Capitolo 9 -Il baratro che ci separa-

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Non capivo, non riuscivo a collegare la frase detta da Ray alla realtà, la mia morte era inevitabile.

<Non morirai perché tu domani mattina fuggirai da solo.>
<Norman noi non ti lasceremo morire.> Aggiunse Emma seduta sul letto, con la gamba appena medicata.

Conoscevo quello sguardo, lo conoscevo bene, è lo sguardo di chi è pieno di speranza, forza e volontà e di non accetta la sconfitta di fronte a nulla, in quel momento sia Emma che Ray ce l'avevano.
Ma questo non cambiava in alcun modo le cose.

<Scusate...ma non posso farlo.> Disse Norman sorridendo tranquillo.
<Chiudi il becco!.> Urlarono i due amici in coro zittendolo.
<Forse non mi sono spiegato bene. Tu domani farai finta di scappare. Renderai inefficace la trasmittente, farai finta di fuggire e finché Emma non sarà completamente guarita ti nasconderai nel bosco.>
<Esatto, e appena possibile fuggiremo tutti insieme.>
<Ma così facendo la sicurezza nell'orfanotrofio aumenterà!.> Replicò Norman.
<Ti sbagli. In base alle politiche di allevamento non può umentare più di tanto.>
<Che vuoi dire?.> Domandò Emma incuriosita.
<La prima, allevare i bambini in maniera sana e tranquilla e la seconda, mantenere il segreto ad ogni costo. Questo è il minimo per permettere al cervello di svilupparsi in maniera sana, perciò...quei brutti bastardi non posso farsi vedere da noi, mettendoci paura non produrrebbero cervelli di qualità.>

A quel punto Norman iniziò a ridacchiare, come se non si fidasse del mio piano, ma non era una risata felice, nemmeno una risata di sfida era solo, una risata di rassegnazione.

<Norman ti faremo scappare!, non ti permetterò di morire!.> Urlò Ray cercando di convincere l'amico.
<Ray ha ragione...ti porteremo da mangiare, delle coperte!.> Si aggiunse Emma dando manforte a Ray.
<Ho ancora un asso nella manica, lo userò contro la mamma perciò fingi di scappare e vivi poi...>
<No...non posso farlo...se fuggissi spedirebbero qualcun'altro al posto mio, tu o Emma...e io...non voglio proprio essere il responsabile della morte di uno di voi. Darò alla mamma la mia vita ma...non cederò nient'altro; manderò in frantumi i piani della mamma permettendovi di scappare.>
<N-non puoi, io...in questo modo i miei ultimi sia anni non avrebbero senso!?...merda...>

Cadde il silenzio nella stanza, per qualche istante sentimmo solo il ticchettio costante dell'orologio che scandiva preciso il tempo.

<Basta che Ray si rompa una gamba!.> Esclamò Emma alzando in aria il braccio, sotto sguardo atterrito dei due amici.
<Eh?!.> Esclamarono entrambi sorpresi.
<Bell'idea no?!. Avanti, una bella frattura Ray!.>
<Ma che dici Emma!?.>
<Dai pensaci!.> Disse la bambina afferrando la manica del corvino, strattonandolo a se. <Noi siamo speciali, siamo molto preziosi, prodotti di prima qualità che devono essere serviti in condizioni perfette.> Aggiunse mentre sul suo volto apparve un sorriso di sfida. <Al posto di Norman, verresti spedito tu Ray ma...se anche te come me ti facessi male, non verrebbe spedito nessuno.>
<...Ah...ahah...ahahahah è un'idea grandiosa Emma!, facciamolo!.> Esclamò entusiasta Ray, avvicinandosi alla ragazza.
<Davvero!?.> Rispose lei sorpresa.
<Che ne dici, un braccio può andare!?.>
<Mmm si, penso di sì, facciamo un braccio allora!.> Rispose la ragazza entusiasta.
<Ma siete impazziti?!, è molto doloroso e non siamo certi che ci eviti la spedizione!.> Ribatté Norman cercando di far ragionare i due.
<E allora io e Emma ci prenderemo un gran febbrone, i demoni non vorranno mangiare cibo ammalato.>

Che stupidi, mi resi conto di avere degli amici davvero stupidi, mettere a repentaglio la propria vita per la mia, davvero degli stupidi.

<Norman, io da qui non me ne vado senza di te hai capito?!, diglielo Ray!.>

𝓤𝓷  𝓹𝓪𝓻𝓪𝓭𝓲𝓼𝓸  𝓪𝓵𝓵 '𝓲𝓷𝓯𝓮𝓻𝓷𝓸 -The Promised Neverland-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora