Capitolo 11

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 Una stanza buia,voci,strattoni,risate. Sentivo mani che scorrevano dalle mie cosce fino al collo. Sentivo il respiro affannato,le mani stringevano sempre più,urlavo,urlavo sempre più piano,la mia forza cessava sempre di più,chiusi gli occhi e bam..mi risvegliai di colpo con la fronte sudata. Feci quell’incubo più volte quella terribile notte. Tra un incubo e l’altro si fecero le sei di mattina. Il sole fuori splendeva ma io non ci vedevo niente di tranquillo e rasserenante. Non riuscii più ad addormentarmi così andai al piano di sotto. Ancora tutti dormivano così accesi la televisione e mi sedetti sul divano. Avete presente quando siete soli,la casa è vuota e si sentono rumori agghiaccianti? Ecco io quella mattina ne sentivo molti,più del solito. Presi il cellulare per non pensarci. Appena sbloccai lo schermo notai cinque nuovi messaggi di Jess. La cosa mi preoccupò abbastanza. Lessi il primo messaggio: “Alexa ho bisogno che tu mi risponda”. Il secondo: “Stai dormendo?”. Il terzo: “Alexa per favore,ho bisogno di una risposta”. Il quarto: “Alexa sono in lacrime,rispondimi per favore”. Il quinto: “Va beh forse starai dormendo,spero. Scrivimi appena vedi i messaggi”. Non sapevo che fare. Jess era effettivamente distrutto ma non volevo ferirlo ancora di più. Ci pensai su poi decisi di scrivergli un innocuo “Hey”. Dopo neanche due minuti mi rispose: “Beh?”.”Cosa?” gli scrissi,cercai di mantenere questo atteggiamento confuso. “Non hai letto i messaggi precedenti?”. “Ehm che messaggi?”. Aspettai una sua risposta immediata ma non fu così. Circa dieci minuti dopo mi arrivo un messaggio dove c’era scritto un semplice “niente”. Poverino,era distrutto e tutto per colpa mia,ma fu meglio così. Non gli risposi per paura di ferirlo ancora di più. Bloccai il cellulare e tornai a guardare la televisione. In un batter d’occhio mi addormentai. Sentii delle mani che premevano contro le mie cosce. Ebbi un flashback che mi ricordò dell’agghiacciante notte precedente. Mi svegliai di colpo e mi guardai in torno terrorizzata. Notai mia madre seduta  accanto a me. Mi chiese con aria interrogativa <<Tutto bene tesoro?>>. <<Si,era solo…un brutto sogno>>. Non potevo raccontarle di ciò che era successo,i miei genitori erano troppo paranoici e se gli avessi detto che ho rischiato di essere stuprata sicuramente ne avrebbero fatto una questione di stato e io non volevo,volevo solo dimenticarmi di ciò che era successo e andare avanti come se niente fosse ma era impossibile. Ogni cosa,ogni tocco,ogni voce mi ricordava quel momento. Cercai di non pensarci più e andai a fare colazione. Si erano ormai fatte le dieci e a poco a poco tutti stavano scendendo. Mi misi ai fornelli,presi la cucuma del caffè e mi preparai la colazione. Nel frattempo anche Lorenzo si sveglio e venne a fare colazione. Pensò bene di spaventarmi,arrivò da dietro le mie spalle e mi strinse bruscamente ai fianchi. Ebbi un secondo flashback. Strillai come se mi avesse fatto male qualcosa e mi girai di scatto facendo rovesciare il caffè sui suoi piedi scalzi. <<Aah ma che ti è preso?!>> mi urlò contro. <<Lorenzo non urlare!>> lo riprese mia madre. <<N-niente,scusa>>dissi imbarazzata e mi rimisi ai fornelli a testa bassa. Finita la colazione mi chiusi in camera,sbloccai il cellulare e notai un messaggio da un numero che non avevo salvato in rubrica. Lo lessi “Hey Alexa,sono Harry,volevo sapere se stavi bene”. Harry voleva sapere se stavo bene? Quel ragazzo famoso tanto amato dalle ragazzine? Lo stesso Harry che ieri mi aveva trattata male? Rimasi stupita da tutto questo suo interesse improvviso,non sembrava affatto un ragazzo dolce o almeno non con me visto il nostro inizio turbolento. “Si si tutto bene dai” fu quello che gli risposi. “Sei sicura? Ieri eri traumatizzata”. “Sto bene”. “So che non ti sto molto simpatico e la cosa è reciproca tranquilla ma se hai qualcosa me lo puoi dire”. Ed ecco che quel briciolo di dolcezza svanì. Non conoscevo bene Harry ma mi ero già fatta un'idea di quale ragazzo falso e donnaiolo fosse,totalmente diverso dall'Harry descritto sulle riviste o sui social network. Non risposi,bloccai la schermata del cellulare,presi la chitarra e mi misi a strimpellare qualcosa. La musica era l’unica cosa di cui avevo realmente bisogno in quel momento. Quando da ragazzina mi prendevano attacchi di panico suonare era l’unica cosa che davvero mi aiutasse a calmarmi. Suonai per un po’,finchè il mio cuore non si calmò. Quando finì erano già le dieci e quel giorno sarei dovuta andare a lavoro per le undici così decisi di alzarmi,lavarmi e prepararmi. Uscì di casa verso le dieci e mezza. Quella mattina mi feci accompagnare fino a starbucks da mio padre,sentivo che ero ancora troppo scombussolata e non volevo che mi venisse un attacco di panico durante la guida così inventai una scusa e convinsi mio padre a darmi uno strappo. Arrivata a lavoro entrai dalla porta di servizio,indossai il grembiule e mi diressi al balcone. Quella mattina starbucks era pieno di ragazzine urlanti,suppongo per la presenza di qualche celebrità. A contrario delle altre cameriere non fui interessata a vedere chi fosse,avevo altro per la testa così mi sedetti alla cassa. Sbloccai il cellullare e mi riapparve sotto gli occhi l'ultimo messaggio che mi aveva inviato Harry. Stavo per rispondere quando mi sentii chiamare e notai la presenza di qualcuno di fronte a me <<Hey..ti aspettavo>>. Alzai lo sguardo ed era..

**spazio autrice**

Hey! Finalmente dopo due mesi sono riuscita ad aggiornare. So che non è fatto molto bene come anche gli altri capitoli ma avevo bisogno di portare avanti la storia visto che non mi sono fatta sentire per un bel po'. Vabbe comunque sia spero vi piaccia:) Ah e una cosa,per chi avesse twitter se volete seguitemi,sono @_givemecaniff . Ciao bellezze:*

You & IDove le storie prendono vita. Scoprilo ora