemo tra dieci giorni.> Spiegò molto tranquillamente il bambino.
<Cosa!?.> Sbraitò Emma sorpresa.
<Scherzi!?.> Sbraitò Ray alzandosi da terra facendo battere una testata a Emma che stava comodamente riposando sulle sue gambe, dirigendosi infine verso l'amico. <Sei completamente impazzito!?.> Disse Ray sottovoce afferrando il ragazzo per il colletto, evitando di farsi sentire da tutti.
<Pensateci, se noi abbiamo pensato di scappare tra circa due mesi, prima della prossima spedizione, anche la mamma lo penserà, e io non ho alcuna intenzione di perdere contro di lei in astuzia.>
<Ma...>
<Hai detto che ci avresti pensato tu alle trasmittenti, quanto ti manca?.> Domandò Norman dall'amico.
<Bhe...circa sette giorni ma...>
<Ottimo, tra dieci giorni attueremo la fuga.>

𝓤𝓷  𝓹𝓪𝓻𝓪𝓭𝓲𝓼𝓸  𝓪𝓵𝓵 '𝓲𝓷𝓯𝓮𝓻𝓷𝓸 -The Promised Neverland-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora