Capitolo 7 -Alleanza sul filo del rasoio-

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Eravamo pietrificati dalla paura, terrore, era li che ci fissava con qual suo sguardo da pazzoide, era inquietante.

<Ho visto tutto.> Esclamò Krone mostrando ai ragazzi un sorriso spaventoso.
<Eh...?> Disse Emma.
<Ho...sentito...tutto!. Ogni cosa!. Vi ho sentiti ieri in biblioteca ahahah!. Cinque, voi cinque, siete coinvolti voi...cinque!.> Esclamò la donna avvicinandosi ai ragazzi.

Era finita, ci aveva scoperti, non avevamo alcuna possibilità di riuscita.

<Don, Gilda, Norman, Ray e...Emma; si voi cinque. Perché non vi unite a me?.>
<...Sentiamo.> Disse Norman con sorpresa di tutti.
<Ragazzino...> Bisbigliò Krone con un ghigno in volto. <Uniamo le forze per raggiungere i nostri obiettivi.>
<Obbiettivi?.> Chiese Emma confusa.
<Il vostro è scappare, il mio è diventare la mamma di questo orfanotrofio, di conseguenza far allontanare Isabella e prendermi la sua posizione.>
<Come posizione?.> Domandò confuso Don.
<Ah non siete a conoscenza del sistema attuale?. Le ragazze che hanno certi requisiti e che raggiungono i dodici anni di età, alla spedizione vengono messe davanti a due scelte, morire o diventare una mamma.>
<Q-quali sono i requisiti?!.> Chiese frettolosamente Emma.
<Voti eccellenti e una raccomandazione della mamma; ma questo vale solo per le ragazze.>

Emma si sentì presa in causa, era ovvio, prendeva sempre il massimo dei voti e inoltre, la mamma la adorava.

<Tranquilla...> Bisbigliò Ray posando le mani sulle spalle della giovane.
<Ma...non consiglierei a nessuna di intraprendere questo percorso.> Disse la donna mentre iniziò a sbottonarsi l'abito mostrando ai ragazzi una grossa e evidente cicatrice sul petto. <Modificherebbero il vostro corpo, verrete sottoposte ad un operazione, grazie l'inseminazione avrete un figlio e vi sarà fisicamente impossibile lasciare questo posto. Se io dovessi andare all'esterno...morirei all'istante.>
<Un microchip immagino.> Disse Ray.
<Acuto, noi adulti abbiamo un piccolo congegno collegato al cuore, esso è in grado di lanciare una scarica elettrica capace di ucciderci; e ovviamente il congegno è stato concepito per inviare un allarme ai piani alti nel caso il nostro cuore si fermasse per un malore.>
<In poche parole...non possiamo uccidervi.> Spiegò il ragazzo dai capelli scuri.
<Io non ho scelta, posso solo vivere al meglio rinchiusa qui dentro, spendere il tempo che mi resta facendo la mamma, essere circondata da bambini che mi amano; ma per farlo devo liberarmi di quella donna e se voi riuscirete a scappare la responsabilità ricadrà su di lei e il mio sogno diventerà realtà.>

Stare lì ad ascoltare quella storia, ero arrabbiata, furiosa, provavo un grande odio per la scelta che aveva preso, io non sarei mai stata in grado di prendere quella decisione, piuttosto avrei scelto la morte.

<Non cercherò in alcun modo di ostacolarvi, scappate pure, andate dove volete, fate ciò che vi pare.>
<Tu non vuoi spedirci?.> Chiese titubante Gilda riparandosi dietro a Norman.
<No, non voglio farlo. Diventiamo soci!. In fondo vogliamo tutti quanti sbarazzarci di Isabella.
Lavoriamo insieme per toglierla di mezzo.>

Non è che non voleva spedirci, è solo che in quel momento non poteva farlo.
Non aveva alcuna prova e nessuna autorità per denunciarci; come si dice in questi casi, se non puoi battere il nemico, unisciti a lui, e non appena ne avrebbe avuta la possibilità non avrebbe esitato un minuto a eliminarci tutti.
Inoltre aveva raccontato la sua storia ad Emma per spaventarla mostrandole persino quella cicatrice, voleva farla esitare per farle commettere un errore, ma io non lo avrei permesso.

<Come sappiamo che non ci tradirai?.> Chiese Ray proteggendo Emma dietro di se.
<Sei diffidente ragazzino...che c'è?, hai paura che faccia del male alla tua principessina?.> Domandò la donna accarezzando la guancia della bambina.
<Come possiamo fidarci?.> Insistette Ray.
<Se tu rivelassi a Isabella qualcosa della nostra conversazione io sarei fregata ma, se io dovessi dire ad Isabella quello che avete in mente, sarò io a fregare voi. Abbiamo entrambi il coltello dalla parte del manico, un passo falso e...siamo morti. Ti va bene come prova, o hai ancora paura per la tua principessina?.> Domandò Krone.
<Bene.>
<Ora vi darò tutte le informazioni che desiderata e che solo io posso fornirvi. Prendetela come...una prova della nostra amicizia; venite pure nella mia stanza, anche stasera. Adesso vado, o Isabella si insospettirà, a presto bambini!.> Esclamò Krone allontanandosi.
<È andata bene, almeno non dobbiamo preoccuparci di sorella Krone.> Fece notare Norman.

𝓤𝓷  𝓹𝓪𝓻𝓪𝓭𝓲𝓼𝓸  𝓪𝓵𝓵 '𝓲𝓷𝓯𝓮𝓻𝓷𝓸 -The Promised Neverland-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora