make me a believer

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Il mondo è un posto cattivo, meglio accettarne i termini e le condizioni.

-Klaus Mikaelson

Chi poteva credere, quando era stata data la notizia che, Cristopher Argent era il responsabile dell'incendio?

Scott all'inizio era in uno stato di panico totale e continuava ad urlare che non poteva essere, che dovevano aver fatto un errore ma erano nella stazione dello sceriffo, non ci poteva essere nessun errore.

Poi Theo gli aveva fatto presente che non doveva per forza esser stato responsabile, magari si trovava lì per caso.

Era una frase detta per tranquillizzare il ragazzo che si trovava in una situazione di panico, il ragazzo che aveva giudato una moto diretta verso la casa di Argent per chiedere risposte e l'aveva trovata vuota.

Malia, dopo un paio d'ore aveva preferito tornare a casa con Derek ma Scott non ha voluto muoversi dai gradini.

Era rimasto lì con le mani che sostenevano il mento e i gomiti poggiati sulle gambe.

Sembrava la posizione migliore per aspettare e alla fine la sua teoria non si era realizzata vana.

Qualche ora dopo, ormai sul tardi, dopo aver controllato l'orario almeno un milione di volte, una macchina girò esattamente verso il garage che si stava aprendo per lasciarvi l'accesso.

Poi Chris si accorse del ragazzo seduto sui gradini e, appena parcheggiata la macchina, uscì fuori per dirigersi verso di lui.

Ormai era inverno e le giornate congelavano il vento freddo sulla pelle che sembrava dare i brividi nonostante si fosse coperto al meglio. Le giornate finivano presto perciò non rimanevano che le luci del vicinato accese a dare un segno di vita in città.

Scott ci mise pochi secondi ad alzarsi per poi prendere il signore per il colletto e sbatterlo al muro con violenza.

Non ci aveva pensato due volte prima di farlo.

In fondo lui aveva tradito la sua fiducia.

"Perché l'hai fatto è? La solitudine ti ha fatto diventare pazzo o cieco? O forse ti ha dato alla pazzia?"

Aveva insinuato troppo in un solo colpo e purtroppo, anche essendo un lupo mannaro, Chris rimaneva sempre più forte di lui.

Gli mise un braccio in gola e lo spinse via con forza.

Il moro si portò una mano sul punto ferito ed iniziò a tossire.

"Non ho idea di cosa tu stia parlando McCall"

Gli disse scuotendo la testa.

"La scuola"

Disse tra un colpo di tosse e l'altro.

"Sei stato tu a dargli fuoco"

Lo incolpò una volta rialzato.

Il tono di Scott si era calmato e sembrava aver ripreso lucidità.

"No"

Sussurrò Argent.

Per un momento le parole dette poco prima da Scott lo avevano fatto riflettere, forse stava davvero diventando pazzo. In fondo era vero, era completamente solo; Il padre e la sorella erano dei pazzi e a lui non rimane niente se non se stesso e la sua passione per le situazioni poco sicure e reali.

Il pensiero però, lo abbandonò dopo poco per iniziare a concentrarsi nella risposta da dare a Scott.

L'alpha aveva messo le mani in tasca e aveva dipinto sul volto un espressione di impazienza.

Odiava dover sempre aspettare per ottenere delle risposte, avrebbe risparmiato del tempo.

"Non sono stato io, ma avevo il presentimento che sarebbe successo qualcosa così mi sono precipitato nella Beacon Hills high School e ho controllato ogni condotto del gas..."

Iniziò a spiegare ottenendo la piena attenzione del moro che non gli staccava gli occhi di dosso.

"Non so di preciso cosa stia succedendo ma in alcuni dei condotti dell'aria, c'era della droga in delle bustine e sto cercando di capire come ci sia finita"

Scott battèe le palpebre ripetutamente cercando di assimilare ciò che aveva appena sentito.

Viveva a Beacon Hills da quando era  nato e mai aveva sentito di della droga in quella scuola.

Steroidi, probabilmente, ma droga mai.

"È impossibile"

Corrugo la fronte iniziando a balbettare per esprimere il suo ragionamento in quel momento.

"Lo so, e so anche per certo che la Monroe c'entrava qualcosa, l'ho vista uscire ed entrare in una macchina poco dopo che l'incendio fosse partito"

Gli disse iniziando ad aprire la porta di casa.

"L'abbiamo vista anche noi, pensavo di aver visto anche Stiles ma, si è rivelato essere Isaac"

Gli confessò il moro.

"Beh, non ti sbagliavi, potrai non essere pronto a sentirlo Scott ma quello era Stiles"

Disse prendendo un foglio dal tavolino.

Ci fu un attimo di silenzio dove Scott rimase fermo a bocca aperta.

"È diventato veramente bravo ed è sempre un passo avanti a tutti ma, a quanto pare, io riesco a mantenere il suo ritmo"

Diede un bigliettino a Scott, o almeno glielo porse perché l'alpha era ancora scioccato ed immobile.

"Scott?"

Il moro scosse la testa e prese il biglietto aprendolo.

"Quello è il suo indirizzo, se mai volessi avere più informazioni va da lui, ne sa sicuramente più di me"

Gli disse infine Argent poggiandogli una mano sulla spalla  e sorridendogli.

Scott si era sentito un idiota in quel momento per aver creduto che davvero avesse potuto fare una cosa del genere.

"Perché non me l'hai detto prima?"

Sussurro il moro tenendo lo sguardo sul pezzo di carta che le sue mani stringevano.

"Chi non vuole essere cercato, non deve essere disturbato"

Gli rispose il maggiore.

"Stiles ha le sue ragioni e io non sono nessuno per non rispettarle"

Fu l'ultima frase detta da Chris prima che Scott salisse sulla moto pronto a partire dopo averlo salutato.

Era scosso, pieno di notizie nuove e di nuove decisioni da fare.

Una l'aveva già fatta, infatti la sua prossima destinazione, non sarebbe stata casa.

 THE BLACK GHOST || Stiles StilinskiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora