Capitolo VIII - Ritorno

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Passarono poco più di tre settimane, nelle quali non successe nulla di rilevante. Giovanni aveva sempre meno tempo a disposizione per parlare e aggiornarmi sulla sua condizione, a causa delle sessioni di riabilitazione, sempre più frequenti e stressanti. La ragazza che incontrai sul treno, Michelle, non si fece più sentire e io non mi scomodai per scriverle, d'altronde le sue ricerche erano nel suo interesse, mica nel mio. Entrai in classe una manciata di minuti prima del suono della campana per evitare di venir spinto e strattonato qua e là da quella folla di beoti che costituiva l'insieme degli studenti del mio istituto paranormologico. Accesi le luci al neon, osservandole lampeggiare oziosamente prima di stabilirsi e illuminare la stanza con un freddo velo bianco, dandomi la sensazione di star sentendo ancora più freddo di quanto non ce ne fosse già. Mi sedetti al mio posto, buttando con svogliatezza il mio pesante zaino, rigorosamente nero e in tinta col mio vestiario. Spensi il telefono per evitare qualunque problema durante le lezioni e rivolsi il mio sguardo, con un movimento degli occhi lento e assonnato, verso il calendario, fissando per qualche attimo la data odierna: 8 Febbraio 2023.

Allo scoccare delle otto in punto, si alzò un enorme boato, seguito da urli e crepitii di scarpe che si muovevano veloci verso le aule. La mia classe si riempí, con i miei compagni che entravano a coppie, le schiene leggermente inarcate per il peso degli zaini, le mani in tasca e le bocche in un movimento continuato, intente a masticare gomme già di prima mattina.
"Già qua, Yami?" mi chiese con arroganza Giulio, intento a sistemarsi il ciuffo di capelli biondi laccati. Non risposi, presi un quaderno e iniziai a sfogliarlo per mostrare la mia noncuranza nei suoi confronti.
"Guardalo, è perso nel suo mondo composto di noia e libri! Se sarei" appena sentita quell'oscenità degrignai i denti "così, mi sarei già ammazzato!" Matteo terminò la sua frase orrenda e sgrammaticata con una risata.
"Almeno fammi il piacere di ascoltarti mentre parli. Hai fatto un errore elementare... Al quinto anno di superiore, per giunta." gli risposi freddamente, guardandolo con la coda dell'occhio. L'energumeno di fronte a me alzò il petto per darsi un'aria di superiorità e mi minacciò, senza distogliere lo sguardo da me:
"Prova ancora a rispondermi così e sei morto, Yami!" le mie labbra si contorsero in un sorriso compiaciuto. Pensai a quanto fossero tristi e inutili le loro vite, basate su quanto fossero alti i loro bicipiti e sodi i loro polpacci, basate su quante donne riuscivano ad abbordare in una sera e a quante sigarette riuscivano a fumare durante l'intervallo. Per via della mia corrente di pensiero totalmente diversa dalla loro, col passare degli anni si affermò sempre di più quel senso di astio verso di me che, sin dai primi giorni del primo anno, aleggiava all'interno dell'aula.

Il silenzio e la compostezza si ristabilirono all'interno della classe nel momento esatto in cui il professore di parapsicologia, il signor Kangae, sbattè violentemente la propria valigetta sulla cattedra.
"Buongiorno a tutti! Oggi Nokoribi è ancora assente?"
"Veramente sono qui, prof." entrò nella classe, con gli sguardi dei compagni rivolti verso di lui, Giovanni. Alzò leggermente la mano, accompagnandolo con un tranquillo "Buongiorno" e si sedette accanto a me, mentre si alzavano, nel silenzio dell'aula, sussurri e bisbiglii sul suo conto.
"Oh, va bene... Bentornato!" esclamò il professore, stupito come tutto il resto della classe. Procedette all'appello.
"Allora, direi che possiamo iniziare la lezione. Farò un breve riassunto per il vostro compagno che, per motivi di forza maggiore, è stato assente per svariate settimane." Si sistemò gli occhiali color argento, in tinta con i capelli e la barba, e lanciò un'occhiata a Giovanni, come se la colpa fosse sua e l'assenza si sarebbe potuta evitare.
"Comunque, come dovreste già sapere, la psicologia umana e quella degli esseri paranormali è strettamente legata. Tutto ciò deriva dal fatto che i primi individui con poteri fuori dal comune, di cui abbiamo prove storiche dall'alba dei tempi, all'inizio non erano altro che mutazioni umane. Facciamo comunque attenzione a non cadere nella questione religiosa di tutto ciò, infatti, soprattutto nel medioevo, gli uomini tendevano a collegare i poteri paranormali a qualche forma di stregoneria pagana. Ormai, grazie alla scienza, possiamo dire con certezza che i poteri paranormali, per quanto irrazionali siano, non hanno fondamenta religiose."
Guardai Giovanni, sussurrandogli:
"Beh, questo concetto lo ripete dall'inizio dell'anno, direi che ormai l'abbiamo imparato tutti."
"Eh già... In più non ha parlato minimamente di parapsicologia" mi rispose con tono annoiato.
"Be', potevi avere un bentornato migliore." sorrisi, dandogli una pacca sulla spalla "Sul serio, bentornato, Giovanni."
"Grazie, davvero."

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